Eternit: i giudici di Strasburgo sottolineano che essendo il periodo di latenza di certe malattie anche di diversi decenni, fissare la prescrizione in dieci anni

Amianto, la Corte europea sbugiarda le furbate degli svizzeri: illegale la prescrizione

Importante sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo che ha condannato la Svizzera in un caso di malattia causata dall’amianto. Secondo i giudici, le autorita’ elvetiche hanno violato il diritto all’accesso a un tribunale applicando in modo rigido il periodo di prescrizione di dieci anni al caso di un uomo che e’ stato esposto all’amianto sul luogo di lavoro dal 1965 fino al 1978, ma che non ha sviluppato i sintomi della malattia fino al 2004. Una vera e propria furbata quella degli svizzeri, che conoscono benissimo il cosiddetto “periodo di latenza”, ovvero il periodo di incubazione della malattia. Contemplare un periodo di dieci anni per la prescrizione della richiesta di danni al datore di lavoro da parte di un dipendente costituisce quindi una violazione dei diritti di quest’ultimo. Specie quando la richiesta riguarda malattie come quelle generate dall’esposizione all’amianto che non puo’ che essere diagnosticata molti anni dopo la contaminazione.

I giudici di Strasburgo sottolineano che essendo il periodo di latenza di certe malattie anche di diversi decenni, fissare la prescrizione in dieci anni dal momento dell’ultima contaminazione significa, di fatto, impedire a molti lavoratori di richiedere i danni. Secondo i giudici, invece, nel calcolo della prescrizione si deve tenere conto della presenza di prove scientifiche che dimostrino che la persona malata non poteva sapere di essere affetta da una certa patologia prima di un dato momento.

Fabrizio Salvatori

12/03/2014

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