La Cgil rivoluziona la comunicazione: “Sarà un grande racconto collettivo”
La svolta era nell’aria. Da mesi nella Cgil si discuteva del nuovo corso della comunicazione. Che adesso è realtà. Messa nero su bianco su quattro pagine inviate a tutte le strutture del sindacato, firmate da . Sul progetto sono tutti abbottonatissimi ma qualche indiscrezione trapela e pure qualche certezza. Iniziamo dalla certezza: il nuovo direttore della comunicazione Cgil è Gabriele Polo, firma di punta del giornalismo italiano, ex direttore del “Manifesto”, poi nell’ufficio stampa della Fiom, autore di una decina di saggi sul lavoro e sul mondo operaio, tra cui quello – scritto a quattro mani con Claudio Sabattini, storico leader dei metalmeccanici Cgil – sulla sconfitta operaia del 1980 alla Fiat. Polo sembra avere tutte le carte in regola per rilanciare (o forse reinventare) il modo di comunicare del sindacato. Per farlo, e qui siamo alle indiscrezioni, la Cgil “accorperà” tutti i suoi canali di comunicazione e di informazione in un’unica piattaforma digitale, che ospiterà news, reportage, inchieste, editoriali, video, podcast, dirette streaming, poll, rassegne stampa, social, osservatori sul lavoro, “finestre” internazionali, librerie e archivi, tra cui quello storico del quotidiano del lavoro “Rassegna Sindacale”. Con uno sguardo privilegiato sui luoghi di lavoro, le categorie e i territori, dando voce a quell’editore collettivo che sono gli iscritti, i lavoratori, i pensionati, i delegati e i dirigenti del sindacato. Meno comunicazione di palazzo e istituzionale e più racconto sociale, “comunicazione di strada”, si potrebbe dire parafrasando la riuscita formula del “sindacato di strada”, inaugurata dalla segreteria Landini. E con occhio attento pure su ciò che si muove nella società e nel “mondo fuori da noi”. Una rivoluzione, l’ha chiamata “Il Diario del Lavoro”, che ha anche l’obiettivo dichiarato di restituire al lavoro la scena del dibattito pubblico, allargare enormemente la platea dei destinatari del “messaggio Cgil”, lavorare – verificandola di continuo – alla “percezione” sul sindacato e, perché no, aumentare gli iscritti. Una “rivoluzione”, stando sempre alle indiscrezioni, che dovrebbe andare a regime entro due anni.
Ma intanto la Cgil inaugura il nuovo percorso con i nuovi editoriali – scanditi al ritmo di uno al giorno – di Radio Articolo 1, l’emittente radiofonica del sindacato che vive in questi giorni una nuova primavera. Il primo editoriale, scritto da Maurizio Landini (ne abbiamo parlato qua), avrebbe fatto un boom di accessi e di letture. Così pure il secondo, firmato dal giornalista Giorgio Sbordoni (che è anche tra le firme di punta del nostro blog) dedicato al ricordo della “tragedia” della Thyssenkrupp e infine il terzo, pubblicato ieri, firmato da tutta la redazione di Radio Articolo 1, in testa Gabriele Polo, che è una risposta alle preoccupazioni sollevate sul sito Strisciarossa da tre ex collaboratori della radio, Silvia Garambois, Giorgio Frasca Polara e Nuccio Iovene che in una lettera aperta, intitolata “Se anche la Cgil cancella l’informazione”, paventano “la fine dell’esperienza del racconto giornalistico del mondo del lavoro (e dei temi sociali di rilievo)” e invitano i nuovi protagonisti della comunicazione Cgil a “non cedere alle “tentazioni moderniste”.
“La redazione di RadioArticolo1 – è la risposta, intitolata “la prova dei fatti”, pubblicata ieri sull’homepage della radio – ringrazia Silvia Garambois, Giorgio Frasca Polara e Nuccio Iovene per il contributo dato in questi anni e per fornirci l’opportunità di rassicurarli sul nostro futuro. Il progetto di comunicazione che, insieme ai colleghi delle altre strutture, stiamo costruendo in Cgil, va nella direzione esattamente opposta a quella paventata nella lettera pubblicata su Strisciarossa e che potete leggere in calce. Il nostro lavoro è informare, il nostro editore l’insieme di iscritti, attivisti, delegati e dirigenti della Cgil, i nostri lettori sono le donne e gli uomini che vivono di lavoro, i pensionati, i giovani. Faremo più e non meno giornalismo, più e non meno inchieste, reportage, dirette, continueremo ad arricchire gli archivi storici gelosamente custoditi; usando le nostre professionalità per costruire il grande racconto collettivo del lavoro e della Cgil, con i suoi valori, problemi, pratiche”.
Le premesse per un buon lavoro sembrano esserci tutte. Senza cedere alle tentazioni moderniste, certo, ma nemmeno a quelle passatiste.
Auguri sinceri di buon lavoro al nuovo direttore e a tutte le persone coinvolte in questo progetto decisivo per la Cgil.
7/12/2019 fortebraccionews.wordpress.com
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