Accordo Ilva. Un capolavoro di captatio benevolentiae verso i poteri forti

Lo stabilimento Ilva visto dai tetti del quartiere Tamburi, 23 settembre 2013.
ANSA / CIRO FUSCO

Sulle pagine de Il Sole 24 ore di Sabato 8 Settembre (strane coincidenze, non trovate?) l’ intervista a Di Maio a segnare una svolta nel Mov 5 Stelle, l’archiviazione del movimento di protesta per indossare i comodi abiti della forza di governo “amica delle imprese”. L’intervista arriva poche ore dopo la sottoscrizione dell’accordo sull’Ilva con il pieno e convinto sostegno di Usb e Fiom, un accordo che lascia insolute tutte le questioni ambientali legate alla bonifica di un territorio devastato con numerose incognite occupazionali legate alle ditte appaltatrici . Si è persa per strada la volontà di riconvertire una azienda che in decenni ha prodotto non solo lavoro ma tumori e morte.
Ma focalizziamo la nostra attenzione sulle dichiarazioni di Di Maio augurandoci che i lavoratori votanti 5 Stelle aprano una seria riflessionesul consenso accordato nel segreto dell’urna.

Il Sole 24 Ore esulta davanti alla versione padronale del grillismo, non a caso riporta all’inizio dell’articolo la summa delle dichiarazioni di Di Maio

Confermeremo Industria 4.0 e il taglio del cuneo si farà, è parte della riforma fiscale. Ora che non siamo più antagonisti, abbiamo lavorato dalla stessa parte del tavolo anche per cercare insieme soluzioni concrete alla massa di scadenze, reiterazioni e adempimenti. Per le agevolazioni favoriremo in particolare l’accesso delle piccole imprese

L’antagonismo sociale e politico non è identificabile con i vaffa day o le invettive dell’antipolitica ma agli occhi della pubblica opinione queste trasformazioni padronali, giusto per restituire significati pregnanti ai concetti collegandoli a pratiche reali e non a qualche post sui social network, vanno analizzate e discusse.

Di Maio conferma il sostegno a Industria 4.0 che si basa anche sul jobs act, sarebbe forse troppo aprire una riflessione sui processi alla base di Industria 4.0 per dare indirizzi ben precisi alle attività industriali. Nel programma di Governo la cancellazione della precarietà sta lentamente scomparendo e alla fine si riscoprono i vecchi ammortizzatori sociali (due anni di cigs per gli operai delle aziende che chiudono i battenti) per fronteggiare la crisi occupazionale. Dai primi mesi di Governo si capisce che la Fornero non sarà cancellata ma appena ritoccata (cosa intendano per superamento non è di facile comprensione) e compatibilmente con le regole di Bruxelles, l’art 18 non verrà ripristinato, le bonifiche ambientali rinviate sine die per mancanza di soldi, non ci sarà il ripristino delle Province , nessuna svolta in materia di tutela ambientale, ricostruzione delle aree terremotate e impulso alla manutenzione stradale, le pubblicizzazioni delle grandi imprese privatizzate possono attendere.
In un colpo solo le promesse elettorali del Grillismo crollano come un castello di carte spazzate via dal vento, quel vento confindustriale a cui la quercia pentastellata si piega assumendo le sembianze del salice piangente.

Ma torniamo alla intervista perchè dalla sua lettura si traggono spunti interessanti, per esempio il reddito di cittadinanza nella versione governativa si trasforma in un lavoro di 8 ore a settimana con il ritiro dell’assegno in caso di mancata accettazione (alla terza volta) di un lavoro (qualunque esso sia) proposto dai centri per l’impiego . Di Maio tiene a precisare che non si tratta di assistenzialismo, sia lungi dai pentastellati essere accomunati a quella immagine tanto ostile a Confindustria.

La svolta pentastellata arriva un anno dopo il viaggio di Di Maio in Usa, viaggio non di piacere ma per accreditarsi verso i padroni del mondo come forza responsabile, non a caso il Governo Trumpista italiano viene benedetto dall’amministrazione Usa.

Le parole del Gigino nazionale palesano l’ evoluzione del linguaggio di questa forza politica, toni pacati e rassicuranti, non si parla piu’ alla pancia del popolo ma per rassicurare i poteri forti, massima attenzione ai conti in ordine (ce lo chiede l’Europa, la fatidica frase ripetuta tante volte e oggi riproposta con termini diversi che non ne cambiano la sostanza)-

L’annunciata rivoluzione copernicana è scomparsa, si riparla del bonus Sud, dei finanziamenti alle imprese, si prende solo atto di ammortizzatori sociali impoveriti dalla Fornero e bisognosi di essere incrementati visto che le imprese continuano a chiudere a ritmi impressionanti gettando sul lastrico operai e famiglie (le decantate norme contro la delocalizzazione , incluse nel decreto dignità, ad oggi non hanno prodotto un solo atto)

Non mancano poi altri argomenti “forti”, dalla semplificazione delle norme e delle leggi, un tema sempre caro ai padroni che vorrebbero eliminare ogni controllo sugli appalti, addolcire le normative anticorruzione e riscrivere le clausole sociali per favorire il primato di impresa. E infine l’intervista lancia l’idea di trasformare la Cassa depositi e prestiti sul modello francese nella grande banca per gli investimenti pubblici sognando che parte degli utili privati siano indirizzati alla innovazione tecnologica (dopo 30 anni nei quali il solo interesse era legato all’abbassamento del costo del lavoro e al saccheggio delle proprietà pubbliche)

L’intervista a Di Maio è un capolavoro dell’opportunismo politico , il camaleonte addomesticato dopo la salita al Governo e nelle sfere alte della politica.

Ma i rettili portati a vivere in famiglia si ammalano perchè subiscono stress, disidratazione e carenze vitaminiche, devono vivere nel loro ambiente naturale per riprodursi. Ma quale sarà l’ambiente ideale per i 5 Stelle? L’abbraccio mortale con la Lega e la salita al Governo hanno trasformato la forza dell’antipolitica in un partito giudizioso e attento agli andamenti della Borsa e alle regole di Maastricht.
Come i rettili, la trasformazione avvenuta sarà una ipoteca negativa sul futuro dei 5 Stelle , insomma dalle piazze dei vaffa e dei comizi di Grillo ai salotti dei poteri forti
A leggere Il Sole 24 ore di sicuro l’ambito privilegiato del Grillismo non è piu’ la piazza e men che mai la piazza popolata da lavoratori e lavoratrici, speriamo solo che l’ubriacatura pentastellata sia in fase di esaurimento e siano propro i ceti popolari a capire che la sola strada da percorrere è quella del conflitto con il Governo trumpista.

Federico Giusti

9/9/2018 www.controlacrisi.org

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