Turchia, quelle stragi contro i Kurdi che Erdogan vuole consumare nel silenzio più assoluto. L’incredibile odissea di Claudio e Pietro. Prc: “Italia rompa con la Turchia”
Dieci giorni vissuti pericolosamente in mano alla polizia turca in pieno “contro-Golpe” e con l’accusa di spionaggio e terrorismo internazionale. La storia di Claudio Tamagnini e Pietro Pasculli ha dell’incredibile se valutata con il metro dei diritti umani. Metro che in Turchia non ha nessuna applicazione. Meno che mai in questo periodo.
E’ una storia del tutto sconosciuta alla stampa mainstream, tutta affaccendata a tenersi in equilibrio sulla Turchia che, se osservata dal punto di vista del popolo Curdo, è il Brutto Paese di sempre ed Erdogan il dittatore sanguinario che lo guida. C’è voluto il Prc per portare la vicenda, rimasta chiusa qualche giorno di troppo nei cassetti dei funzionari della Farnesina, alla conoscenza dell’opinione pubblica.
Nella conferenza stampa tenutasi stamani presso la sede nazionale di Rifondazione Comunista in via Flaminia, 53 a Roma, si è parlato senza esagerazione di odissea. Pietro, e Claudio in collegamento telefonico, raccontano nei minimi particolari. E se in qualche modo si è chiusa bene è soltanto grazie alla prontezza di spirito di Pietro che alle prime avvisaglie ha mandato un sms ai suoi riferimenti italiani.
Sono stati arrestati il 29 luglio scorso e incarcerati per una settimana con pesantissime accuse di terrorismo e spionaggio internazionale. All’origine dell’arresto l’aver visitato le aree Kurde della Turchia che il governo di Ankara bombarda quotidianamente con l’obiettivo di impedire alle popolazioni Kurde di poter continuare a vivere sui propri territori. Appena il tempo di mandare sul web qualche foto dei massacri quotidiani dell’esercito di Erdogan, con le stesse tecniche usate dai “nemici” israeliani con i Palestinesi, e alle calcagna dei due, accompagnati da una ragazza di nazionalità tedesca, si mette la polizia turca, con tutta la libertà di movimento derivante dai poteri speciali del cosiddetto “contro-Golpe”.
In conferenza stampa, Pietro Pasculli – militante di Rifondazione Comunista – denuncia: “Siamo stati arrestati dalla polizia Turca che ci ha tenuto 4 giorni in isolamento in celle sotterranee con l’unica colpa di essere stati testimoni dei bombardamenti che l’esercito Turco compie quotidianamente sui villaggi Kurdi del sud della Turchia, incendiando villaggi, boschi e raccolti. In seguito agli interessamenti della nostra ambasciata siamo stati processati e assolti dall’accusa di terrorismo e spionaggio internazionale ma dopo la nostra messa in libertà da parte della magistratura, la polizia ci ha nuovamente arrestato e dopo averci rinchiuso in un CIE in cui non erano rispettate le minime condizioni igienico sanitarie – ma su cui capeggiavano le insegne dell’Unione Europea – ci ha espulso in Italia solo dopo il nostro impegno, (preteso dalla polizia turca con la minaccia di allungare i tempi previsti per il rientro, ndr), a pagare i costi del viaggio dei nostri carcerieri che dovevano scortarci all’aeroporto di Istambul. Questo indica che la nostra non è una vicenda individuale ma evidenzia come il governo turco – che ha proclamato lo stato di emergenza nelle aree abitate dai Kurdi fin dal 1987 – voglia reprimere la popolazione Kurda senza che vi sia alcuno che possa testimoniare delle barbarie compiute dall’esercito. Questo è il vero problema politico di cui parla il nostro arresto e la nostra detenzione”.
Claudio Tamagnini – attivista della rete italiana International Solidarity Mouvement – ha sottolineato come “la politica dello stato Turco è quella di aggredire militarmente il territorio abitato dai Kurdi facendo terra bruciata al fine di obbligare quote consistenti della popolazione a spostarsi in altre zone. Parallelamente il governo Turco insedia nelle aree sottratte ai Kurdi profughi siriani legati all’ISIS, al fine di costituirsi una base sociale di consenso nelle zone Kurde. Ci troviamo quindi di fronte ad azioni militari finalizzate alla distruzione dell’identità e all’integrità del popolo Kurdo.”
Paolo Ferrero, concludendo la conferenza stampa ha ringraziato il corpo diplomatico italiano che si è impegnato a fondo per la scarcerazione di Pietro e Claudio e ha denunciato come “Pietro e Claudio sono stati incarcerati con accuse assurde perché la Turchia non vuole che nessuno sia testimone e possa denunciare e documentare i massacri e le distruzioni di cui si rende quotidianamente responsabile il governo turco nei confronti della popolazione Kurda. I massacri e i bombardamenti che l’esercito Turco attua contro il territorio e la popolazione Kurda nel sud della Turchia non sono cominciati dopo il colpo di stato di Erdogan ma vanno avanti da decenni nella piena condiscendenza da parte dell’occidente. La Turchia fa parte della NATO e sono gli aerei della NATO che bombardano i villaggi di una popolazione inerme senza che il governo italiano, l’Unione Europea o gli Stati Uniti abbiano nulla da dire. Si tratta di una situazione di vergognosa complicità a cui occorre mettere fine immediatamente: l’Italia rompa immediatamente i trattati economici e militari con la Turchia che deve essere boicottata sino a quando Ocalan non sarà rimesso in libertà, sarà posta fine alle azioni di guerra contro i Kurdi, verrà riconosciuto il PKK”.
Fabio Sebastiani
11/8/2016 www.controlacrisi.org
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