Si muore di mancata prevenzione sul lavoro

Tragedia a Fano, certo, ma anche , verosimilmente,omicidio colposo ?
Ennesimo morto sul lavoro, questa volta a Fano; Pasqua molto amara per tutte le persone sensibili al valore
della vita umana; Giacomo Cesaretti , dicono le cronache , aveva “appena 26 anni”; prendiamo atto degli
abituali commenti del giorno dopo; certamente sono commenti di sincero cordoglio da parte di chi si è
espresso; i più soffrono ma rimangono in silenzio per un sentimento di impotenza e di incredulità; certo ci
sono anche gli indifferenti ma ,nel complesso, siamo tutti in colpevole ritardo perché NON SIAMO
RIUSCITI AD “ARRIVARE IL GIORNO PRIMA”;

le cronache dicono che Giacomo ha frequentato il liceo Nolfi ; viene da chiedersi come mai con questo
curriculum si trovasse a fare l’operaio ; ma questo è un interrogativo “secondario” ; il primo problema che
emerge è quello del suo status di lavoratore “interinale” ; peraltro inizia a lavorare alle 7 del mattino che,
tuttavia, stando all’ora solare, sono le 6; Giacomo si è svegliato alle 5 ora solare ? approfondiremo;
torniamo alla questione del lavoro “interinale” ; che questa condizione sia da considerare , spesso, a
particolare rischio è un dato acquisito dalla esperienza operaia e anche dalla letteratura scientifica ed
epidemiologica; un significativo articolo pubblicato nel 2001 sulla più nota e diffusa rivista italiana di
medicina occupazionale (1) : “Il fenomeno infortunistico nel lavoro interinale” ; ci si chiede : alla luce della
consapevolezza del rischio per i lavoratori interinali cosa hanno fatto per contrastarlo il ceto politico e le
istituzioni negli ultimi venti anni ? QUALCUNO OGGI NEL 2023 PUO DIRE “NON SAPEVAMO” ???

se non nulla , comunque troppo poco come dimostrano anche i drammatici eventi mortali che hanno
segnato la cosiddetta “formazione/lavoro” e che hanno visto come vittima persino degli studenti ;

lo studio che abbiamo citato (è uno tra i diversi studi molto significativi a questo riguardo) fotografa una
condizione di rischio che , per gli “interinali” è persino maggiore che per gli immigrati nonostante che questi
ultimi siano adibiti , molto spesso, ai lavori più nocivi disponibili nel “mercato”;

DUNQUE PER QUALE MOTIVO A QUESTA CONSAPEVOLEZZA PERSINO FOTOGRAFATA CON OSSERVAZIONI EPIDEMIOLOGICHE NON HA FATTO SEGUITO LA ADOZIONE DI MISURE DI PREVENZIONE.

Oggi il direttore del servizio di prevenzione della Asur dichiara che sarà verificata la congruità del percorso
formativo ; ma , non suoni una “critica superficiale” alla Asur (visto che conosciamo le difficoltà e le carenze
di personale e mezzi dei servizi ispettivi) , IL PROBLEMA E’ E RIMANE QUELLO DI INTERVENIRE IL GIORNO
PRIMA E NON DI “VERIFICARE” DOPO L’EVENTO MORTALE;

è più ragionevole verificare il giorno prima anche perché il giorno dopo può risultare una formazione
avvenuta ma solo “sulla carta” senza una effettiva acquisizione di conoscenze e di abilità comportamentali ;

certo oggi non è il momento delle polemiche , è il momento del LUTTO e per questo inviamo le nostre
sincere condoglianze ai familiari, agli amici, ai compagni di lavoro di Giacomo; ma al lutto, anche nei
momenti di legittima “rabbia”, occorre associare la riflessione perché la morte di Giacomo non sia un
evento destinato a ripetersi ancora.

Un abbraccio a tutte le persone che soffrono per quanto è accaduto, con la speranza di un futuro migliore
per noi e per i nostri figli.

Vito Totire

portavoce RETE NAZIONALE LAVORO SICURO
Il fenomeno infortunistico nel lavoro interinale (Nola ed altri, La medicina del lavoro, luglio-agosto 2001)

6/4/2023

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