G20 Amburgo. Accanimento giudiziario contro gli attivisti arrestati. La testimonianza della mamma di Fabio
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Fabio Vettorel, Maria Rocco, Alessandro Rapisarda, Orazio Sciuto, Riccardo Lupano e Emiliano Puleo, fermati e arrestati durante il vertice del G20 ad Amburgo, sono ancora in carcere.
La madre di Fabio, cominica che da venerdì sera è in regime restrittivo. Continua la ricerca di un capro espiatorio da parte della giustizia tedesca, nel disinteresse totale della farnesina, governo e autorità italiane.
“Sono ad Amburgo da quasi tre settimane, che ho trascorso cercando di risolvere le continue difficoltà per avere permessi di visita, consegnare cambi di vestiario, far arrivare a Fabio dei libri, dei francobolli, il permesso di telefonare. Tutte cose che rientrano nei suoi diritti.
Cerco di riassumere molto brevemente questi ostacoli. Ho incontrato grandi difficoltà nel mettermi in contatto con l’ufficio visite del carcere per fissare e per confermare le visite. Il numero è sempre occupato oppure, se suona libero, nessuno risponde. Le telefonate devono essere fatte in tedesco.
Dopo un mese di detenzione ancora Fabio non ha ancora potuto usare il telefono del carcere. Prima ci era stato detto che non era possibile, poi i moduli da compilare da parte di Fabio erano scritti solo in tedesco, alla fine la tessera telefonica gli è stata consegnata ma non era operativa.
Difficoltà simili per fare la richiesta di francobolli per poter inviare le lettere che scrive.
La mancanza di una corretta informazione sulla modalità e sulla frequenza di consegna di vestiario e altri beni consentiti ha avuto la conseguenza di una prima mia consegna di due pacchi preparati velocemente e con un peso molto inferiore a quello massimo previsto. Un paio di giorni fa ho scoperto che la prossima consegna potrò farla solo l’11 novembre!
Per il problema dei libri questa settimana ho iniziato a seguire la procedura concordata: Fabio ha compilato la richiesta con i titoli di 5 libri e l’ha presentata per l’autorizzazione. I libri possono non essere autorizzati, se i titoli sono considerati non adatti. Sembra siano stati autorizzati, quindi ho provveduto all’invio con Amazon che ha consegnato il pacco oggi. Non so se gli sono stati consegnati.
La maggior parte delle difficoltà che Fabio ha incontrato in queste settimane derivano dal fatto che non conosce la lingua tedesca, come non la conosco io del resto. Per fare un esempio, per qualsiasi richiesta deve compilare un modulo, che è presente solo in tedesco. Inoltre ha una conoscenza a livello scolastico dell’inglese, che comunque non gli è di grande aiuto, visto che gran parte del personale del carcere non riesce a comunicare in inglese. Nonostante queste difficoltà linguistiche siano state fatte presenti da più parti, solo ieri sono venuta a conoscenza che all’interno del carcere lavora un’impiegata responsabile dei rapporti con gli stranieri che parla in italiano e che in queste quattro settimane non ha mai incontrato Fabio!
Ma il peggio devo ancora raccontarlo. Da ieri sera, Fabio è sottoposto a un regime di detenzione restrittivo. Tutte le visite dovranno essere autorizzate dal tribunale e potranno avvenire in presenza della polizia e di un interprete. Tutte le sue telefonate, se per caso decidessero di iniziare a lasciargliele fare, dovranno essere autorizzate e saranno controllate. Tutta la sua posta in uscita e in entrata sarà acquisita dalla Procura, tradotta e controllata. Tutti i pacchi dovranno sottostare agli stessi controlli.
Lui è stato avvisato di ciò, ed è molto amareggiato per questa decisione. Lo sono anch’io, soprattutto perché questo nuovo regime non mi permetterà di visitarlo nei prossimi giorni come già concordato e potrebbe arrivare ad annullare ogni possibilità di contatto con lui.
L’atto ufficiale di restrizione ancora non è stato consegnato, quindi non ne conosco le motivazioni. Posso supporre siano collegate a possibili comunicazioni con la stampa. L’avvocatessa di Fabio considera questa decisione illegittima, in quanto Fabio si trova in custodia preventiva solo per evitare il pericolo di fuga. Quindi non può essere limitato in alcun modo il suo diritto di comunicare con l’esterno del carcere. Valuterà in che modo procedere contro questa assurda decisione.
Io continuerò a scrivergli lettere lunghissime, ricopiando anche testi di libri, canzoni, poesie. Per farlo sentire meno solo, in questo momento che stanno rendendo sempre più pesante.”
