Napoli. Manifestazione e scontri a Bagnoli contro il decreto Sblocca Italia. Dalle trivelle agli inceneritori, dall’alta velocità agli aereoporti fantasma … c’è di tutto: la potenziale militarizzazione dei gasdotti di importazione di gas dall’estero, dei terminali di rigassificazione e relative opere connesse. Ci sono i costi di manutenzione degli alloggi del Progetto CASE (quelli dove crollano i balconi) da accollare ai terremotati dell’Aquila. Ovviamente non mancano tanto tanto asfalto e tanto tanto cemento. Più che un decreto è una bomba ecologica a frammentazione, le cui schegge multiformi colpiranno il suolo italico da nord a sud nei più svariati modi.
Migliaia di persone sono scese oggi in piazza a Bagnoli contro il decreto Sblocca-Italia approvato con il voto di fiducia da Camera e Senato. Questa mattina il corteo -quello convocato per dare il “benvenuto” a Renzi prima che desse forfait – è partito da piazzale Tecchio in direzione della Città della Scienza.
Un folto gruppo di manifestanti, una volta giunti davanti all’ingresso della Città della Scienza nella parte non distrutta dall’incendio doloso, ha provato a entrare forzando il cordone di poliziotti in tenuta antisommossa. I manifestanti hanno lanciato alcuni petardi, la polizia i lacrimogeni. Sono cominciati così scontri e cariche tra i manifestanti e la polizia. Guarda il video.
(foto dell’Ansa)
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La cronaca della giornata dalla Redazione di Napoli:
Oggi a Bagnoli Renzi non è venuto, ma in compenso quasi 5mila persone hanno manifestato da Piazzale Tecchio a Bagnoli. Probabilmente se il premier non avesse fatto trapelare nei giorni scorsi la decisione di non presentarsi più i numeri sarebbero stati ancora maggiori, ma ai movimenti antagonisti cittadini può sicuramente andare bene anche così.
Manifestazione depotenziata dalla sua prima ragione d’essere – ovvero contestare la visita di Renzi a Città della Scienza – ma che ha saputo mantenere intatte le ragioni principali alla base della protesta, criticando ad altissima voce il decreto SbloccaItalia approvato appena il giorno prima. Ci sono tanti studenti della scuola, i centri sociali ovviamente , con in prima fila i ragazzi del quartiere , l’Assise di Bagnoli , principali promotori dell’iniziativa di oggi, i lavoratori e delegati di Usb e Cobas, e una miriade di gruppi territoriali non soltanto napoletani. Il Comitato Acqua Pubblica di Giugliano, ad esempio, ma anche quello di Montesano sulla Morcellana in provincia di Salerno in lotta contro le trivellazioni petrolifere devastanti il territorio naturale; poi occupanti di case e disoccupati, partiti politici da Rifondazione comunista al Pcl e attivisti del movimento 5stelle capeggiati dal parlamentare Fico. Presente anche il Comune di Napoli tramite gli assessori Fucito e Piscopo e il vicesindaco Sodano.
L’aria è tesa sin dalla partenza, non succede nulla di particolare ma è un corteo strano. Non vi è musica dai furgoni ma soltanto arrabbiati interventi microfonati. Tanti. Si ha voglia di parlare, di esprimersi, d’altronde tra decreto sbloccaItalia e Job’s Act è chiaro a tutti che un’epoca si è definitivamente chiusa. Quella dei diritti e delle tutele. Gli attacchi degli ultimi vent’anni ai salari e alle condizioni materiali di vita trovano sintesi definitiva con il premierato di Renzi, di una cattiveria classista quasi unica. I partecipanti lo sanno. Ne sono consapevoli.
I giovani, poi, praticamente senza futuro. E questa rabbia come elettricità attraversa le strade del quartiere fino ad arrivare a via Coroglio, sede della Città Della Scienza, e dove sarebbe dovuto parlare Renzi.
Gli organizzatori del corteo vorrebbero entrare e svolgere nel piazzale interno un’assemblea. Viene informata di questo la Questura e alcuni dirigenti; siamo testimone oculare di questa comunicazione dal vivo, dicono che si può fare. Danno anzi istruzioni precise sull’ingresso sa cui entrare. Unica condizione posta è che nulla venga anche minimamente danneggiato. Ai contestatori va bene così, sembra la giusta mediazione.
La notizia viene pubblicizzata dagli altoparlanti proprio per condividere con tutti la questione. Sembrano proprio non esserci problemi e invece, arrivati all’ingresso di Città della Scienza, ad accogliere i manifestanti si schierano blindati extralarge e cordoni di polizia in assetto da battaglia, con casco e scudo. La tensione ovviamente sale a mille e per almeno un quarto d’ora il fronteggiarsi porta solo a spintoni e insulti.
Poi la spinta sempre più decisa della folla e la polizia decide di caricare. Accompagnando il tutto con un numero incredibile di lacrimogeni. Il corteo si spezza in due. E’ fuggi-fuggi generale. Gli occhi bruciano maledettamente. Viene malamente spintonato e buttato a terra anche l’assessore al Bilancio Comunale Fucito, del Prc.
Nel frattempo ragazzi arrabbiatissimi erigono barricate con cassonetti dell’immondizia e travi prelevate da un vicino cantiere. Volano lacrimogeni e volano pietre. Per 2 manifestanti feriti deve accorrere l’ambulanza. Uno di questi è “il compagno Eddy” , animatore e portavoce del collettivo Iskra di Bagnoli, colpito da un candelotto al petto.
Diciamolo subito: non è stata una carica esageratamente violenta, ma decisamente inspiegabile con le dinamiche della piazza. Che senso ha stipulare accordi, seppure informali, con i manifestanti e poi rimangiarsi tutto al momento della verità? Quello di attirare in una trappola il corteo e “vendicare” così la rinuncia del premier?
Dopo un’oretta circa viene permesso al corteo di ricongiungersi e ripartire. Ovviamente adesso i ranghi sono minori rispetto alla partenza. Gli occhi a tanti bruciano ancora. Alcuni lamentano di avere subito manganellate col manico e non “con la gomma”.
Il corteo stavolta si dirige al Politecnico dell’università Federico II, a Fuorigrotta per svolgere la programmata assemblea sullo Sciopero Sociale del 14 novembre, alle 16. Assemblea in cui era prevista la presenza anche del sindaco De Magistris, che invece darà in un certo senso “buca “perché trattenuto a Milano a una riunione dei sindaci dell’Anci.
Fare una valutazione generale sulla giornata di oggi è difficile. La vera vittoria degli organizzatori si era avuta con la rinuncia di Renzi a venire a Napoli, un inaspettato segnale di debolezza da parte del nuovo uomo forte della politica italiana e di rimando un segnale di forza da parte di chi anima conflittualmente il sociale a Napoli.
Anche i numeri della manifestazione sono oggettivamente confortanti. Il problema sarà adesso tenere un identico livello di tensione alle lotte. Tra una settimana di nuovo in piazza. Non solo manifestazione ma anche sciopero e attività varie quali boicottaggio, sanzionamento, sabotaggio ovvero tutto ciò che un movimento cittadino composito può mettere in campo per ribadire che il tempo delle chiacchiere è finito e che solo la lotta ci può salvare.
7/11/2014 www.contropiano.org
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