Rom di Borgaro (To): Rifondazione Comunista di Torino: “Basta sfruttare la miseria per foraggiare clientele varie”. In tanto la Commissione Europea ha minacciato in questi giorni di aprire una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per una politica di segregazione
Una delegazione di Rifondazione Comunista ha presenziato alla Conferenza Stampa che i residenti del campo Rom, strada dell’aeroporto di Torino, hanno indetto “contro gli sprechi e le inadempienze dei pubblici poteri, nonché la condizione di assoluta discriminazione e marginalità in cui siamo volutamente tenuti con gravi problemi di sopravvivenza”. La stessa comunità Rom è stata fatta oggetto nei giorni scorsi della proposta del Sindaco Pd di Borgaro dell’istituzione di due distinti bus di trasporto sulla tratta Borgaro-Torino, uno per i cittadini italiani, l’altro per i Rom. Una proposta all’insegna dell’apartheid. Contro questa proposta demenziale e la politica di ghettizzazione Rifondazione Comunista, nei giorni scorsi, ha incontrato i rappresentanti della comunità Rom, molti componenti dei quali fuggiti dalla guerra della ex Jugoslavia. Il quadro emerso è di una politica priva di un progetto adeguato di integrazione dal punto di vista lavorativo, abitativo, di vita sociale, di superamento della politica di segregazione dei campi.
Per Ezio Locatelli, segretario provinciale Prc, presente al campo insieme ad una delegazione del partito, “siamo in presenza di una politica irresponsabile, destinata ad aumentare marginalità e degrado sociale, ad alimentare forme di esclusione, discriminazione e razzismo. Non solo, come da denuncia dei diretti interessati, il campo è gestito in maniera tale da alimentare spreco di denaro pubblico a favore imprese varie che traggono lucro da lavori raffazzonati, con costi spropositati, senza dare risposta alle condizioni fatiscenti in cui è tenuto il campo stesso” . Non è un caso che la Commissione Europea ha minacciato in questi giorni di aprire una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per una politica di segregazione, quella dei campi, che “limita gravemente i diritti fondamentali degli interessati, isolandoli completamente dal mondo circostante e privandoli di adeguate possibilità di occupazione e di istruzione”. Per Locatelli “non si tratta di negare problemi di integrazione o anche di legalità ma è un fatto che questi stessi problemi siano alimentati ad arte da una politica dell’apartheid incompatibile con un paese civile. Basta con lo spreco di denaro pubblico, basta sfruttare la miseria per foraggiare clientele varie, basta fomentare la guerra tra poveri. Il Comune e il Governo perseguano politiche di integrazione” .
11/11/2014
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