Rifondazione organizza i ricorsi all’INPS per recuperare il maltolto sulle pensioni. Contro la legge Fornero e per dire No al referendum sulla Costituzione.
La controriforma Fornero delle pensioni ha rappresentato uno dei più violenti attacchi alle condizioni di vita delle lavoratrici e dei lavoratori, delle donne, dei giovani, degli ultimi decenni.
L’aumento fino a oltre 6 anni dell’età pensionabile significa per molte e molti non riuscire a sopportare la fatica quotidiana di un lavoro che si prolunga fino a 67 ed anche fino a 70 anni. Le donne pagano il prezzo più alto per la cosiddetta “equiparazione” a tappe forzate mentre continua a gravare su di loro il doppio lavoro produttivo e riproduttivo. I giovani vengono tenuti fuori dal mondo del lavoro perché la controriforma ha bloccato il ricambio generazionale: negati nella possibilità di costruirsi una vita e un futuro.
La controriforma Fornero ha rappresentato anche un attacco alle condizioni di vita di coloro che erano già pensionate e pensionati con il blocco delle rivalutazioni sulle pensioni in essere, se queste pensioni erano nel 2012 superiori a tre volte la minima, cioè superiori a 1405 euro lorde, circa 1200 euro netti. Un blocco che ha interessato non solo il 2012 e 2013, ma ha reso permanente nel tempo la riduzione del valore delle pensioni.
La Corte Costituzionale con la sentenza del 30 aprile 2015 ha dichiarato illegittimo il blocco delle rivalutazioni, in particolare con riferimento ai “trattamenti pensionistici di importo meno elevato”, in nome del principio di uguaglianza (articolo 3 della Costituzione), del diritto delle lavoratrici e dei lavoratori ad avere una retribuzione in “ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa” (art.36 della Costituzione), al diritto dei lavoratori a “mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria”(art.38 della Costituzione).
Il governo Renzi per rispondere alla sentenza della Corte ha varato un provvedimento a maggio 2015 che in nessun modo consente di recuperare il reddito perduto, neppure per quello che riguarda le pensioni di importo medio-basso. Per le pensioni di 1200 euro netti il rimborso è stato meno della metà del dovuto. Complessivamente a fronte di “risparmi” pari a circa 17 miliardi ne sono stati restituiti poco più di 2.
Per questo Rifondazione Comunista organizza nei suoi circoli i ricorsi all’Inps per recuperare il maltolto. Questo per noi è parte di una mobilitazione più generale per la cancellazione della controriforma Fornero. I provvedimenti annunciati dal governo Renzi per la prossima legge di bilancio confermano l’impianto della legge Fornero, con eccezioni limitate e non risolutive dei problemi drammatici creati dalla controriforma, né è accettabile in nessun modo che le persone si indebitino con le banche per poter andare in pensione con la cosiddetta Ape.
Questo impegno si salda anche a quello contro la “riforma” costituzionale del governo Renzi. E’ evidente che la controriforma della Costituzione punta a chiudere il cerchio delle politiche neoliberiste. Se passa il SI’ non si potrà neppure più organizzare la mobilitazione e il conflitto contro leggi profondamente ingiuste come la Fornero. Il contingentamento dei tempi (70 giorni) per il voto delle leggi definite prioritarie dai governi, la concentrazione di ogni potere nell’esecutivo, il taglio drastico degli spazi e dei diritti delle opposizioni, mirano a distruggere ogni possibilità delle persone di organizzarsi per far valere i propri diritti, blindando ancora di più le istituzioni rispetto ai bisogni sociali. Come dice JPMorgan vanno rottamate quelle Costituzioni che “prevedono la tutela costituzionale dei diritti dei lavoratori” e “il diritto di protestare se sono proposte modifiche dello status quo”.
Recuperiamo il maltolto, diciamo NO alla controriforma della Costituzione!
Roberta Fantozzi
28/10/2016 www.rifondazione.it
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