Napoli: cariche della polizia contro il corteo dei lavoratori
Il comunicato del Laboratorio Politico Iskra in merito a quanto successo ieri a Napoli durante un corteo dei lavoratori.
CORTEO DI LAVORATORI E DISOCCUPATI NON SI FERMA ALLA CARICA DELLA POLIZIA
Questo pomeriggio a Napoli una piazza di centinaia tra lavoratori e lavoratrici, disoccupate e disoccupati, abitanti in lotta dei territori, attivisti delle spese solidali è uscito per le strade della città.
Decine di vertenze si sono incontrate a piazza Dante per poi muoversi in corteo verso i palazzi istituzionali dopo le mancate promesse verso le cassintegrazioni in ritardo agli operai, l’assenza di sostegni al reddito per i disoccupati, e tutti i numerosi problemi che affliggono questa città nell’emergenza post Covid.
La piazza è partita distanziata e con le misure di sicurezza sanitaria applicate da tutti i partecipanti, fin quando una volta mossi in corteo la Questura di Napoli ha voluto mostrate i muscoli nello stoppare centinaia di persone in movimento verso il Comune.
Sorpassato lo sbarramento celerini e polizia hanno ben pensato di provocare il corteo con manganellate alle persone di passaggio verso la piazza, trovando però la determinata resistenza dell’intero corteo.
Vogliono utilizzare l’emergenza sanitaria per il fine politico del controllo, dell’impoverimento, nell’unico obiettivo di permettere la ripresa dell’accumulazione dei profitti sulla nostra miseria e salute.
Questa crisi è vostra e non la pagheremo! Non un passo indietro, questa è la nostra fase2.
Aggiornamento:
Ecco la verità
Una doverosa risposta alle calunnie a mezzo stampa del capo della polizia Gabrielli.
Come realtà promotrici della
manifestazione a Piazza Dante di sabato 23 maggio, riteniamo opportuno
stigmatizzare e smentire categoricamente le dichiarazioni del capo della
polizia Franco Gabrielli in merito agli incidenti avvenuti all’angolo
di via Roma.
La manifestazione a piazza Dante infatti, come riconosce lo stesso
Gabrielli, era stata regolarmente autorizzata dalla Questura. Come
organizzatori ci siamo fatti carico di seguire scrupolosamente la
procedura burocratica, e di nostra iniziativa ci siamo finanche recati
mercoledì scorso in Questura per far presente che, dato il silenzio
delle istituzioni sulle vertenze da noi rappresentate, ritenevamo
necessario concordare una modalità per permettere ai manifestanti di
spostarsi verso piazza Municipio, dichiarandoci disponibili a muoverci
alla “spicciolata” attraverso i marciapiedi e nel pieno rispetto delle
distanze di sicurezza.
In quell’occasione, i vertici della Digos, nel precisare che il DPCM
Rilancio confermava il divieto di indire cortei, dichiaravano che non vi
era alcun problema a consentire lo spostamento di persone attraverso
marciapiedi e zone pedonali, precisando altresì che “nessuna autorità
può ledere il diritto individuale a spostarsi liberamente”.
Durante il presidio abbiamo invece
constatato che la Questura aveva completamente sigillato il varco
d’accesso a via Toledo, ivi compresi i marciapiedi, al fine di impedirci
ogni spostamento verso i palazzi istituzionali, con un’aperta
violazione sia dei patti intercorsi, sia soprattutto del diritto
fondamentale di ogni cittadino a muoversi e spostarsi liberamente per le
vie cittadine.
Solo a quel punto, spinti dalla comprensibile indignazione e rabbia
diffusasi tra i manifestanti a seguito di questa vera e propria
provocazione, ci siamo visti costretti a muoverci alla spicciolata per i
vicoli interni di Montecalvario.
Ciò tuttavia non è bastato a far abbassare la tensione nelle forze
dell’ordine, le quali nei minuti successivi hanno iniziato a passare al
setaccio ossessivamente ogni angolo di accesso a via Roma con l’intento
di sequestrare i manifestanti dentro i vicoli di Montecalvario. È in
quegli istanti che, in risposta alla ferma determinazione dei
manifestanti a raggiungere piazza Matteotti (dove peraltro nel frattempo
era già stato concordato un incontro tra una nostra delegazione e il
vicesindaco Panini) un ampio schieramento di polizia in assetto
antisommossa ha incredibilmente caricato e manganellato alla cieca,
ferendo almeno cinque tra lavoratori e disoccupati.
Che il CoVid-19 non fosse altro che un pretesto per instaurare nel nostro paese uno stato di Polizia, lo avevamo compreso già nei mesi scorsi, laddove il diritto di sciopero e di assemblea è stato messo fuorilegge nel mentre i padroni erano lasciati liberi di ammassare e di ammazzare migliaia di lavoratori in fabbriche e magazzini trasformati in enormi focolai pandemici, o allorquando la Questura di Napoli non si è fatta scrupoli nel rifilare multe di 400 euro a disoccupati già ridotti alla fame e colpevoli di aver aperto uno striscione fuori alla Prefettura o al Comune dopo anni di prese in giro da parte delle Istituzioni…
Ma che ora il capo delle forze dell’ordine voglia presentare i suoi uomini alla stampa come dei miti agnellini vittime delle violenze di lavoratori e disoccupati scesi in piazza solo per reclamare il diritto al salario e il rispetto delle norme e dei CCNL varati e disattesi dal loro stato e dal loro governo, questo ci sembra davvero assurdo, ed è un offesa all’intelligenza di chi a via Roma ha potuto vedere coi propri occhi l’accanimento che ci è stato riservato dagli uomini della Questura e del reparto mobile di Napoli.
Auspichiamo che la stampa cittadina, che ha dato ampio risalto alle dichiarazioni strumentali di Gabrielli e continua impropriamente ad etichettarci come “centri sociali”, sia altrettanto disponibile a garantirci il diritto di replica.
SI Cobas Napoli e Caserta
SI Cobas Manutenzione Stradale- Banchi Nuovi
Movimento Disoccupati 7 novembre
Laboratorio Politico Iskra
24/5/2020 http://www.osservatoriorepressione.info
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