Salute e Lavoro, l’8 novembre a Viareggio per una Rete autogestita e contro l’attacco ai diritti. Appuntamento di lotta e di studio nel convegno promosso da Medicina Democratica e dai Cobas per costruire quella mobilitazione necessaria a unire le istanze di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro con la difesa dei lavoratori e dalle lavoratrici attaccati da un Governo che cancella diritti e vuole renderci tutti licenziabili e precari.

(STR/AFP/GettyImages)

Creare una rete di Sportelli, Osservatori, di RLS, medici, operatori ASL che oggi si ritrovano ad operare spesso isolati e frammentati, e con non poche difficoltà.(Dopolavoro Ferroviario 10-26,30). Qui di seguito la presentazione del convegno a cura di Federico Giusti e Marco Spezia.

“La legge di stabilità andrebbe chiamata con il suo vero nome: legge di instabilità, precarietà e insicurezza sul lavoro, stando a quanto prevede il Jobs Act e i tagli alla sanità che riguarderanno anche alcuni servizi/uffici ASL legati alla prevenzione della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

In silenzio, con il Jobs Act, sta passando un ulteriore ridimensionamento degli uffici preposti al controllo della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, una riduzione degli ispettori che già sono sottodimensionati rispetto alle reali necessità (attualmente gli Ufficiali di Polizia Giudiziaria delle ASL riescono a controllare non più del 5% delle aziende).

Dopo avere svuotato e indebolito, negli ultimi anni, il D.Lgs.81/08 “Testo Unico sulla sicurezza” (con il D.Lgs.106/09 di Berlusconi e con il Decreto del Fare di Monti), nell’ottica di alleggerire e ridimensionare le responsabilità dei datori di lavoro, dopo sentenze di Tribunale che riscrivono la giurisprudenza penalizzando i lavoratori, ora arriva anche la legge di stabilità che va ridimensionando quel complesso di figure tecniche e mediche le quali dovrebbero essere parti integranti dei dipartimenti di prevenzione.

L’obiettivo del Governo Renzi è lo smantellamento delle strutture ASL che si occupano di salute e sicurezza, o almeno il loro ridimensionamento ai minimi termini che si tradurrà nella impossibilità di operare sui territori.

Tutto questo si inserisce in un contesto in cui il Jobs Act aumenta anche la precarietà del lavoro e di conseguenza (come le statistiche degli infortuni mostrano chiaramente) diminuisce la tutela dei lavoratori che sono più ricattabili e quindi che hanno sempre più paura a lamentare condizioni di lavoro a rischio per la salute e sicurezza.

E con ciò potranno dormire sonni indisturbati gli imprenditori, i palazzinari, gli speculatori e quanti ritengono le normative a tutela dei lavoratori un ostacolo ai loro interessi (“un lusso che non ci possiamo permettere” come disse Tremonti), ostacoli da rimuovere (come l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori) con la compiacenza di un governo che fa gli interessi dei banchieri e dei poteri forti a discapito della tutela e della dignità dei lavoratori”.

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