MIGRANTI NELL’OCCHIO DI UN CICLONE ANNUNCIATO

Odio mosso d’amore. Mai frase sembra più vera. Odio per questa sedicente sinistra che ha, in questi anni, preparato il terreno per l’egemonia della peggiore destra; odio per questo fascismo arrogante al potere; odio anche un po’ nei nostri riguardi per non essere riusciti ad impedire tutto questo.  Il Governo giallo-verde, si sa, utilizzerà la tattica del bastone e della carota per avere consenso.

Carota in forma, forse, di un reddito di cittadinanza ovviamente condizionato alla preventiva iscrizione ad un centro per l’impiego. Carota in forma di modifica della legge Fornero. Carote, appunto, perché accanto ad esse abbiamo ad esempio la previsione del potenziamento dei voucher e la mancanta messa in discussione del meccanismo contributivo, oltre ovviamente alla flat tax.

Ma sono sopratutto le bastonate annunciate quelle che preoccupano.

Su alcuni fronti, quello dei diritti delle donne ed dei diritti delle/dei LGBTQI, ho la sensazione che sapremo tenere botta. Ho il sentore che in questi anni sia stato fatto un lavoro anche culturale importantissimo, grazie ai movimenti che hanno combattuto ogni giorno. Su questo punto sono certa ci sarà la capacità di reagire con tutte le forze ai provvedimenti che cercherà di mettere in campo un fanatico integralista cattolico, omofobo, anti-abortista come Fontana. La lotta, qui, sarà non solo in difesa ma in attacco.

Sul fronte, invece, dei migranti il pericolo è grandissimo. È evidente che su quest’ambito abbiamo perso. Perso sul piano del consenso e della capacità di dare una percezione diversa ad un fenomeno che è stato narrato in maniera distorta e che ha portato al potere chi urlava “ruspa”, “stop invasione”, “tutti a casa”. L’abbiamo detto e ridetto che si fomentava l’odio e la guerra tra poveri ma non abbiamo avuto la capacità di disinnescare quei meccanismi perversi. Non siamo riusciti ad opporci con abbastanza forza alla campagna di criminalizzazione delle ONG, all’approvazione delle leggi Minniti/Orlando su immigrazione e pubblica sicurezza, agli accordi bilaterali per il rimpatrio, ai finanziamenti erogati alla marina militare libica. E, così, nell’opinione pubblica si è sedimentato il sentimento di rancore verso i migranti: fonte di spreco di risorse pubbliche; manodopera pronta a rubarci il lavoro, pericoli per la pubblica sicurezza. Il capro espiatorio perfetto.

Su questo tema, sia chiaro, l’asticella dell’inumanità è stata già superata.  Ma, forse proprio per questo, ci si può oggi spingere anche oltre. Il  nuovo ministro degli Interni Salvini nelle sue prime dichiarazioni   ha promesso di dare una sforbiciata a quei 5 miliardi per l’accoglienza; ha detto che “i clandestini devono fare le valige” ed ha definito il sindaco di Riace, Mimmo Lucano, uno “zero”. Nel contratto di governo si parla di rimpatriare i 500 mila migranti irregolari (dato di cui non sappiamo bene la fonte né se include anche quei richiedenti resi formalmente irregolari proprio dalle pratiche difformi delle questure); si vaneggia la volontà di introdurre delle fattispecie di reato che, se commesse dai richiedenti, ne comportino l’immediato allontanamento; si ipotizza la possibilità che la valutazione delle domande di protezione avvenga nel Paese d’origine; si invoca una ulteriore stretta ai ricongiungimenti familiari; si palesa l’intento di limitare la libertà di culto. Delle previsioni, dunque, terrificanti che si completano con altre proposte palesemente razziste presenti in altre parti del contratto di governo, come la volontà di rendere gli asili nido gratuiti per le sole famiglie italiane.

Nei territori in cui la Lega è già al governo i provvedimenti razzisti non sono mancati: dalla normativa sugli asili nido in Veneto (poi dichiarata incostituzionale dalla Consulta) passando per l’aumento della Tari solo per chi affitta appartamenti ai migranti, a Savona. Norme che sanno di 1938. Leggi fatte solo per togliere diritti a qualcuno, per privare donne-uomini-bambini della propria dignità umana. È chiaro che molti di questi provvedimenti arriveranno davanti alla Corte Costituzionale e, sicuramente, non lasceranno indifferenti la stessa Chiesa. E sia eventuali dichiarazioni di incostituzionalità sia prese di posizione del mondo cattolico sono le benvenute ma, in tutto questo, non possiamo mancare noi. C’è un pezzo di società solidale che esiste e resiste, un pezzo importante fatto di esperienze reali di mutualismo ed accoglienza. Toccherà far sentire tutta la nostra voce. Toccherà dar vita ad una opposizione radicale che sappia intraprendere una dura lotta per il riconoscimento di tutti quei diritti che vorranno annientare; per il riconoscimento di quella dignità che vorranno negare.

E sappiamo pure che la repressione verso attivisti e militanti sarà durissima, anche grazie alla normativa che già il caro Minniti ha lasciato pronta a Salvini (come daspo e flagranza differita). Ma c’abbiamo la pelle da rinoceronte e la consapevolezza che -oramai da tempo- l’obbedienza non è più una virtù. C’abbiamo dalla nostra, come al solito, la forza della ragione. Fussamaronn che, per una volta, c’avessimo pure la forza dell’organizzazione.

Federica Borlizzi

3/6/2018 https://comune-info.net

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