Jobs Act: Rivoluzione copernicana o formidabile bomba di stupidità che distruggerà definitivamente il tessuto industriale italiano?
La capacità del Presidente del Consiglio di formulare slogan per il rapido consumo nei media è fuori discussione.
Ci vuole poca fantasia e molta impudenza per scomodare l’astronomo polacco Nicolaus Copernicus che riuscì a confermare con calcoli matematici raffinati la teoria eliocentrica per validare la cosìdetta riforma delle regole del mercato del lavoro in Italia denominata, forse per provinciale pudore, Jobs Act.
Cosa c’entri la demolizione delle regole del diritto del lavoro con Nicolaus Copernicus non è dato sapere. In ogni caso Copernico era un signore riservato molto attento a non assumere atteggiamenti rivoluzionari, né con la sua condotta di vita, né nelle sue opere. Da buon umanista, ricercò nei testi dei filosofi antichi un nuovo metodo di calcolo per risolvere le incertezze degli astronomi. Copernico non era un uomo di potere ma uno studioso a volte molto spaventato rispetto alla possibilità di subire persecuzioni dalla Chiesa di Roma .
La “rivoluzione” che propone Renzi rispetto alle regole del mercato del lavoro non ha nulla di rivoluzionario e di innovativo. E’ solo la scrittura formale di norme che consegnano nelle mani dei padroni , pardon , datori di lavoro il destino di migliaia di lavoratori che non avranno più alcuna certezza sulla loro condizione di lavoratori.
I deputati della sinistra PD, dopo avere votato la delega al governo sul Jobs Act si rendono conto ora che il governo vuole utilizzare la delega per una operazione demolitoria non solo dei diritti dei lavoratori rispetto al licenziamento individuale ma anche a quello collettivo…. non è mai troppo tardi.
“Purtroppo, i primi due decreti attuativi della Delega Lavoro confermano l’obiettivo vero dell’intervento: ulteriore svalutazione del lavoro, data l’impossibilità di svalutare la moneta, per puntare illusoriamente a crescere via export. Insomma, un’altra tappa del mercantilismo liberista raccomandato dalla Troika. “Non è una rivoluzione copernicana. E’ una rivoluzione conservatrice, un cambiamento regressivo”. Lo afferma Fassina della minoranza PD.
Gli effetti disastrosi della cosìdetta rivoluzione copernicana si vedranno nel corso del 2015 e 2016. E’ verosimile immaginare che molte aziende useranno il Jobs Act per “bruciare” migliaia di persone un pò avanti nell’età, con qualche patologia o semplicemente perchè sostituibili con lavoratori giovani, utilizzando fino in fondo gli sgravi fiscali e le altre provvidenze previste per l’assunzione di giovani.
Macelleria sociale quindi perchè saranno centinaia di migliaia le persone che perderanno il lavoro grazie alle teorie neoliberiste del governo Renzi. Secondo il presidente del Consiglio, esperto in rottamazioni, questo fenomeno servirebbe a ridurre la precarietà. Le contraddizioni nei discorsi propagandistici del ministro Poletti e dello stesso Renzi sono palesi: non si riduce la precarietà incrementando la massa di lavoratori over 50, ancora lontani dalla pensione in disoccupati.
Negli anni 50 il licenziamento era “ad nutum”, al cenno del padrone o di qualche capo il lavoratore doveva prendere i propri stracci e andarsene. Ora si passa dal cenno ( ad nutum) alla monetizzazione , scarsa, del licenziamento.
Lavoro senza dignità e senza diritti, questo è il modello che hanno in mente Renzi e i suoi sodali: stanno distruggendo l’immagine positiva , a livello sociale, del lavoro operaio e tecnico qualificato per il quale le famiglie anche modeste, con sacrifici, mandavano e mandano i loro figli agli istituti tecnici con la certezza che con la qualificazione i loro figli avrebbero avuto o avranno (?) la possibilità di realizzare un progetto di vita dignitoso.
Questa vision anti laburista produrrà danni enormi: non dovranno lamentarsi le imprese quando non troveranno più lavoratori preparati perchè questi in molti casi o non ci saranno o avranno cercato migliori condizioni di lavoro e di vita all’estero.
Crediamo che l’artefatto giuridico e politico che sottende il Jobs Act sia una formidabile “bomba di stupidità” che, a scoppio ritardato, distruggerà quel che resta del tessuto industriale manifatturiero italiano.
Il sistema industriale italiano avrebbe la necessità di essere alimentato da una nuova generazione di operai e tecnici che dedichino la loro vita professionale alla innovazione e alla qualità dei prodotti, con contratti e diritti certi che premino questa loro scelta. A fronte dell’incertezza del diritto e delle prospettive di una vita di lavoro dignitosa quanti saranno coloro che investiranno in professionalità per poi essere trattati come cenci ?
Questi sono gli scenari che abbiamo di fronte, le scelte di queste settimane sul lavoro peseranno molto sul futuro di questo paese. Saremo ancora un paese che produce ricchezza con il lavoro di progettisti, tecnici e operai specializzati o le uniche prospettive saranno solo quelle di fare i camerieri e i pizzaioli, con tutto il rispetto per questi lavoratori e lavoratrici?
Gino Rubini
28/12/2014 www.diario-prevenzione.it/
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