La spending review abbatte i servizi e il costo del lavoro ma non le spese a carico dei cittadini. Fine di un luogo comune
Da una inchiesta de Il sole 24 ore si capisce molto del calo degli investimenti e della spesa per il personale.
Nel 2011 ad oggi si parla, spesso e volentieri, di revisione delle spese per la pubblica amministrazione, per usare un termine inglese di spending review.
Ora dovremmo capire se questa revisione della spesa ha portato benefici o svantaggi, a nostro modesto avviso ha indebolio il potere di acquisto e i salari delle lavoratrici degli appalti, ha ridotto il salario accessorio del personale pubblico ma il sistema degli appalti si è dimostrato comunque dispendioso.
Come accade nei paesi dove la sanità è per lo piu’ prativazzata, la spesa pubblica non cala nonostante privatizzazioni e riduzioni salariali e di organici.
Sarebbe poi opportuna una valutazione a partire dai bilanci pubblici perchè i tagli e le revisioni delle spese hanno di fatto annullato gli investimenti, anzi meglio di noi scrive Il sole 24 ore che parla di riduzione della Spesa“buona che produce ricchezza futura.
E’ del resto la storia delle privatizzazioni italiche degli anni ottanta e novanta con la distruzione di settori pubblici ad alto tasso tecnologico innovativo da cui il privato ha tratto beneficio e business.
Viene annullata la spesa per gli investimenti, si esternalizzano servizi ma le spese correnti continuano a crescere. Allora per ridurre all’osso ogni riflessione, non sarà colpa del pubblico ma di una gestione privatistica del pubblico se l’economia va male?
Di sicuro le politiche di austerità non aiutano gli investimenti e non rilanciano la ricerca e l’economia, gettano i salari nella stagnazione e necessitano di una revisione delle politiche del lavoro che riduce tutele individuali e collettive ai minimi termini.
L’aumento di 40 miliardi registrato dalle spese correnti al netto degli interessi fra 2011 e 2016 (+5,9%) da dove scaturisce? Piacerebbe saperlo certi che a pagarlo sono stati i lavoratori e le lavoratrici della Pa con il quasi decennale blocco dei contratti e i cittadini con servizi sempre piu’ scadenti
I soldi risparmiati sono serviti a pagare gli interessi del debito, le politiche di Maastricht non consentono di investire i risparmi.
Ma la realtà raccontata è invece un’altra , ossia che in Italia si spende troppo per welfare e pensioni.
Ovviamente stanno andando in pensione gli ultimi lavoratori che possono beneficiare di un assegno previdenziale dignitoso visto che tra 7\8 anni avremo i primi effetti negativi del sistema di calcolo contributivo.
Asserire che la spesa previdenziale è in crescita, seppure lieve, è un dato di fatto ma si dimentica che i posti di lavoro creati sono assai inferiori alle prospettive, manca insomma una forza lavoro nuovo contrattualizzata che lavorando incrementi la previdenza pubblica. Il patto generazionale sta saltando proprio per le politiche di austerità.
I nefasti effetti della Fornero sono in arrivo, le spese di assistenza si spiegano poi non solo con il pasticciaccio degli esodati, la crisi ha determinato maggiori ammortizzatori sociali e prestazioni sociali e il peggio deve ancora venire.
Stando ai dati, il potere di acquisto delle pensioni scenderà sempre piu’ nei prossimi anni e chi oggi ha 40\50 anni di età avrà assegni previdenziali da fame dopo salari precari e decisamente piu’ bassi di quelli dei loro genitori.
Le politiche di austerità hanno quindi abbattuto il costo del lavoro e i salari ma anche gli investimenti fissi mentre aumentano gli interessi sul debito
Dal 2008 ad oggi i dipendenti pubblici hanno perso qualcosa come 7000 mila euro di potere di acquisto, il monte salariale ha avuto la riduzione di 5,5 miliardi di euro, questi dati dimostrano che si è risparmiato sulla forza lavoro, sono crollati gli investimenti della Pubblica amministrazione e ormai si fa cassa con la vendita degli immobili (le famose alienazioni tanto care agli speculatori del mattone), i lavori pubblici stanno crollando (-36,4% dal 2008, da 28,2 a 17,9 miliardi, -11,8% anche nel 2016) e viene meno la manutenzione del territorio, delle strade e delle scuole.
Questa è la fotografia della spending review degli ultimi anni che ha impoverito la pubblica amministrazione cancellando gli investimenti e deprimendo i salari. Ma al peggio non c’è mai fine , tanto è vero che il Governo Gentiloni sta pensando a nuove revisioni di spesa.
Federico Giusti
8/5/2017 www.controlacrisi.org
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