“Io fannulone della Pubblica amministrazione? Ma fatemi il piacere…”. I lavoratori si raccontano
Michele, 62 anni e mezzo, da 40 in Comune, terza media e un profilo da esecutore tecnico.
“Sono uno degli ultimi operai, dopo di me non ne arriveranno altri perchè si assumono solo livelli alti. Il nostro lavoro? Lo fanno le cooperative e i global, magari con stipendi inferiori di 300 euro ai nostri. Quando sono entrato in Comune ero felice dello stipendio fisso, ho messo su famiglia e comprato una casa . Oggi non potrei farlo perchè gli stipendi sono fermi, gli aumenti di pochi euro, straordinari tagliati. Dall’elettorale ai traslochi, dalle feste patronali agli eventi, prima eravamo in tanti e con tanti straordinari, ora siamo in pochi, sono aumentate le responsabilità , non ci sono piu’ progetti incentivanti. I carichi di lavoro sono aumentati, a quasi 63 anni non hai piu’ energie per i lavori pesanti, se protesto mi mandano in portineria e forse neppure lì visto che stanno per privatizzare il servizio. Le dichiarazioni della Ministra non sono di aiuto, io ho votato Lega dopo 40 anni di voto a sinistra, sono stanco del Pd e di chi ha fatto tante promesse ma poi ci hanno aumentato l’età pensionabile. Spero che il Governo applichi la quota 100, nell’arco di pochissimi mesi andrei in Pensione, in caso contrario dovrò trattenermi in servizio per almeno due anni e non ce la faccio piu’ a fare questo lavoro. Quello che mi colpisce è la mancanza di attenzione verso di noi, come si puo’ pensare che a 62 anni i carichi di lavoro siano superiori a quelli di quando ne avevo 45 ? Mia moglie ha 60 anni è infermiera e lavora in una residenza per anziani, il suo lavoro è massacrante. Puo’ capitare di commettere degli errori, eppure basterebbe assumere piu’ personale e ridurre l’orario di lavoro. Il cartellino? Puo’ anche succedere che tu vada al bar dieci minuti durante la giornata di lavoro, ma pensate che quella pausa non sia utile a recuperare energie fisiche e mentali? Oppure ci volete schiavi? Per le elezioni ho lavorato 13 ore e mezzo con una pausa di 45 minuti timbrata. Magari la pausa è stata di 60 minuti effettivi. Ho forse commesso un reato? Io penso di no. Mia moglie deve ancora fare le ferie del 2017, eppure una paziente è caduta dal letto fratturandosi il bacino e si è presa una denuncia, abbiamo pagato oltre 8 mila euro di avvocato senza alcuna tutela da parte della azienda, ci siamo accontentati della prescrizione di un reato per altro mai commesso, dopo 8 anni trafile giudiziarie eravamo senza speranza di giustizia. Mia moglie è caduta in depressione, per un anno è stata a casa, ha optato una licenza senza retribuzione per recuperare la condizione psichica necessaria a tornare al lavoro. Ha 34 anni di contributi, troppo pochi per la pensione ma è così logorata da non immaginarsi quale sia il suo futuro. Dall’azienda mai arrivata una nota di scuse, sarebbe stato sufficiente assumere personale per evitare la caduta del paziente e noi avremmo risparmiato anni di calvario e una spesa economica che ancora grava sulle nostre spalle”
Serena, 63 anni, da 38 maestra di asilo.
