IL POLITICUME DA COVID-19: DA NON DIMENTICARE

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A supporto di coloro che sostengono la tesi secondo la quale “è nei momenti di particolare difficoltà che si rivelano la personalità e il carattere di ciascuno individuo”, l’emergenza dettata dall’insorgere e, soprattutto, dalla repentina diffusione della “Covid-19” – dove Co sta per “corona”, per la forma a corona con le spine del virus, Vi per “virus”, D per “diseare” (malattia in lingua inglese) e 19 per “2019”, ad indicare l’anno in cui il virus è apparso per la prima volta – ha prodotto numerose conferme e qualche sorpresa.
In questo senso, partendo dalle seconde, reputo doveroso evidenziare che – contrariamente a quelle che, spesso, sono state le mie considerazioni espresse al suo riguardo – l’attuale presidente del Consiglio ha dimostrato, quando necessario, senso di responsabilità e, soprattutto, la capacità di operare scelte anche impopolari, se utili, al Paese.

Volgendo lo sguardo all’estero, non può essere ignorata la poco edificante “sceneggiata” dell’ex primadonna dell’Eliseo, quella Carla Bruni-Sarkozy che, in occasione della “Settimana della moda” di Parigi (dal 24 febbraio scorso al 3 marzo)
– in contemporanea all’implacabile avanzare del contagio in tutto il continente – trovava il tempo di avvicinarsi al Presidente del Lvmh Faschion Group e, accompagnando il suo bacio, affermare “Ma certo, baciamoci, non facciamo gli stupidi, non abbiamo paura del Coronavirus”! Non contenta, fingeva, poi, una crisi respiratoria, tossendo platealmente!

Altrettanto deprecabile, il gesto del deputato repubblicano Matt Gaetz che il 4 marzo, per evidente presa in giro nei confronti di coloro che già avevano adottato una serie di precauzioni, per cercare di contrastare il diffondersi dell’epidemia, aveva diffuso una foto nella quale indossava una maschera antigas; salvo essere costretto a mettersi in auto-quarantena dopo essere entrato in contatto con un soggetto infetto.

Naturalmente, in questa poco edificante galleria, non potevano mancare i politici di casa nostra.
Qui è davvero difficile, però, riuscire a stilare una graduatoria dei comportamenti più deplorevoli e, in qualche caso, direi, addirittura, ignobili.
E’ il caso del semi-sconosciuto leghista Claudio Borghi, Presidente della Commissione Bilancio della Camera, che ancora lo scorso 10 marzo – quasi in contemporanea alle disposizioni del Premier Conte, che avrebbero reso il nostro Paese “zona rossa” fino ad almeno il 25 marzo – sosteneva di condividere la scelta del Primo Ministro inglese Boris Johnson, esprimendo così il suo pensiero: “Tutto aperto, prendetevelo tutti, cureremo chi possiamo e chi non possiamo pazienza, ma almeno leviamo il dente. Tutti li chiamano pazzi, io un po’ invece li ammiro (i politici svizzeri) ma so che un simile piano per noi sarebbe intollerabile”.
Semplicemente stupido il comportamento dell’altrettanto sconosciuta deputata, anch’essa leghista, Barbara Salmartini che, per brindare al risultato delle elezioni suppletive in Umbria, la sera dell’8 marzo pubblicava on line una foto che la ritraeva a una festa con almeno una sessantina di invitati. Naturalmente – e, conoscendo i personaggi, non c’è da meravigliarsi – sul gradino più alto, limitatamente alla classifica nazionale, non potevano che esserci il simbolo della nostra impresentabile “destra”, Giorgia Meloni ed il più rozzo e zotico dei ministri che abbia mai avuto l’Italia; quel Matteo Salvini che, in piena emergenza nazionale, continua con i suoi perfidi atti di sciacallaccio politico.

Infatti, la prima – oltre che continuare ad invocare, anche in piena crisi sanitaria, il ritorno alle urne per le elezioni politiche – ancora il 2 marzo si cimentava in uno spot pubblicitario, girato davanti al Colosseo, attraverso il quale invitava gli stranieri a venire in Italia e a non pensare che la gente fosse impaurita e “barricata in casa”. “La realtà è un’altra…. ci sono turisti ovunque, ristoranti, bar e negozi sono tutti aperti, le persone sono felici e il tempo è fantastico, una normale situazione”. Qualsiasi cosa, pur di smentire – con incomprensibile superficialità e cinica strumentalizzazione politica – una posizione del governo che, intanto, per fare fronte ai primi casi di Covid-19, aveva già emanato il d.l. 6/2020, tre decreti del PCM e ben tre ordinanze del Ministro della salute.

