Amianto, il caso di Pomezia
“…Barista: Oggi, in questo paese, essere povero sta diventando pericoloso.
-Giudice: E’ sempre strato pericoloso essere povero!…”.
(dal film “I CANCELLI DEL CIELO” di M: Cimino)
Noi potremmo dire:
“ Barista: Oggi, in questo paese, l’amianto sta diventando pericoloso.
-Giudice: L’amianto è sempre stato pericoloso!”
Partiamo dal recente incendio avvenuto a Pomezia, La procura di Velletri conferma ufficialmente che, l’amianto sulla copertura dell’ECO X c’era.
L’impianto di rifiuti di Pomezia, sulla Pontina, distrutto da un incendio ha generato un inquinamento di diossina e di amianto che per ora non è stato possibile valutare con precisione.
La Asl di Roma 6 assicura che l’attività di monitoraggio è partita già dalle ore immediatamente successive all’incendio; si stima che il pericolo per la salute dei cittadini interessi oltre a Pomezia anche il quadrante sud di Roma e si suppongono danni al terreno e alle filiere alimentari.
Ricordiamo che in Italia, l’uso dell’amianto è proibito dal 1992 con una legge che ne vietava non solo l’utilizzo ma che imponeva pure lo smantellamento con relativa bonifica. La legge è naturalmente ancora in vigore ma l’attuazione dell’eliminazione con relativa bonifica è stata solo parzialmente attuata, per cui nel nostro paese esistono, ancor oggi, tonnellate di amianto sia in luoghi privati che in innumerevoli luoghi pubblici (scuole di ogni ordine e grado, palestre, case comunali, magazzini etc.), sia su di un numero enorme di mezzi, pubblici e non, di trasporto (treni, aerei, autobus, tram, navi, etc.).
La sensibilità, che è legata alla conoscenza, popolare sul “problema amianto” è molto bassa e ondivaga, è legata, come tutto del resto, all’informazione e solo gli amici ed i parenti di coloro che hanno già perso la vita in seguito agli effetti della polvere d’amianto, ne sono dolorosamente coscienti.
La pericolosità di questo materiale colpisce sì chi lo lavora ma anche coloro che ne sono nelle vicinanze respirandone le sottilissime polveri vaganti nell’aria. Purtroppo il danno, irreparabile sugli essere umani, ha una latenza lunghissima ed impiega anni prima di manifestarsi e condurre alla morte.
Le proprietà tecniche di questo materiale sono innumerevoli e quando s’iniziò ad utilizzarlo, si credette d’aver scoperto una cosa meravigliosa, leggero, resistente, isolante acustico, barriera contro gli incendi e così via, ma pare ormai accertato che i produttori conoscessero, già fin da subito, gli effetti dannosi che poteva provocare, ma si tacque e si continuò imperterriti la produzione, anche quando iniziarono a manifestarsi le prime tragedie; pare impensabile un atteggiamento simile, ma il produrre, in questa società in cui viviamo, non obbedisce ai bisogni dell’uomo ma, come sappiamo tutti, ad una sola e semplice regola;” si produce per il profitto, non per l’uomo”. Ricordiamo poi che ancor oggi molte nazioni del mondo, continuano a estrarre e usare l’amianto nei più disparati rami della produzione.
I morti per incidenti sul lavoro avvengono quotidianamente, ed i morti per amianto in Italia hanno ormai superato la cifra terrificante di 21.000 persone, a cui pare si debbano aggiungere altre 4000 decessi annuali a causa, come detto precedentemente, della latenza degli effetti delle polveri dell’amianto.
Noi sul nostro sito vogliamo aprire una finestra che riguardi specificatamente questi eventi e che permetta un’informazione costante, da parte dei vari comitati che si interessano della difesa del lavoratore sui posti di lavoro e nel territorio, perché crediamo così di aiutare ad incrementare i livelli di coscienza e di conoscenza dei cittadini sulle condizioni di precarietà e di insicurezza in cui si trovano costretti ad operare.
Come CIVG, presentammo recentemente, assieme a “Medicina Democratica ” il libro “AMIANTO: MORTI DI PROGRESSO” di Michele Michelino e Daniela Trollio (edizioni DEL FARO)
Invitiamo i nostri lettori a leggere questo libro che offre una documentazione sulla lotta per la salute nelle fabbriche e nel territorio ed anche gli atti processuali del “Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio”.
Il libro è disponibile scrivendo a info@civg.it
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