“Vogliono mettere le telecamere nei nidi e nelle materne, ci sono stati casi di maltrattamenti, si trattava di educatrici che avrebbero dovuto già essere in pensione. Non le giustifico, anzi con il loro comportamento hanno messo in cattiva luce noi tutte, mortificato impegno e professionalità. Ora molti genitori non si fidano piu’ di noi, siamo state costrette a ricostruire un rapporto di fiducia con genitori e cittadinanza, una faticaccia restare i pomeriggi, senza retribuzione, a disposizione per chiarimenti e delucidazioni. Questo lavoro non ci è stato riconosciuto, eppure per noi era di fondamentale importanza restituire dignità all’operato delle educatrici. Il nostro è un lavoro logorante, credo che dopo 35 anni di nido o materna dovremmo essere riqualificate e fare altro, a contatto con le bambine e i bambini dovrebbero starci maestre piu’ giovani. Il nostro lavoro poi viene gravato anche da incombenze burocratiche, mi si impone l’utilizzo del pc per le comunicazioni di servizio. Sono minuti preziosi che ogni giorno sottraggo ai bambini o al recupero di energie che poi sono sempre piu’ carenti. Il nostro lavoro non cambia con la telecamera sempre accesa ma è innegabile che sentirsi costantemente sotto osservazione e giudizio non aiuta la serenità dell’educatrice nè agevola lo svolgimento di un lavoro che ha bisogno di tempo, tranquillità e condizioni ambientali ben diverse da quelle di una caserma. Una collega è stata messa alla gogna perché due bambine di 5 anni di sono spinte in giardino e una cadendo si è fratturata una mano. Procedimenti disciplinari, una sospensione e un costoso ricorso al Giudice ancora senza risposta dopo un anno e mezzo. Le impronte digitali? Mia madre era ebrea, mi sembra di tornare ai tempi delle persecuzioni nazi fasciste.”
Antonio, 64 anni, un anno dalla pensione.
“Fa il vigile urbano, per 25 anni è stato motociclista, poi dopo un incidente è sceso dai mezzi a due ruote. Vivo nel terrore che alla prossima visita medica annuale sia dichiarato inidoneo, io sono entrato in Comune a 30 per fare il vigile e non so fare altro, in gioventu’ ho fatto il meccanico ma negli enti locali non esiste piu’ questa figura. Sono preoccupato di non essere idoneo al servizio esterno, perderei la qualifica e tanti soldi che mi servono per aiutare la figlia all’università e un altro figlio che lavora saltuariamente dopo la chiusura della fabbrica dove lavorava come informatico. Telecamere in caserma? Forse si ma perchè non inserire il codice identificativo agli agenti impiegati nelle manifestazioni? Ogni giorno veniamo impiegati in mansioni di ordine pubblico, il nostro lavoro è stato snaturato. Impronte digitali per il cartellino? Ma forse non sarebbe meglio che i dirigenti controllassero di piu’ il personale senza ricorrere a schedature di massa?”
Lucrezia, 53 anni, giunta in mobilità da un Comune del Veneto, da anni è distaccata alla Società della Salute dove si occupa dei progetti destinati ai giovani.
“Le droghe sono sempre piu’ diffuse, hanno tagliato i fondi per i progetti di recupero, lavoro fianco a fianco con le cooperative sociali. Nelle coop ci sono livelli di sfruttamento inauditi ma anche professionalità che gli enti pubblici dovrebbero tutelare. E invece? Tagli, solo tagli e altri ancora ne arriveranno con la Giunta di destra, non che quella del Pd abbia fatto grandi cose, io non li voto perchè sono di sinistra ma ho paura che sopprimendo i servizi sociali o riducendo quelli destinati a migranti e marginalità si finisca con il costruire un modello sociale regressivo. Ho scelto io di fare questo lavoro, difficilmente potro’ farlo con la riduzione del budget a progetti che ormai vivono sul volontariato,anche quello nostro visto che non ci sono ore di straordinario. Il cartellino con le impronte digitali? Ci sono mille modi per controllare le presenze, lo si faccia se rappresenta un problema ma credo che i veri problemi siano altri, andate a vedere i nostri luoghi di lavoro e gli strumenti esigui a disposizione. Altre dovrebbero essere le priorità per i servizi pubblici.”
Fabrizio Salvatori
18/7/2018 www.controlacrisi.org
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