CONTINUANO LE TRAGEDIE SUL LAVORO IN ITALIA NEL 2016: DA GENNAIO A LUGLIO 562 INFORTUNI MORTALI.

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Lo scenario delle morti bianche in Italia continua ad essere tragico. Da gennaio a luglio, infatti, nel nostro Paese si contano 562 infortuni mortali sul lavoro. Il numero purtroppo sempre drammatico vede una media di 80 vittime al mese, media che, calcolata settimanalmente risulta ancora più preoccupante raggiungendo i 20 infortuni mortali.

La più recente indagine condotta dagli esperti dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre sulla base di dati Inail, distingue 417 infortuni mortali rilevati in occasione di lavoro e 145 in itinere.
Un triste scenario in cui l’unico dato positivo è rappresentato dalla diminuzione pari all’11,7% della mortalità in occasione di lavoro da gennaio a luglio 2016, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
L’Emilia Romagna, con 56 infortuni mortali registrati in occasione di lavoro nei primi sette mesi del 2016, si mantiene in prima posizione, superando il Veneto e la Lombardia che si localizzano a pari merito al secondo posto (44 vittime).

Consultando quanto rilevato per macro aree territoriali, si nota che il Sud Italia continua a registrare il dato più drammatico, con un’incidenza della mortalità rispetto alla popolazione lavorativa pari al 28,2% (per milione di occupati) contro una media nazionale di 18,6. La classifica delle macro aree vede la triste ascesa al secondo posto del Nord-Est, caratterizzato da un indice pari al 19,3% (per milione di occupati).
Anche nei primi sette mesi del 2016, la provincia di Roma, con 19 vittime registrate, continua a condurre la tragica classifica provinciale delle morti in occasione di lavoro.

Il settore economico delle Costruzioni è quello che registra il maggior numero di vittime (50 casi pari al 12% del totale dei casi di morte in occasione di lavoro). Si posizionano al secondo posto le Attività Manifatturiere con 46 decessi (pari all’11% del totale).
Gli stranieri deceduti sul lavoro da gennaio a luglio 2016 sono 62 (il 14,9% del totale) e le donne 27. La fascia d’età più colpita, che rappresenta il 33,8% di tutte le morti rilevate in occasione di lavoro, è sempre quella compresa tra i 45 e i 54 anni. Tuttavia, l’incidenza più elevata della mortalità rispetto alla popolazione lavorativa coinvolge come sempre gli ultra sessantacinquenni.

I dati sopra citati sono disponibili attraverso la pubblicazione mensile sul sito www.vegaengineering.com.

Ufficio Stampa – Dott.ssa Marta Colpo

5/9/2016

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