Fase 2: ‘La borsa o la vita’?
Nessuno, forse, in questo status di pandemia, sa bene in che fase siamo. Il virus viaggia indisturbato fra noi e colpisce come prima, nella fase 1? C’è da fidarsi dei bollettini di Arcuri che ci prospettano ogni giorno un saliscendi dei contagi che fa contemporaneamente sperare che è tutto finito e l’attimo dopo no? Oppure Il virus, grazie al distaccamento sociale, durante il lockdown si è indebolito e sta a cuccia fino a nuova possibile ondata autunnale?
Intanto, con la fase 2 iniziata il 18 maggio e senza consapevolezza scientifica di quanto il virus possa ancora diffondersi e mietere vittime, dopo aver fatto un timido capolino all’esterno, dalle case si esce a frotte. E finalmente si torna alla presunta normalità del prima Covid. E in una settimana è già movida. Già febbre del sabato sera. A ben guardare, in una settimana dal ‘Tana libera tutti’, siamo passati alla fase ‘Fate un po’ come vi pare’. Quest’ultima ingiunta non tanto , a quanto sembra, dalla certezza che il virus sta tornando nel serbatoio ospite da dove è partito con lo spillover (salto di specie), ma dal crollo dell’economia che ha stravolto la borsa, già esigua di milioni di lavoratori.
Ad un Paese, ormai fantasma, con le serrande degli esercizi commerciali abbassate e che qualcuno non potrà più rialzare, perché la filiera degli aiuti economici in Italia non è diretta, ma passa per le istruttorie bancarie, sì è preferito pensare a salvare la borsa, quindi? Le perplessità, nella fase del ‘Fai da te’ sono tante e legate anche alla sicurezza dei lavoratori che non si sa bene quanto e come siano tutelati in questa fase di possibile contagio. Se gli ambienti verranno sanificati, se verranno rispettate, negli ambienti di lavoro, le distanze note.
Come salvare, quindi, la borsa e la vita in questo limbo in cui ci troviamo sospesi? E gli aiuti promessi dall’Ue quanto peseranno come debito sulle nostre finanze e quelle delle generazioni a venire? Ne parliamo con Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione comunista.
1) Segretario, come hai vissuto questi mesi ai domiciliari? Hai trovato le modalità, con tutti i limiti che ha comportato la massima riduzione della presenza nei luoghi preposti, grazie agli strumenti digitali, di svolgere la tua militanza politica a rappresentanza del partito ?
Abbiamo lavorato tantissimo denunciando in anticipo fatti che poi sono emersi anche nell’informazione mainstream. Mi sembra che attraverso i social e le riunioni su piattaforme varie siamo riusciti a discutere. Forse date le continue connessioni sono stato anche più impegnato del solito.
2) Il lockdown, imposto dai vari Dpcm dal 4 marzo, è stato più improntato alla limitazione della libertà personale o è stata una scelta responsabile del governo, in conformità dell’art.16 della Costituzione?
Penso che fosse necessario e lo critico perché schizofrenico. Da un lato si è chiesto al cittadino di non uscire di casa e neanche di allontanarsi troppo quando portava il cane a far pipì. Ma a milioni di lavoratrici e lavoratori si è chiesto invece di uscire anche per andare al lavoro nelle attività non essenziali che hanno avuto modo di aggirare il lockdown che è arrivato tardi e con disposizioni a maglie larghe.
3) Fase 2: scelta oculata derivante dal calo dei contagi, in base ai bollettini di Arcuri, o azzardata perché del virus in realtà si sa ben poco e pur essendo ancora in atto la pandemia è stata fatta prevalere l’egemonia capitalistica di Confindustria?
Credo che in tutti i paesi sia prevalsa la logica che viene prima l’economia e poi la salute. Da noi poi la subalternità della politica a Confindustria ha provocato una strage e sarebbe stata auspicabile maggiore prudenza nella riapertura.
4) La ripresa del lavoro per migliaia di lavoratori non li porrà al riparo dal possibile contagio dal virus ancora circolante. Non sarebbe stato più prudente attendere la fase zero contagi o cos’altro per permettere in sicurezza la ripresa del lavoro?
Bisogna vigilare e denunciare tutte le situazioni di insicurezza. Certo era meglio attendere la fase contagi zero e passare alla fase 2 tenendo maggior conto della situazione nelle diverse regioni.
5) La destra leghista, specie nella fase di contenimento e dei massimi contagi, ha mostrato il suo vero volto, legato alle privatizzazioni dei servizi essenziali. Mi riferisco all’organizzazione sanitaria in Lombardia e in Piemonte e alle strutture sanitarie collegate che hanno fatto tilt. Non pensi che sia il momento di smascherarli definitivamente denunciando nei media tutte le manchevolezze?
Certo. Purtroppo si sente il peso del nostro oscuramento sui media. Il PD, i Calenda, i Renzi e lo stesso Bersani non attaccano sulla vergognosa privatizzazione della sanità lombarda perché si tratta della versione più estremizzata del modello che hanno anche loro sostenuto. Non a caso Formigoni dopo aver governato la Lombardia con la Lega per 18 anni in Parlamento è stato una stampella dei governi col PD da Monti in poi. Come ha ricordato la trasmissione Report nel Lazio di Zingaretti il 54% della spesa sanitaria va ai privati e a loro ci si è rivolti per affrontare anche l’emergenza. Noi che abbiamo sempre difeso il servizio sanitario nazionale e la sanità pubblica dobbiamo martellare su questa vergogna. Ora tutti si lamentano per i tagli ma ne sono stati tutti responsabili. I tagli della sanità pubblica erano funzionali alla creazione di un mercato della salute privato e per questo venivano chiesti nelle lettere della Bce e della Commissione Europea.
