31 GENNAIO 2017 – SENTENZA STRAGE DI VIAREGGIO
Meno uno alla sentenza …
Martedì 31 gennaio,
dopo 7 anni e 7 mesi(!) la conclusione del primo grado del processo per la strage ferroviaria di Viareggio del 29 giugno 2009.
Nelle 140 udienze, da quelle bocche è uscito di tutto e di più. Avvocati di imputati, profumatamente pagati (addetti ai lavori parlano di migliaia di euri a udienza) e consulenti di parte, si sono sbizzarriti nel definire i familiari come “quelli là dietro …”.
Quelli là dietro che la mattina, ad ogni inizio udienza, non davano loro il buongiorno e, forse, neppure la buonasera. Consulenti, altrettanto profumatamente pagati, per mostrare scientificamente (si fa per dire) che i loro assistiti non avevano alcuna responsabilità di quanto accaduto quella tragica notte.
Avvocati che nello loro requisitorie e repliche, hanno definito i loro “clienti” persone perbene, che hanno conseguito lauree con 110 e lode e che nello loro attività ferroviaria (profumatamente e ben retribuita) hanno dedicato la vita alla sicurezza ferroviaria (sic!) e che sono persino figli di ferrovieri. Come difesa, è stato un bel dire … e che loro sono vittime o, meglio, le vere vittime di questo processo.
C’è stato chi si è persino soffermato provocatoriamente sulla parola strage nel dire che quella di Bologna (del 2 agosto 1980) sì che è stata una strage. Per Viareggio si deve parlare d’altro: di uno “spiacevolissimo episodio” o di cigno nero.
Abbiamo sempre scritto e detto che il 29 giugno 2009 è avvenuto un incidente di lavoro che si è trasformato in disastro ferroviario che ha provocato una strage di bambini, ragazze, uomini e donne. Non si è trattato né di sciagura, né di disgrazia, né di uno spiacevole episodio. Per difese e consulenti di parte, invece, è stato questo. Non c’è modo migliore per negare concretamente la realtà con fantasie, offese e provocazioni.
A quei bambini e a quelle ragazze non è stato dato il tempo per diventare “persone perbene”, per laurearsi con 110, per affrontare la vita, per conoscere il mondo.
I loro familiari e tanti altri cittadini e cittadine, con l’impegno di questi sette anni, hanno voluto non dimenticarli, pretendere sicurezza, verità e giustizia ed hanno dovuto farli conoscere al mondo. E far di tutto affinché non siano uccisi una seconda volta.
Il 31 gennaio al Polo fieristico a Lucca, ex Bertolli, località Sorbano del Giudice, dalle ore 09.30 per attendere assieme l’ora della sentenza.
Per la prima volta dall’inizio del processo le telecamere sono ammesse in aula alla lettura della sentenza.
La partenza da Viareggio è alle 08.45,
dal parcheggio della Pam sotto il cavalcaferrovia.
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