Xylella, ovvero l’epidemia inesistente per cambiare il paesaggio
Le ultime sulla Xylella sembrano un bollettino di guerra, ma una guerra di chi contro cosa? A causa sua si sarebbero persi quasi tre quarti della produzione in provincia di Lecce. Lo dice Coldiretti su dati del Sian, Sistema Informativo Agricolo Nazionale. «Il contagio in 6 anni si sarebbe allargato a nord ad una velocità di più 2 chilometri al mese». Ma la provincia di Lecce è sempre al primo posto per la produzione olivicola (2018) – con il 30% – mentre chi perde e molto rispetto al 2017 sono Bari (1.719.500 nel 2017) quasi 2/3, Foggia (1.840.000 nel 2017) circa la metà, Taranto (1.255.000), circa il 40%. Considerato che la produzione della Provincia di Lecce nel 2017 era pari a 2.053.140, nel 2018, la produzione si contrae solo del 12%, analogamente per la provincia di Brindisi (1.103.600 nel 2017). Lecce dal 2006 al 2011 ha un incremento di ettari ad oliveto pressoché nullo, poi dal 2012 al 2017 è l’unica provincia (a parte Foggia in dimensioni minori) a crescere in maniera significativa, nonostante dal 2014 ci sia stato il divieto di reimpianto. Confronto superfici Olivo 2006-2017
E consiglieri regionali Pd hanno fatto i loro conti: «Sono 354 le piante infette non ancora estirpate, nonostante la scadenza del termine assegnato, e tra qualche giorno scadrà l’ingiunzione per altre 504 piante. Da non crederci», afferma l’associazione ‘C-Entra il futuro’, di cui fanno parte i consiglieri regionali Fabiano Amati, Sergio Blasi, Napoleone Cera, Gianni Liviano, allarmati per i «ritardi nell’attività di contenimento della Xylella in Puglia». Di nuovo in campo da lunedì, dalla Piana degli Ulivi Monumentali (Monopoli, Fasano e Ostuni), le 88 squadre composte da 176 professionisti ai quali l’agenzia regionale Arif ha attribuito le funzioni, provvisorie di Agente fitosanitario. Infine la Cia sostiene che il flagello Xylellapreoccupa anche i florovivaisti oltre ai produttori di olio e di olive. Tutto ciò nel giorno in cui la ministra Lezzi è a Lecce per illustrare il decreto attuativo su come verranno spesi i 300 milioni di euro per il contrasto della Xylella stanziati per il 2020 e 2021.
Sulle agenzie, però, nessuna traccia dei dati degli ultimi monitoraggi forse perché smentirebbero l’idea dell’epidemia: «l’1% di piante infette nella zona di contenimento e il 2,5% nella zona infetta!! E, intanto, spunta la notizia di un olivo infetto a Corato noto almeno dal 2016!», spiegano l’Associazione “Terra d’Egnazia”, il Comitato per la Salvaguardia dell’Ambiente e del Territorio – Valle d’Itria e Il Popolo degli Ulivi in seguito all’istanza di accesso agli atti presso l’Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia, in cui si chiedevano i dati del monitoraggio 2018/2019.
