Il mistero buffo del rinnovo del contratto del pubblico impiego
Mai come negli ultimi anni i lavoratori e le lavoratrici sono stati tenuti all’oscuro delle trattative sui rinnovi contrattuali, informati con una piattaforma rivendicativa utile solo a vendere fumo perché nella sostanza i tavoli discutono di ben altro.
E’ una questione di democrazia vincolare la firma sindacale a quanto deciso nelle assemblee o nei referendum, la informazione avviene ormai a fatti conclusi quando la volontà dei lavoratori viene piegata sotto una montagna di ricatti, menzogne e luoghi comuni per dimostrare la bontà di un accordo, qualunque esso sia e a prescindere dai reali contenuti.
Gli ultimi mesi hanno dimostrato che dove i lavoratori hanno diritto di parola le intese sottoscritte da cgil cisl uil non hanno vita facile o vengono respinte in assemblea o nei referendum consultivi.
Il voto dei lavoratori quando esprime conflittualità e rottura rispetto ai dettami di Confindustria o di Maastricht viene dipinto dai giornali come privilegio di pochi. Vergognosa la campagna di disinformazione su Alitalia, lavoratori e lavoratrici vengono dipinti come dei privilegiati solo per avere respinto un accordo che avrebbe tagliato posti di lavoro e salario e non stiamo parlando solo di piloti ma di tante altre figure
In queste ore si è diffusa la notizia di un imminente firma dei contratti pubblici riguardanti oltre 3 milioni di lavoratori e lavoratrici o meglio la direttiva Madia da cui scaturisce l’avvio delle trattative tra Aran e sindacati.
Una notizia che arriva dai media mentre i sindacati “rappresentativi” tacciono forse perché “impagnati” nel lungo ponte di fine Aprile.
Ma l’atto di indirizzo che ci dicono imminente, e che dovrebbe dare il via alla apertura delle trattative per i rinnovi contrattuali con un anno e mezzo di ritardo da quando il blocco dei contratti era giudicato illegittimo, avrà adeguata copertura economica? E quanto verrà stanziato è sufficiente a recuperare il potere di acquisto perduto che corrisponde a non meno di 6/7 mila euro?
Sono domande semplici alle quali non segue risposta alcuna perché a leggere bene atti, normative e dati economici si capisce che se un rinnovo dovesse arrivare sarebbe sfavorevole per il potere di acquisto e di contrattazione di noi tutti\e.
Vogliamo quindi provare a sviluppare alcune considerazioni?
Ad oggi non esiste copertura economica per garantire a tutti\e gli 85 euro di aumenti medi in busta paga
Il Governo dovrà incrementare con la manovra di fine anni 2017 la cifra a disposizione per il rinnovo dei contratti, ad oggi sarebbero possibili solo aumenti inferiori a 40 euro e dilazionati nell’arco di un biennio. Consigliamo a tutti\e la lettura del testo della Corte dei Conti sul documento di programmazione economica perché da quelle pagine si capiscono bene gli scenari futuri fatti di contrazione del potere di acquisto dei salari
Nulla sappiamo su come si intenda concretamente superare la Legge Brunetta con le famigerate fasce di merito , del resto fino ad oggi abbiamo letto solo dichiarazioni di intenti mentre tutti sanno che con il prossimo rinnovo contrattuale dovrebbero entrare in gioco le fatidiche fasce di merito e, ad oggi ,un sistema alternativo alla Brunetta per distribuire il salario accessorio non esiste. Di questo e di tanto altro i lavoratori pubblici non hanno per altro mai discusso.
La sbandierata stabilizzazione dei precari rischia di escludere in partenza gran parte degli aventi diritto e si prefigura un conflitto tra gli stanziamenti per il contratto e l’assunzione di personale. L’obiettivo del Governo è quello di mettere in contrapposizione le legittime aspettative di 3 milioni di lavoratori e lavoratrici che da quasi 9 anni sono senza contratto e nuove assunzioni senza le quali numerosi servizi pubblici sarebbero al collasso
il passaggio del turn over dal 25 al 75% negli enti locali rischia di essere vanificato dai tetti di spesa e da tutte quelle regole che hanno distrutto la facoltà assunzionale nel pubblico impiego impoverendo i servizi al cittadino
Innumerevoli sono i motivi per essere preoccupati, preoccupa il silenzio che accompagna ogni decisione del Governo e la passiva accettazione dei sindacati rappresentativi ormai complici di tutti i disastri che hanno distrutto il nostro potere di acquisto e di contrattazione
Federico Giusti
*delegati e lavoratori indipendenti
Antonio Piro
*sindacato generale di base
29/4/2017 www.controlacrisi.org
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