Anche Pippo Rapisarda, padre di Alessandro, di ritorno da Amburgo, afferma: ” A carico di mio figlio c’è un disturbo della quiete pubblica e tentata lesione. Accuse che non giustificano la carcerazione preventiva. Ho chiesto agli avvocati se la polizia italiana avesse mandato una segnalazione a quella tedesca. Non risulta nulla. Gli stessi tedeschi si sentono oppressi da questo comportamento. Sono molto amareggiato. Il governo italiano non ha ancora risposto alle interrogazioni. Alessandro ha perso il lavoro. A settembre rischia di non potersi iscrivere alla laurea specialistica. Stiamo premendo sull’ambasciata per trasferire con gli altri l’altro catanese che non parla le lingue, ma ad oggi non lo hanno trasferito. Questa situazione mi ricorda le leggi speciali degli anni Settanta in Italia”
Fina Fontana la mamma di Emiliano Puleo denuncia che «La Farnesina non si è fatta sentire mai, io non so manco se esiste. Emiliano L’ho visto venerdì scorso solamente per un’ora, e ora potrò rivederlo domenica prossima. Le sue condizioni fisiche non sono male, nel senso che non fa lo schizzinoso e mangia quello che gli passano. Certo, è un po’ depresso perché i tempi si prospettano lunghi. Non ha fatto niente di male, si è trattato di un vero e proprio rastrellamento da parte della polizia, bastava avere una felpa nera o non parlare tedesco. So che nella stessa Germania ci sono interpellanze in merito, perché le misure di repressione adottate sarebbero fuori dalla Costituzione. Mio figlio stava andando in albergo, era stato fermato poco prima e rilasciato. È partito pagandosi l’aereo e l’albergo, lavora nell’azienda agricola di famiglia e si era concesso questa manifestazione, è andato insieme al fotografo Francesco Bellina e zoppicava quel giorno perché 24 ore prima era stato colpito dagli idranti della polizia. Pensavo che lo liberassero subito invece qui il tempo passa e non succede nulla di nuovo. Vogliono dissuadere alla ribellione e al dissenso, ma non sanno che più reprimono e più alimentano il senso di ingiustizia. La pentola continua a bollire anche se ci metti sopra il coperchio. Siamo di fronte un muro di gomma. coi genitori degli altri ragazzi siamo in contatto attraverso whatsapp, è un modo per passarci le notizie e rincuorarci. Personalmente ho dovuto pure imparare a usare Facebook”
Il deputato della Linke Martin Dolzer sostiene che «la maggior parte degli stranieri hanno accuse minori rispetto ai tedeschi che sono stati rilasciati. Persino l’offerta di una cauzione o la residenza in Germania in attesa del processo non hanno favorito il loro rilascio finora. Ad alcuni di loro è stato proibito anche l’accesso alla biblioteca «perché i manifestanti non hanno bisogno di leggere. È un caso di abuso dei diritti umani e un segnale che lo Stato prova a punire i manifestanti provenienti da altre nazioni, in contrasto con la legge tedesca ed europea”
” In nessun caso sono emersi elementi probatori tali da giustificare il trattenimento in carcere dei nostri connazionali – aggiunge Erasmo Palazzotto (Sinistra Italiana) – Nel caso di Maria Rocco, la ragazza è stata tratta in arresto mentre portava soccorso ad una ragazza ferita con una frattura scomposta alla gamba».
«Nel cuore dell’Europa è stato creato uno stato di eccezione – sostiene Eleonora Forenza, eurodeputata dell’Altra Europa – Io stessa sono testimone del comportamento folle della polizia ad Amburgo dato che sono stata arrestata con altre 14 persone perché parlavo italiano e indossavo una felpa nera. E questo nonostante avessi mostrato il tesserino di parlamentare. Il comportamento del governo tedesco, e dell’ambasciata in Italia che si è rifiutata di riceverci è vergognoso, non intendono rendere conto di quanto sta accadendo. Una legge ha inasprito i poteri della polizia tedesca una settimana prima del G20. È stata presentata un’istanza alla Corte Costituzionale per dichiarare illegittima la legge. La sentenza potrebbe arrivare solo tra due o tre settimane, mentre i ragazzi rischiano di restare agli arresti fino a sei mesi. Il giudice ha negato la libertà in cambio di una cauzione di 5 mila euro e i domiciliari in Germania perché ci sarebbe un «pericolo di fuga”
Tutto questo non fa che aumentare il senso di rabbia e rivalsa nei confronti di quella che sta assumendo sempre più le forme di una “vendetta di Stato”.
Ma non mancano le continue espressioni di solidarietà verso le persone ancora detenute. Oggi si terrà una manifestazione di solidarietà ad Amburgo, con appuntamento alla fermata del tram Billwerder-Moorfleet e diretta al carcere di Billwerder. In contemporanea ci sarà anche un presidio a Genova.
Da parte nostra invitiamo tutti a inviare lettere, cartoline, messaggi di solidarietà e complicità a Fabio, Maria, Alessandro, Orazio, Riccardo e Emiliano.
La solidarietà è un’arma, ma a volte anche una penna. Qui di seguito gli indirizzi:
Jva billwerder
Dweerlandweg n° 100
22113 hamburg
Germany
EMILIANO PULEO (02/02/1987)
Jva billwerder
Dweerlandweg n° 100
22113 hamburg
Germany
ORAZIO SCIUTO
Jva billwerder
Dweerlandweg n° 100
22113 hamburg
Germany
ALESSANDRO RAPISARDA
Jva billwerder
Dweerlandweg n° 100
22113 hamburg
Germany
MARIA ROCCO (05/02/1994)
Jva billwerder
Dweerlandweg n° 100
22113 hamburg
Germany
FABIO VETTOREL (02/12/1998)
JVA Hahnöfersand
Hinterbrack 25
21635 Jork –
Germany
6/8/2017 www.osservatoriorepressione.info
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