Vaccini e bugie, la parola ai medici contro le false credenze

 

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Se oggi l’Italia è diventata un Paese di nuovo a rischio morbillo, tanto da essere segnalati per i viaggiatori che arrivano dall’estero, è anche merito di un irrespondabile filone anti scientifico che in Italia ha trovato sponda politica nel Movimento Cinque Stelle di Grillo, fortissimo spcciatore di bufale, dalle scie chimiche, a «l’aids è una invenzione delle multinazionali» a l’autismo che sarebbe causato dai vaccini.  Una falsità senza alcun fondamento scientico, ma dura a morire, nonostante sia stato  dimostato che il medico inglese Wakefield aveva lucidamente manipolato i dati per ordire una truffa a scopo di guadagno ( ottenere risarcimenti dalle case farmaceutiche produttrici di vaccini). Non è bastato nemmeno che fosse radiato dall’ordine dei medici e che il suo studio fosse cancellato dagli archivi della rivista che l’aveva pubblicato. Una storia documentata, incontrovertibile, che abbiamo raccontato tante volte e tutte le volte che la rievochiamo compaiono frotte d troll che insultano e minacciano non avendo argomenti validi per contestare l’evidenza scientifica che non esiste alcun nesso vaccino trivalente e autismo.

Intanto la truffa di Wakefield «ha provocato danni enormi e continua a farlo» denuncia uno dei più grandi immunologi italiani Alessandro Mantovani. «Ci fu una caduta delle vaccinazioni nel Regno Unito e l’onda lunga si è sentita un po’ in tutto il mondo». In Inghilterra dopo quella vicenda, la Bbc ha deciso di stilire una lista qualificata di esperti da consultare, come codice di auto regolamentezione. I media italiani ne avrebbero un gran bisogno, visto che non passa giorno in cui in tv come sui quotidiani questioni medico- scientiche siano commentate da preti e da opinionisti senza una formazione appropriata rispetto al’argomento sul quale vengono chiamati ad esprimersi.

Quanto al Papilloma virus e al vaccino di cui si è occupata la trasmissione Report suscitando molte polemiche, forse è utile ricordare ciò che dice la letteratura scientica, ovvero che si tratta di un  virus molto diffuso e resistente ed è una delle principali cause di tumore all’utero, specialmente nei  Paesi più poveri dove non sono diffusi a sufficienza gli strumenti di prevenzionie. «Esiste in diverse forme, chiamate ceppi, ognuna identificata con un numero. Alcuni di questi ceppi sono praticamente inoffensivi per l’uomo, altri possono causare vari tipi di lesioni, altri ancora causano lesioni gravi fino al tumore», spiega il ginecologo e divulgatore scientifico Salvo Di Grazia, autore di Salute e bugie e del nuovo  Medicine e bugie. (Chiarelettere).  «Come per la maggioranza delle malattie virali non c’è una cura definitiva, si prova a distruggerle. Per esempio con il laser o con l’elettrobisturi o con un intervento chirurgico vero e proprio. Spesso sono necessari interventi ripetuti per distruggere completamente queste lesioni» spiega il medico siciliano, sul suo sito di informazione scientifica Medbunker. «Esiste un vaccino che permette di ridurre di moltissimo i danni dell’infezione. Altri mezzi, come il Pap-test, sono capaci di rilevare la presenza di lesioni (quindi il virus ha già esercitato la sua azione di danno) anche molto iniziali. Per controllare la progressione della malattia si ricorre ad esami di approfondimento, primo tra tutti uno che si chiama “colposcopia”, che consiste della visione ingrandita, tramite uno strumento apposito (colposcopio) del collo dell’utero.

Quanto al vaccino: «contiene solo parte del virus (e quindi non può causare la malattia) che crea anticorpi per i ceppi più a rischio del virus, oggi è disponibile quello che previene il contagio di 9 ceppi del virus, la quali totalità delle lesioni possono quindi essere prevenute. Il vaccino è molto efficace e non ha mostrato particolari effetti collaterali. Possono vaccinarsi sia uomini che donne».

Riguardo ai presunti effetti avversi dice il presidente della Società italiana di virologia, Giorgio Palù ribadisce: «Le evidenze scientifiche mostrano in maniera inoppugnabile come il vaccino anti-Hpv sia dotato di un ottimo profilo di sicurezza e di una straordinaria efficacia nel ridurre in maniera drammatica l’incidenza dell’infezione da Hpv e delle lesioni precancerose nei vaccinati. Queste condizioni sono entrambe necessarie per lo sviluppo del cancro del collo dell’utero e di altre neoplasie quali quelle dei distretti testa-collo, vulvovaginale e anale, come dimostrato da una serie di ricerche culminate con l’assegnazione del premio Nobel per la Medicina nel 2008».

Per concludere ci pare importante riportare ancora le parole di Salvo di Grazia, medico, ginecologo che lavora in ospedale, riguardo alla trasmissione Report e non solo: «Da ginecologo che cura proprio queste malattie, so cosa significa tumore del collo dell’utero (tema di una complessità enorme) e so che non si può liquidare un argomento con tanta leggerezza e nemmeno diffondere paure e dubbi perché una ragazza “si sente vuota” dopo la vaccinazione. Ha provato la giornalista a chiedere come “si senta vuota” una ragazza che ha avuto un tumore del collo dell’utero? Probabilmente no».

Simona Maggiorelli

19/4/2017 https://left.it

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