Che succederà a Torino se quei tagli al welfare non verranno coperti?
«Leggiamo con preoccupazione la notizia per cui il bilancio della Città di Torino è stato licenziato con un taglio lineare sul capitolo welfare di oltre 2 milioni e mezzo di euro. Ciò significa che una spesa storica già insufficiente viene portata a un livello ancora inferiore, con il conseguente progressivo trasferimento del carico economico alle famiglie, in un contesto di generale impoverimento dovuto alla crisi, che continua a mordere tenacemente le fasce più deboli della popolazione».
A denunciarlo è Giancarlo D’Errico, direttore dell’ANFFAS di Torino (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o relazionale) e presidente dell’ANFFAS Piemonte, riferendosi appunto ai tagli previsti nel Bilancio del Comune di Torino per le spese di welfare, che da 44,6 milioni scenderebbero a 41,9 milioni. «E non è ancora chiaro – aggiunge D’Errico – se l’Amministrazione conta di recuperare risorse da altri capitoli per coprire il taglio, come proposto per il settore del trasporto delle persone con disabilità, che subisce una netta sforbiciata di 264.000 euro, ovvero del 5% in un solo anno, ma che sarà recuperata con i fondi di riserva».
«Non è dunque affatto rosea – sottolinea ancora l’esponente dell’ANFFAS piemontese – la situazione del welfare a Torino. Essa rischia anzi di andare addirittura fuori controllo, se associamo questi tagli al comportamento delle ASL, che cercano di limitare l’accesso ai servizi riservati alle persone con disabilità (centri diurni, comunità, domiciliarità ecc.) per mancanza di risorse, arrivando al punto che in taluni casi viene negata l’esistenza delle liste di attesa, in modo che le ASL stesse abbiano la possibilità di non farsi carico a tempo indeterminato delle richieste degli utenti. Si tratta di comportamenti gravissimi, perché la mancata presa in carico dei bisogni rischia di creare una situazione esplosiva. D’altro canto, se le ASL dovessero cambiare rotta ed essere coerenti nell’erogazione dei servizi necessari a tutte le persone che ne hanno bisogno, la parte di compartecipazione di competenza della Città sarebbe insufficiente, anzi drammaticamente insufficiente, alla luce dei recenti tagli. Senza introdurre la questione delle persone con disabilità ultrasessantacinquenni da inserire in RSA [Residenze Sanitarie Assistenziali, N.d.R.] per questioni di bilancio».
«La tutela dei diritti delle persone con disabilità – conclude D’Errico – e la non discriminazione tra cittadini è per noi dell’ANFFAS materia fondamentale. Vigileremo, quindi, e avvieremo ogni azione necessaria affinché i diritti di tutti siano garantiti nel loro esercizio,equità e fruibilità».
(S.B.)
17/4/2018 www.superando.it
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: segreteria@anffas.torino.it.
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