NEL 50° DELLO STATUTO RESTITUITE AI LAVORATORI L’ARTICOLO 18
50 anni fa la più grande conquista della classe lavoratrice italiana dopo la Costituzione. Purtroppo oggi non c’è nulla da festeggiare ma solo da esprimere rabbia e anche più che legittimo rancore verso chi ha tradito lavoratrici e lavoratori. Usiamo termini forti perchè è ora di smetterla con un’ipocrita buonismo nei confronti di chi si è reso responsabile del peggioramento delle condizioni di vita, reddito e lavorative di milioni di persone. Si sono usati i voti del popolo di sinistra per manomettere e sfigurare sia lo Statuto che la Costituzione.
Bisogna dirsi la verità: oggi lo Statuto – nonostante sul sito del Partito Democratico se ne celebri ipocritamente il valore – è ridotto a poca cosa dopo l’eliminazione dei diritti fondamentali di lavoratrici e lavoratori. Non ci sono più il diritto alla reintegrazione a seguito del licenziamento illegittimo (articolo 18) né il divieto di controllo a distanza a fini disciplinari ed il divieto di dequalificazione (art. 4 e 13). E l’infinità quantità di norme prodotte da governi di centrosinistra e centrodestra hanno nel frattempo esteso la precarizzazione del lavoro a tal punto da renderla la condizione normale per milioni di persone.
Il
frutto di decenni di lotte è stato oggetto di un costante attacco da
parte della politica al servizio del capitale a partire dagli anni ’90,
ma i governi del centrodestra che provarono ripetutamente a manomettere
l’articolo 18 non ci riuscirono. Alla fine ci sono voluti il governo
Monti, sostenuto dal Pd di Bersani insieme alla destra dopo una lettera
di Mario Draghi, e poi l’orrendo governo Renzi per stravolgere e
svuotare definitivamente lo statuto. Il PD è riuscito laddove Berlusconi
e Lega avevano fallito.
Il governo e il parlamento
restituiscano a lavoratrici e lavoratori l’articolo 18 e smantellino
tutte le norme di precarizzazione e esternalizzazione del lavoro.
Come
Rifondazione Comunista abbiamo sempre difeso lo Statuto convinti che non
sia sinistra quella che non è schierata dalla parte dei lavoratori.
Proponemmo anche un referendum nel 2003 per l’estensione dell’articolo
18 anche alle aziende sotto i 15 dipendenti come avrebbe voluto il PCI
che si astenne proprio per questo motivo.
Molti tra quelli che invitarono insieme
alla destra all’astensione poi sostennero che l’articolo 18 era un
privilegio di cui solo una parte dei lavoratori godevano e in quanto
tale andava eliminato.
Lo Statuto
Dei Lavoratori fu una conquista dei partiti della sinistra socialista e
comunista e delle grandi lotte operaie del biennio 1968-69.
Non ci sono scorciatoie alla
ricostruzione di una sinistra di classe e al rilancio – nelle condizioni
mutate – delle lotte della classe lavoratrice.
20 maggio 2020
Maurizio Acerbo, segretario nazionale Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
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