Per vedere di nascosto l’effetto che fa… Come spesso accade alla fine dell’estate vengono a galla le reali intenzioni di chi governa su come affrontare l’autunno.
Il governo Renzi, tra interviste e smentite, non è da meno dei precedenti esecutivi e fa trapelare attraverso sapienti boutade giornalistiche alcune ipotesi di intervento per valutare le reazioni che provocano.
C’è anche un altro obbiettivo, non secondario, nell’invadere le prime pagine dei giornali con ipotesi catastrofiche di interventi terribili ora sulle pensioni ora sui salari, e cioè quello di abituare omeopaticamente il cittadino al disastro che lo colpirà a breve, per fiaccarne la capacità di reazione e per abituarlo, giorno dopo giorno, a dare per ineluttabili le decisioni che verranno prese e che contribuiranno non poco a rovinargli l’esistenza.
In un Paese minimamente normale uno si aspetterebbe, letti i dati Istat sulla deflazione, sull’ennesimo crollo del PIL e sulla corsa sfrenata della disoccupazione che il Governo presentasse un piano di investimenti tali da rilanciare l’occupazione attraverso l’intervento diretto dello Stato, che si incentivasse la circolazione del denaro per favorire la spesa delle famiglie e quindi un po’ di respiro anche per le imprese, che, almeno per una volta, si lasciasse perdere l’idea di raccattare qualche milioncino comprimendo ancora il costo del lavoro e che, anzi, si provvedesse rapidamente a rinnovare i contratti collettivi di lavoro, che si facesse un passo indietro consistente nell’utilizzo smodato della precarietà e si decidesse finalmente di introdurre il reddito sociale minimo, che si utilizzassero i Fondi Europei per rilanciare l’occupazione giovanile in lavori di vera utilità sociale.
In un Paese minimamente normale…ovviamente! Non qui, non in Italia, non in un Paese palesemente etero diretto dalla BCE, dal FMI, dall’Unione Europea e dalle sue istituzioni a democrazia zero. Qui si pensa a tagliare le pensioni oltre i duemila euro, a bloccare per ulteriori due anni, e saremmo a nove, i contratti dei lavoratori pubblici, a tagliare indiscriminatamente le municipalizzate, a privatizzare tutto il privatizzabile.
Il semestre Europeo a guida Italiana era cominciato con gran trambusto di grancassa per annunciare che il condottiero Renzi avrebbe preteso di sforare il tetto del 3% del debito pubblico, che avrebbe sfidato a singolar tenzone la cancelliera Merkel, che mai è poi mai si sarebbe piegato al lento scorrere dei precetti europei. Peccato che come al solito i fatti abbiano la testa dura e alle chiacchiere del primo ministro fiorentino si stiano fieramente opponendo con la solita determinazione. Il 28 giugno con la Manifestazione nazionale di inaugurazione del ControSemestre europeo abbiamo portato in piazza a Roma la consapevolezza del ruolo e della funzione dell’Unione Europea, in un silenzio generale davvero imbarazzante e alla fine anche un po’ complice, per raccontare esattamente quello che ora sta accadendo tra lo sdegno e il finto stupore di tutti.
Dire che ci aspetta un autunno di lotte è ripetere quanto andiamo dicendo e praticando dall’inizio della crisi e che continueremo a praticare con la stessa determinazione.
Quello che vogliamo praticare nel semestre europeo e’ una forte opera di contro informazione sulla reale funzione dell’Unione Europea e della Troika, oltre ovviamente alle azioni di contrasto e di opposizione ai tentativi di scaricare ancora i costi della crisi del capitale sui lavoratori e ai provvedimenti del governo.
Lo faremo assieme a coloro che con noi hanno deciso di dare vita al contro semestre e con quelli, se ci sono, che avranno messo nel cassetto le strampalate ipotesi di trasformazione dell’Unione Europea che obiettivamente non esistono.
22/8/2014 www.usb.it
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