Ancora poco, però, rispetto al vero e proprio campione interplanetario di bugie, falsità e sistematica alterazione della realtà: il capo della Lega ed ex Ministro dell’interno.
Al riguardo, gli esempi si sprecano ma, per restare al merito del problema, è sufficiente limitarsi agli ultimi “explois” di Salvini; un vero e proprio compendio del suo malsano modo di intendere il confronto politico e l’interesse della nazione; che pure dichiara di voler tenacemente sostenere e difendere.
Risale allo scorso 21 febbraio l’invito di Salvini a prestare ascolto agli esperti che, solo a suo dire, presagivano il pericolo del Covid-19 attraverso l’arrivo in Italia dei barconi provenienti dal Nordafrica. Conseguente richiesta, quindi, di: “chiudere i confini ed effettuare controlli ferrei su chi entra nel nostro Paese”; il tutto mentre gli esperti, cui si era già riferito, invitavano, invece, gli italiani a non andare in giro e a limitare i contatti.

Già il 27 febbraio, però, aveva cambiato idea e annunciava: “L’Italia riparte, chiediamo al governo di accellerare, riaprire, aiutare, sostenere”.
In pari data, invitava a “comprare italiano” e, dimenticando quanto sostenuto appena qualche giorno prima, invitava anche gli stranieri a visitare l’italia:”Venire a fare turismo in Italia è bello, sano e sicuro, per responsabilità di qualcuno (il governo Conte?) sembra che fare la settimana bianca in Trentino ……………o in Sardegna sia pericoloso; no no no”. E concludeva:”Vorremmo che riaprissero musei, negozi, discoteche e bar”!

Stessa posizione esprimeva qualche giorno dopo (29 febbraio) nel corso di un’intervista da parte di Bruno Vespa:”Il mondo deve sapere che venire in Italia è sicuro, perché siamo un Paese bello, sano e accogliente, altro che <lazzaretto d’Europa>, come qualcuno (il solito Conte?) sta cercando di farci passare”. E aggiungeva:”Mi senbra chiaro ed evidente che qualcuno sta usando il virus per fare una guerra commerciale ai lavoratori italiani, ai prodotti italiani”.

Anche rispetto alla proposta di rinviare le partite del campionato di calcio Salvini mostrava la solita coerenza (sic!). “Che senso ha”? Si chiedeva. “Porte aperte o porte chiuse, per me si doveva giocare e offrire agli italiani qualche ora di serenità e al mondo un’immagine di tranquillità”.
Quella tranquillità, serenità di giudizio e sostegno degl’interessi nazionali venutegli (evidentemente) meno già qualche giorno dopo, nel corso dell’intervista rilasciata al quotidiano spagnolo El Pais, quando affermava:” Ed è chiaro che i primi allarmi lanciati a gennaio non sono stati ascoltati dal governo, che non ha ritenuto necessario intervenire con controlli e blocchi. Ciò avrebbe evitato il livello di diffusione del contagio. Inoltre, le misure economiche approvate sono nulle”!

Ecco, però, che il quadro cambia e lo stesso Salvini, che in tempi non molto lontani, saltellando insieme ai suoi degni compari, ancora invitava i napoletani “a lavarsi” (eventualmente, con la lava del Vesuvio), chiede misure forti, drastiche, subito: “chiudere tutto adesso per ripartire sani; chiudere, prima che sia tardi”.
Più tardi, rilancia. In un’inSerfiztervista al Corriere della Sera arriva a chiedere che l’intera Europa sia dichiarata “zona rossa”.
Il frutto, evidente, di una naturale propensione a sostenere, contemporaneamente, tutto e il contrario di tutto.
In effetti, un gioco “sporco”; che, di fronte alla tempestiva “Dichiarazione Internazionale di Salute Pubblica” per i casi di Coronavirus verificatisi in Cina, definirei osceno; prim’ancora che cinico e di natura esclusivamente strumentale.

Il personale auspicio è che, quando questa triste esperienza sarà alle nostre spalle e la normalità tornerà a caratterizzare l’esistenza dell’intera Ue – insieme a quella di tutti gli altri Paesi che, con noi, stanno vivendo ore drammatiche – non cali il silenzio.

 Renato Fioretti

Esperto Diritti del Lavoro

Collaboratore redazionale del periodico cartaceo Lavoro e Salute www.lavoroesalute.org

18/3/2020

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