2018 anno nefasto per le morti sul lavoro in Lombardia
Nel 2018, anno drammatico per il continuo riproporsi di incidenti mortali, anche plurimi, molti si sono espressi, ma non i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza.
La Casa degli RLS ha diffuso un questionario tra gli RLS, con l’obiettivo di creare un punto di vista collettivo sulle ragioni per cui continuano ad esserci gli infortuni e per confrontarsi su possibili proposte da condividere, durante il seminario “2018 – l’anno nefasto per le morti sul lavoro in Lombardia: le proposte degli RLS per svoltare” che si terrà a Milano, in viale D’Annunzio 15.
Hanno risposto al questionario 252 RLS di tutti i principali comparti produttivi; mediamente esperti ed attivi. Lo strumento utilizzato non ha alcuna pretesa scientifica, ma è stato pensato per stimolare il confronto.
Dalle risposte emerge innanzitutto una richiesta di formazione efficace, che non sia un adempimento formale, ma che sappia davvero cambiare i comportamenti. Dare una formazione inefficace è come dare un DPI (dispositivo di protezione individuale) non a norma. Occorre una formazione che serva ad agire in sicurezza. Un esempio è quella che avviene attraverso il “racconto degli infortuni”, come proposto da Dors (www.dors.it), che emoziona e induce a riflettere sul valore della propria integrità psicofisica e di come ciascuno può cercare di preservarla.
Gli RLS riconoscono la centralità del ruolo datoriale nella prevenzione: laddove si registrano irresponsabilità, ignoranza e insensibilità, aumentano gli infortuni.
Inoltre, dal sondaggio, si evince che esiste una fragilità del contesto e, quindi, occorrerebbe un approccio culturale ampio, nella società, affinché prevalga l’obiettivo della sicurezza e della salvaguardia della salute su ogni altro obiettivo di tipo economico o di competizione.
Una forte criticità è data anche dall’età, in entrambi gli estremi: vengono percepiti come lavoratori maggiormente a rischio infortuni sia i giovani (per l’inesperienza o per il precariato), che gli anziani (sempre più presenti negli ambienti di lavoro per effetto dell’innalzamento dell’età pensionistica).
Gli RLS riconoscono l’importanza del coinvolgimento dei lavoratori nella valutazione dei rischi e nell’individuazione delle misure di prevenzione, ma al contempo denunciano la mancanza di agibilità del proprio ruolo, a partire dalle difficoltà di comunicazione tra rappresentanti e rappresentati (gli RLS nella normativa, legislativa e contrattualistica italiana, spesso non hanno diritto di assemblea).
Secondo gli RLS servirebbe investire di più in sicurezza, mentre viene privilegiata la produzione e i ritmi di lavoro sono eccessivi per evitare i rischi.
Infine, si pone maggiore attenzione all’organizzazione formale che non all’attuazione di misure di prevenzione nella pratica reale.
Anche la relazione con le figure della prevenzione (datore di lavoro, RSPP, medico competente) spesso è solo formale, per adempiere agli obblighi di legge, dimenticando l’obiettivo: la salute e sicurezza.
Tra gli strumenti che gli RLS interpellati individuano per dare una svolta, ci sono quello di avere più tempo a disposizione e quello di avere il supporto dei servizi (nonostante la carenza di risorse e di organici a disposizione di ASL/ATS, Ispettorato Nazionale del Lavoro, Vigili del fuoco) e dunque un riconoscimento istituzionale. In questo senso, la Casa degli RLS rappresenta una risposta concreta a quest’ultima esigenza: uno spazio in cui gli RLS si incontrano ed incontrano rappresentanti degli Organi di vigilanza, con l’obiettivo di scambiarsi le buone prassi attuate da altri RLS e riempire la “cassetta degli attrezzi” di strumenti concreti per svolgere al meglio il proprio ruolo nel proprio luogo di lavoro. Dal 2016, la Casa degli RLS ha organizzato diversi seminari (i cui materiali sono consultabili su www.ciip-consulta.it) e continuerà a sostenere la rete degli RLS, formatasi attraverso il confronto nei dibattiti, che caratterizzano gli incontri formativi.
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