90 MILA CLANDESTINI E NON MEZZO MILIONE. E LA PROPAGANDA DI SALVINI VA IN FUMO

Per anni l’intero dibattito politico italiano e il voto stesso, sono stati monopolizzati e condizionati da una cifra con la quale Matteo Salvini ha terrorizzato milioni di italiani, infangato avversari politici, abbandonato in mare degli innocenti, alimentato odio e paura verso gli stranieri (soprattutto se poveri).

La cifra è 500mila.
Mezzo milione di clandestini.

Ha creato il suo patrimonio elettorale su quella cifra, facendo credere agli italiani che un esercito di 500mila fantasmi si aggirasse per le loro vie, strade, case, pronti a colpire e a tornare nel nulla.

E sulla scorta di quella cifra, ne ha costruito un’altra che a quella paura creata e alimentata dava una risposta: 100mila. “Espellerò 100mila clandestini all’anno”.

Ieri, in una manciata di minuti passati pressoché inosservati (quando invece sarebbe dovuto venire giù il Paese) Salvini ha ammesso, candidamente, di essersi sempre sbagliato. Non di essersi sbagliato sul colore della giacca. Ma sul fulcro di tutta la sua propaganda.

Ha detto che in Italia gli irregolari non sono 500mila. Ma appena 90mila: praticamente la metà, della metà, della metà.

“Non sono le centinaia di migliaia che temevo e di cui si parlava” ha confessato. “Di cui si parlava…”. Chi ne parlava? Tu ne parlavi.

Ma non solo. Salvini ha spiegato che in realtà non sono nemmeno 90mila. “Dico massimo 90mila – ha spiegato – perché di questi molti non si trovano nemmeno in Italia”.

E infatti, spiega ancora, ben 268mila degli sbarcati in Italia in questi anni sono andati in Francia, Germania, Spagna, Portgallo, ecc. Praticamente gli altri Paesi, quelli che ci avrebbero abbandonati, si sono in realtà beccati il triplo dei nostri irregolari. Passati per l’Italia.

Insomma: anni di propaganda, di fango sui politici di centrosinistra, di odio feroce, di terrore da lui creati, da lui sono stati smontati in pochi secondi. Come se nulla fosse accaduto.

E la promessa di espellerne 100mila all’anno – cioè 274 al giorno – che tanti applausi, voti e ovazioni gli ha fatto raccogliere in giro per l’Italia, le tv e i social?

I dati li fornisce sempre lui: dal primo gennaio al 21 aprile 2019 le espulsioni sono state 2.021. Cioè 18,2 al giorno. Non 274 al giorno. Non 100 al giorno. Ma 18,2 al giorno: meno di Gentilioni (dell’odiato PD) che ne espelleva 19,6 al giorno e meno perfino di Mario Monti, che ne espelleva 20,1 al giorno.

Puff! Tutto svanito. Anni di terrore, di propaganda, di odio, di fango amnistiati con un “ops… mi ero sbagliato”.

E tutto questo senza contare che con le sue circolari ministeriali e il suo Decreto Sicurezza Salvini di irregolari ne ha creati, dal nulla, altri 44.000. In appena 9 mesi.

Resta al Capitano un’unica consolazione: il crollo degli sbarchi. Che lui prova a spacciare come dovuto alla sua politica dei Porti Chiusi.

A parte che il crollo degli sbarchi è iniziato 6 mesi prima che si insediasse il governo Conte-Salvini-Di Maio (-80% da gennaio a giugno 2018, dati Ministero degli Interni): ma quanto bisogna essere ingenui per pensare che ai trafficanti di esseri umani freghi qualcosa se i migranti, una volta attraversato il Mediterraneo, troveranno i Porti Chiusi o aperti?

Cosa sono, un’agenzia di viaggi? Cosa cambia a loro, ai trafficanti se, una volta intascato il denaro, i migranti finiranno in Italia, annegati, a Malta o in Francia? Se il porto sarà chiuso o aperto? Cosa gliene frega?

Ma in fondo, alla fine, abbiamo vissuto per anni in un clamoroso bluff, confessato, ammesso, ma che come al solito, in Italia, non avrà alcuna conseguenza.

Un po’ come accaduto con la storia della Padania, dei terroni, dell’odio verso l’Italia. “Ah sì, mi sono sbagliato per più di 20 anni. Ma ora Prima gli italiani”.

E si va avanti. Così. Come se nulla fosse.

Emilio Mola

26/4/2019 www.alganews.it

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