Una silenziosa corsa ad armarsi

Pistola

Un appello sottoscritto da numerose associazioni, giuristi, magistrati ed esponenti della società civile che, insieme a noi, si stanno impegnando per scongiurare l’approvazione di questa legge che – come dimostrano anche le recenti dichiarazioni del ministro dell’Interno Salvini – vorrebbe dare a chiunque la possibilità di sparare (e uccidere), anche quando non è necessario farlo per difendersi.

Appello

Investigatori, magistrati, giuristi ed esperti concordano sul fatto che non vi è alcuna necessità di una nuova legge sulla legittima difesa. La proposta attualmente in discussione vorrebbe eliminare definitivamente il principio di proporzionalità tra il bene minacciato dall’autore del reato e il bene offeso.

Vorrebbe assicurare una sorta di immunità a chi usa le armi contro un presunto ladro. Si tratta di una grave forzatura della legge. Il principio di proporzionalità ha una sua origine costituzionale. Non si possono mettere sullo stesso piano la vita e la proprietà privata.

La proposta mira poi a evitare l’intervento del giudice. L’azione giudiziaria è obbligatoria, non si può impedirne l’avvio sulla base di una presunzione di innocenza di chi uccide una persona. È il giudice a dovere sempre verificare i fatti. Il suo intervento è ineliminabile: in un paese democratico solo un giudice può verificare l’esistenza effettiva di un’intrusione e accertarsi dell’identità e del ruolo della persona uccisa.

Noi che crediamo nello Stato di diritto, nella gerarchia costituzionale dei valori e dei beni da proteggere, nel ruolo di garante della sicurezza delle forze dell’ordine e nell’indipendenza della magistratura, invitiamo tutti i parlamentari a non votare questa proposta che va a modificare, fra l’altro, una legge già cambiata nel recente 2006.

Così com’è concepita, la riforma della legittima difesa metterà a rischio la sicurezza di tutti determinando un aumento esponenziale delle armi in circolazione e una conseguente maggiore probabilità del loro uso. Una silenziosa corsa dei cittadini ad armarsi individualmente non è la soluzione. Come dimostra l’esperienza degli Stati Uniti, la diffusione delle armi da difesa personale non fa altro che diffondere il senso di insicurezza e di sfiducia nelle Istituzioni.

Hanno aderito:

Archivio Disarmo, Associazione Antigone, Associazione 21 Luglio, Associazione Luca Coscioni, Associazione Beati I Costruttori Di Pace, A Buon Diritto, Arci Nazionale, Cospe, Cittadinanza Attiva, Cittadini del Mondo, Fiom-Cgil, Forum droghe, Fuoriluogo, K_Alma, Lasciatecientrare, Lunaria, Mir Nazionale, Movimento Nonviolento, Noi Siamo Chiesa, OPAL (Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza), Pax Christi Italia, Progetto Diritti onlus, Radicali Italiani, Reorient onlus, Rete Italiana Disarmo, Un Ponte Per…,

Gaetano Azzariti (professore ordinario di Diritto Costituzionale, Università di Roma – La Sapienza), Marzio Barbagli (professore emerito di Sociologia, Università di Bologna), Don Luigi Ciotti (presidente di Libera), Lucia De Sanctis e Valentina Franchi (Associazione Mestizaje), Riccardo De Vito (presidente di Magistratura Democratica), Luigi Ferrajoli (ex magistrato, giurista, professore emerito di Filosofia del diritto –Università Roma Tre), Luisa Morgantini (presidente di Assopace Palestina, già vicepresidente del Parlamento Europeo), Elio Pagani (obiettore alla produzione militare), Alex Zanotelli (missionario comboniano)

25/2/2019 www.antigone.it

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