Il 16 giugno a Roma contro il governo delle diseguaglianze!
Sabato prossimo, 16 giugno, Potere al Popolo! sarà in piazza a Roma, al fianco della Federazione del Sociale dell’USB, per un corteo nazionale contro le diseguaglianze sociali.
Perché è importante che anche tu scenda in piazza?
Perchè bisogna dimostrare che esiste un pezzo di Paese che non ci sta alla direzione che il “contratto” di governo vuole imprimere. La Flat Tax, il provvedimento chiave del nuovo esecutivo, significherà sì una redistribuzione della ricchezza, ma dal basso verso l’alto. In questo il nuovo governo rischia di essere un Robin Hood al contrario: toglierà ai poveri per dare ai ricchi. Per questo non puoi stare alla finestra. Nella storia dell’umanità chi è rimasto a guardare non ha mai cambiato nulla.
Perché hanno ammazzato uno dei nostri, Soumayla, sindacalista dell’USB attivo tra i braccianti dei ghetti calabresi. E all’odio, sputato dai razzisti di ogni risma, Salvini in primis, dobbiamo contrapporre la solidarietà e l’unità di chi sa di essere dalla stessa parte. Di chi sa che o ne usciamo insieme o non ne usciamo affatto.
Perchè la vicenda della nave Aquarius, che ha salvato quasi 700 migranti, fra cui centinaia di donne incinte e bambini, ci dà una conferma: ci troviamo di fronte al governo più reazionario della storia del Paese.
Il rimpallo di responsabilità, parlare di emergenza e di “invasione”, giocare a fare il “governante” sulla pelle di persone che scappano da fame, miseria e guerre, ci ha restituito uno squarcio del futuro e dei tempi durissimi che dovremo affrontare.
O costruiamo una comunità di chi sta in basso, “fatica” ed è la vittima delle “riforme” che si succedono da anni, oppure continueranno a colpirci uno ad uno, e a farci male. Molto male.
Perché vuoi davvero lasciar credere che l’unica opposizione possibile sia quella del PD e dei suoi amici? Vale a dire l’opposizione di chi tutti i giorni richiama al rispetto delle regole imposte dall’architettura dell’Unione Europea e dalle istituzioni finanziarie internazionali? L’opposizione di chi per dire qualcosa contro la Flat Tax sa solo affermare che “siamo stati noi quelli che hanno abbassato le tasse alle imprese e dato miliardi di incentivi”?
Perché non esistono “salvatori” che ti tireranno fuori dalla palude. Perché nessuno risolverà i tuoi problemi al posto tuo. Perché il popolo o si salva da solo o è perduto.
Potere al Popolo
———————————————————————–
Da NOI RESTIAMO
PRIMA GLI SFRUTTATI: IL 16 GIUGNO PER LE STRADE DI ROMA!
L’emigrazione è per noi uno dei problemi principali che colpiscono i settori giovanili dei popoli della costa mediterranea dell’Unione Europea.
È una scelta obbligata, non data dalla volontà di spostarsi per andare a vivere in un luogo prescelto, ma determinata dalle condizioni del mercato del lavoro. È un problema strutturale, che ricalca la richiesta di manodopera altamente qualificata di quel capitalismo del centro-nord europeo, ad alta produzione tecnologica e specializzazione, funzionale alla costruzione del polo dell’Unione Europea a due velocità.
Parliamo dell’Italia, ma si potrebbe benissimo fare il medesimo discorso con Spagna, Portogallo, Grecia. I giovani emigrati, che sperano di trovare condizioni di vita migliori altrove, sono raddoppiati negli ultimi 10 anni, più del 30% di loro ha una laurea e ha completato la propria formazione in Italia, senza poi incontrare sbocchi lavorativi dignitosi. Se poi guardiamo al saldo migratorio – la differenza fra persone in entrata e in uscita – ecco che ci troviamo di fronte a un ribaltamento delle narrazioni tossiche, dato importantissimo da tenere in considerazione, se vogliamo contrastare la vulgata razzista e xenofoba di una presunta “invasione” dei migranti agitata in campagna elettorale.
Scappiamo dal Job’s Act, dalla precarietà e dal ricatto, dal 32% di disoccupazione giovanile, dall’altissimo numero di NEET, dai finti aiuti come la Garanzia Giovani, i tirocini gratuiti e gli stage non pagati, terminati i quali mai nessuno assume, dal pagamento a cottimo, dal lavoro minorile dell’Alternanza Scuola-Lavoro.
Di fronte a questa situazione, rifiutiamo facili (e false) soluzioni individuali non in grado di invertire la rotta, non accetteremo passivamente le ricette di una classe dominante sempre pronta a eseguire celermente le direttive emanate da Bruxelles, o da sindacati complici che hanno contribuito allo smantellamento del mondo del lavoro negli ultimi vent’anni. Dobbiamo essere all’altezza dei tempi, in grado di pensare e organizzare soluzioni collettive che puntino alla ricomposizione di un blocco sociale disgregato, che sappiano unire le diverse forme dello sfruttamento del mondo del lavoro e anche del non lavoro.
Siamo stanchi di morire di austerità.
I due giovani architetti Italiani morti l’anno scorso nel rogo della Grenfell Tower, la baraccopoli verticale del centro di Londra ricoperta da materiale altamente infiammabile per risultare più gradita agli occhi dei benestanti del quartiere, sono il segno di una generazione che scappa in cerca di dignità ma trova solo sfruttamento o peggio ancora la morte.
La ricattabilità, la mancanza di diritti e di tutele è la condizione che accomuna tutti i migranti, a partire proprio da quelli che sbarcano sulle coste del Sud Italia. Il clima di odio e di guerra tra poveri– e ancora più poveri – che si respira oggi è stato sapientemente preparato negli anni, arrivando al suo apice con il decreto Minniti-Orlando, con gli applausi dei fascioleghisti e dai pentastellati. Non per niente, due giorni fa lo stesso Salvini ha definito “un buon lavoro” l’operato di Minniti in tema di immigrazione.
La “pacchia” dei migranti che arrivano in Italia ha la faccia di baracche-dormitorio e tre euro l’oraper spaccarsi la schiena nei campi di pomodori, dell’omicidio padronale di Abdel Salam a Piacenza, della sparatoria del nazista Traini a Macerata, della pallottola alle spalle di Soumaila Sacko in Calabria.
È necessario ribaltare il presente, costruire un’alternativa qui ed ora, per questo ci vediamo in piazza il 16 giugno a Roma con tutti coloro che stanno rispondendo alla chiamata della Federazione del Sociale dell’USB, fianco a fianco di migranti, precari, disoccupati, senza casa, pensionati, abitanti delle periferie. Insieme a tutte le fasce sociali più deboli, senza differenze di colore della pelle e di paese di provenienza, per batterci per una vera lotta alle diseguaglianze sociali, per invertire le priorità, rimettere al centro gli interessi delle classi subalterne: #primaglisfruttati, un programma di lotta, non un semplice hashtag.
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!