Salario detassato: accordo quadro per distruggere il contratto nazionale

opeari tyissen

Il tavolo clandestino sul modello contrattuale nuovamente avviato da cgil cisl uil confindustria nelle scorse settimane continua a produrre danni e manomissioni alla natura della contrattazione sindacale. A testimonianza  delle finte divisioni ai tavoli dei rinnovi contrattuali, a partire da quello dei metalmeccanici, lo scorso 14 luglio è stata sottoscritta un’intesa che intervenendo sulla detassazione del premio di risultato sposta ulteriormente il baricentro della contrattazione a livello aziendale. In questo senso sfrutta tutta la legislazione di sostegno che il governo Renzi ha varato con l’obbiettivo esplicito di formalizzare la riduzione dei contratti nazionali a semplici cornici vuote.

L’accordo quadro del 14 luglio è principalmente rivolto alle imprese prive di rappresentanza sindacale interna che potranno così beneficiare della detassazione di quote di salario da erogare  a loro totale discrezione (e discriminazione) senza alcuna intesa sindacale. Le imprese vengono sollecitate a costruire un premio di risultato e di partecipazione dei lavoratori all’impresa come volano per le intese modificative ( deroghe al CCNL). Il premio di risultato e di partecipazione prevede una tassazione agevolata del 10% per un massimo salariale annuo pari a 2000 euro, elevati a 2500 nel caso di partecipazione d’impresa dei lavoratori. Il limite di reddito annuo entro cui si ha diritto alla detassazione è pari a 50.000 euro. Il premio di risultato e partecipazione per ottenere il beneficio fiscale deve risultare finalizzato a obbiettivi verificabili su: produttività, redditività ( anche con la partecipazione dei lavoratori agli utili), qualità, efficienza e innovazione.

Incrementi di produzione quindi, di processo e di prodotto ma anche la flessibilità degli orari di lavoro e il lavoro agile o “smart working” come puntigliosamente recita l’art.2 del decreto del ministro del lavoro e delle politiche sociali del 25 marzo 2016. Non solo, il welfare contrattuale rientra prepotentemente in campo anche in aziende dove non c’è alcuna rappresentanza sindacale. Un padrone potrà così erogare in alternativa al classico salario , nei limiti quantitativi di legge, beni,prestazioni, opere e servizi, compresi i tristemente noti  “voucher”, la legittimazione cioè del lavoro nero. Per un’impresa il risparmio è notevole in quanto il costo viene così dimezzato rispetto al salario tradizionale per gli oneri diretti e indiretti. Per i lavoratori viceversa non c’è alcun beneficio. Il salario variabile detassato è una leva formidabile  per l’implementazione della contrattazione di restituzione e di ricatto giocata tutta sulla pelle e la fatica di chi lavora. La crescente detassazione del salario aziendale contribuisce a svuotare le casse statali facilitando così la liquidazione dello stato sociale per sostituirlo con un effimero e diseguale welfare contrattuale.

Il nostro giudizio è durissimo su questo accordo. Cgil cisl uil in ossequio al Testo Unico del 10 gennaio 2014 consentono l’austerità contrattuale per praticare il processo di spoliazione di diritti e salario in corso nel nostro paese. Per la prima volta consentono ai padroni di farlo senza accordo sindacale e soprattutto consentono di erogare in forma non collettiva il premio di risultato, esattamente come lo scandaloso accordo di Fincantieri sottoscritto da fim-fiom.-uilm autorizza.  Il senso  con cui storicamente si è affermata la contrattazione viene sempre più rovesciato nel suo contrario: da strumento per l’affermazione dei bisogni dei lavoratori a strumento per i bisogni d’impresa. Solo la costruzione di organizzazione e conflitto possono restituire ai lavoratori il maltolto di questi anni. Usb ha deciso lo sciopero generale. Una mobilitazione a disposizione di tutti coloro che non si rassegnano a subire passivamente. Costruiamola insieme.

22/07/2016 www.usb.it

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