In ricorrenza della strage di operai alla Thyssen
APPELLO NAZIONALE
In ricorrenza del crimine della Thyssen Krupp
In Italia le morti e gli infortuni sul lavoro hanno assunto proporzioni da vera e propria emergenza nazionale. Nel nostro Paese i soli infortuni sul luogo di lavoro od in itinere causano più di 1400
morti l’anno. Diciannovemila dal 2009. E ancora più elevata è la mortalità da malattie da lavoro, difficili da quantificare perché il loro riconoscimento segue un iter lungo e tortuoso. Dati disastrosi cui aggiungere ora i giovani colpiti nel corso della scuola lavoro e le tante donne,penalizzate dalla mancata valutazione di genere del rischio.
L’attenzione dei media e dei governanti a questa tragedia si risveglia solo in occasione di fatti clamorosi sui quali si spargono fiumi di retorica e di buone intenzioni per il futuro che però durano il tempo dei trafiletti sui giornali.
Le morti quotidiane sul lavoro sono considerate mere fatalità mentre l’assuefazione agli infortuni sul lavoro è una vera e propria malattia sociale dei nostri giorni che aggredisce come un virus.
Non solo non si applicano le norme ancora esistenti, ma le diverse maggioranze di governo che si sono susseguite hanno operato alacremente per smontare le leggi esistenti riducendo sempre più i vincoli e le penali alle imprese che non rispettano le norme sulla prevenzione e la tutela in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro.
A ciò si aggiungano i tagli deliberati nel corso degli anni che hanno ridotto così tanto il personale addetto ai controlli sul rispetto delle norme di prevenzione e sicurezza da spingere le imprese a risparmiare sui costi relativi con la quasi certezza dell’impunità.
Per questo è infinito il numero di morti sul lavoro senza colpevoli; per questo resta infinita la sequela di comportamenti illegali messi in atto da moltissime aziende per aumentare la produzione mettendo a rischio l’incolumità delle lavoratrici e dei lavoratori: mancanza di misure e dispositivi di protezione, mansioni svolte con organici inadeguati, aumento insostenibile dei ritmi, mancanza di formazione sulle norme di sicurezza. E i processi che dovrebbero perseguire i colpevoli durano spesso fino alla sospensione dei termini.
Se i governi degli ultimi 15 anni portano la responsabilità morale della tragedia quotidiana delle morti sul lavoro, temiamo, a sentire l’intenzione della presidente del Consiglio di “lasciar fare” le imprese, che il nuovo governo possa fare di peggio.
Per questo riteniamo indispensabile la ricostruzione nel paese e nel mondo del lavoro di una cultura della sicurezza oggi assente e il rilancio delle lotte per: la ricostruzione dei sistemi di prevenzione e controllo; l’inasprimento delle sanzioni penali a carico del datore di lavoro e dei dirigenti per il mancato adempimento degli obblighi relativi alla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori; l’istituzione di una apposita Procura Nazionale sulla salute e sicurezza sul lavoro; l’introduzione nel codice penale del reato di omicidio sul lavoro; il ripristino del testo originale del D.lgs. 81/08, eliminando le modifiche peggiorative per la salute e la sicurezza dei lavoratori.
introdotte dalle successive modifiche (D. Lgs.106/09, Decreto del fare, Decreto semplificazioni, Decreti attuativi del Jobs Act.
Con questi obiettivi chiamiamo tutti i soggetti sensibili su questi temi a fare del 6 dicembre, ricorrenza della tragedia della Tyssen Krupp, una giornata di iniziative.
Per adesioni scrivere a: rete6dicembre@gmail.com
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