Dopo più di due mesi la risposta dell’Osservatorio è arrivata. I dati ufficiali dell’ultimo monitoraggio e i risultati delle relative analisi molecolari dimostrano che: in zona infetta sono state campionate e analizzate 31.208 piante, di cui 779 sono risultate infette da Xylella fastidiosa, il che corrisponde al 2,5 % di piante infette sul totale; in zona contenimento sono state campionate e analizzate 21.461 piante, di cui 214 infette, il che corrisponde all’ 1% di piante infette sul totale; in zona cuscinetto sono state analizzate 6.965 piante e – a parte la pianta di olivo di Monopoli risultata prima positiva e poi, in seguito al sequestro della Procura di Bari, negativa (!!) nessun’altra pianta è risultata infetta dal batterio. «Questi dati – spiegano le associazioni – ci consentono di ritornare a dire con forza che non c’è nessuna epidemia in atto, così come ha appena scritto Giovanni Misciagna, epidemiologo e componente della Task Force voluta dalla Regione:
«l’epidemiologia descrittiva del codiro e della Xylella e l’epidemiologia analitica causale del rapporto tra Xylella fastidiosa e disseccamento rapido dell’ulivo sono ancora agli albori in Puglia, per usare un eufemismo, e che l’abbattimento degli alberi di ulivo non ammalati, anche con la Xylella “presente” (tra virgolette, perché tutte le procedure diagnostiche sono, ci sembra, abbastanza aleatorie), sia per lo meno prematuro. Non vorremmo che i nostri ulivi, che hanno resistito per secoli a intemperie di ogni tipo, donandoci i loro frutti benefici per la salute e la loro bellissima presenza, siano alla fine sterminati dalla ignoranza, stupidità e in qualche caso addirittura malafede dell’uomo. Per ironia della sorte questo potrebbe accadere proprio nel momento in cui sta trionfando la Dieta Mediterranea, che vede l’olio di oliva di qualità al centro di questo modello alimentare salutistico, e sta esplodendo il turismo estero, attratto anche dalla immensa e bellissima foresta di ulivi che caratterizza la nostra regione».
Altro fatto «tanto importante quanto sconvolgente», per le tre associazioni, è la notizia che in agro di Corato è presente una pianta di olivo infetta da Xylella «almeno fin dal 2016 e che, soprattutto, questo era noto all’EFSA!! In data 24 luglio, in occasione della presentazione del libro “La Puglia degli Ulivi. Dopo la Xylella” di Piero Tateo tenutasi a Castello Marchionne (S.P. Conversano-Putignano), è stato affermato – alla presenza del Presidente Michele Emiliano – l’esistenza di un albero di ulivo risultato positivo alla Xylella fastidiosa fra le province di Bari e BAT, noto da febbraio 2016. In seguito alla verifica da noi effettuata in data 25 luglio 2019 risulta all’indirizzo: la presenza del file excel denominato “Appendix to: EFSA (European Food Safety Authority), 2016. Scientific report on the update of a database of host plants of Xylella fastidiosa”. EFSA Journal 2016;14(2):4378, 40 pp. doi:10.2903/j.efsa.2016.4378”, dal quale si evince la localizzazione di un ulivo risultato positivo alla Xylella fastidiosa a nord di Bari, sulla base di analisi molecolari. Tale file è presente all’indirizzo alla sezione “Supporting Information” del Rapporto EFSA dal titolo “Update of a database of host plants of Xylella fastidiosa: 20 November 2015”, pubblicato il 9 febbraio 2016. «Perché né la Regione Puglia né l’Osservatorio Fitosanitario, abbiano mai proferito parola in merito? Tale notizia dimostra – ancora una volta se ce ne fosse bisogno – che non è la Xylella a far seccare gli alberi e che, soprattutto, il batterio è endemico e quindi non è più eradicabile! Questo significa che le misure di lotta al batterio oltre ad essere inefficaci (come riporta la letteratura scientifica e come già noto da tempo all’EFSA) sono anche assurde. E’ sempre più evidente che l’obiettivo di tali misure è quello di liberare il suolo dagli alberi di olivo secolari (definiti dalle associazioni di categoria un “ostacolo normativo”) e il territorio dall’economia locale per far posto alle colture superintensive e ai circuiti del mercato globale, con buona pace anche per l’ambiente, il clima e la salute! Il nostro auspicio è che la Procura di Bari faccia luce su questa grave vicenda e sugli elementi recentemente emersi prima che i nostri ulivi vengano tutti dati a fuoco e la nostra Terra venga irrimediabilmente distrutta dall’arroganza del potere e dagli appetiti di qualche speculatore senza coscienza».
Qui la Nota osservatorio n° 9650 del 29.07.19
Checchino Antonini
9/8/2019 www.popoffquotidiano.it
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