6) Parliamo di Europa. Secondo te con i magheggi della politica europea relativi agli aiuti economici all’Italia e l’ostilità nel sostenerci espressa da Olanda , Austria e Germania, non viene compromesso il principio di solidarietà che è alla base dei Trattati? Non sarebbe un buon motivo per uscire dall’Europa e pensare a stampare moneta, così come recita l’art. 16 dello Statuto BCE?
Non mi sembra che uscire dall’UE sia un’idea geniale in questo momento dato che la Bce ci sta temporaneamente coprendo con l’acquisto dei titoli. Noi proponiamo che questa attività la Bce la faccia fino in fondo, mettendo direttamente direttamente a disposizione le risorse per far fronte alla crisi e parallelamente riteniamo necessario rovesciare la logica dei Trattati: dalla concorrenza alla cooperazione.
7) La sinistra europea / Gue che dopo le elezioni del 2019 ha perso rilevanza nel Parlamento europeo, in una situazione che vede il nostro Paese in gravi difficoltà economiche, quale posizione ha preso in Commissione europea rispetto al Mes , al Recovery fund e all’ultima proposta del gruppo Fiat- Fca?
Il GUE/NGL non appoggia la Commissione Europea, e l’opposizione di sinistra nel Parlamento europeo, ha duramente contestato il Mes e proposto l’intervento diretto della Bce.
8) Cosa ne pensi dell’ultima sentenza della Corte costituzionale tedesca in merito al finanziamento della Bce? E del recente accordo fra Macron e la Merkel riguardo il Recovery Fund?
C’è dialettica. Lo schieramento capitalistico non è un monolite. Macron e Merkel devono cercare di farsi carico della dimensione europea, la Corte tedesca esplicita quella che è la posizione tradizionale della Germania e forse rispecchia la posizione di rendita che hanno da anni. Ѐ una situazione contraddittoria perché anche al capitale collettivo serve una maggiore spesa pubblica e l’abbandono di una linea di rigore ordoliberista in questa fase. Persino Giavazzi e lo scomparso Alesina – i sacerdoti dell’austerity – lo scrivono. Ma al tempo stesso non vogliono rinunciare agli strumenti utili a disciplinare e imporre le politiche neoliberiste.
9) La posizione attuale del governo Conte appare incline alla governance europea del Pd. Come valuti l’operato di Conte in questo periodo? E il decreto da 55 miliardi, la cui filiera di distribuzione è complessa e arzigogolata, non ti sembra un ulteriore raggiro per tutte le persone in gravo disagio che sono in attesa di un sostegno economico che non arriva nelle loro tasche ? Perché, come negli altri Paesi europei, non si sono messe in atto iniezioni dirette di liquidità? Colpa della macchina burocratica capziosa legata alle banche?
Positivo che Conte e M5S abbiano frenato la propensione alla servitù volontaria del PD verso la governance europea sul Mes. Sul decreto abbiamo espresso un giudizio negativo perché il taglio dell’Irap anche a chi non ha dovuto chiudere e non ha subito perdite è davvero un atto di servilismo verso Confindustria che offende milioni di persone che attendono ancora la cassa integrazione. E la scelta di non estendere il reddito di cittadinanza dà l’idea che non si ha il coraggio di una svolta. La regolarizzazione è una presa in giro al servizio della filiera agroalimentare. Il dare sostegno economico anche alle imprese che hanno spostato la sede legale nei paradisi fiscali dell’UE indecente. Certo poi pesa anche l’emergenza sui ritardi nell’erogazione, le banche dicono di avere problemi nello smaltire le pratiche per le imprese, le regioni hanno ritardato, l’Inps ha faticato ma non capisco perché per ricevere il reddito di emergenza devi avere vari requisiti escludenti mentre il taglio dell’Irap si fa a tutti. Come diceva Nenni? Forti con i deboli, deboli con i forti.
10) Domanda flash. Per uscire dall’emergenza in cui siamo piombati, a causa della pandemia, si dovrà pensare a salvare la borsa o la vita? Premesso che è necessario salvarle entrambe, cosa salveresti in primis fossi obbligato a scegliere fra le due emergenze, essendo, per ipotesi, responsabile della vita di 60 milioni di persone?
Prima la vita. Sempre. Il primato dell’economia è in realtà quello del capitalismo, del profitto. Se dobbiamo affrontare la crisi andiamo a tassare le cassette di sicurezza, mettiamo nelle mani dell’Agenzia delle Entrate le informazioni in possesso dell’Associazione Banche Italiane, mettiamo una patrimoniale sulle grandi ricchezze, tagliamo le spese militari che per Costituzione non dobbiamo far guerra a nessuno.
11) Come Prc quali iniziative s’intendono mettere in campo per contrastate i diktat di Confindustria condivisi dal governo che rimanda le responsabilità e i costi della crisi sulla classe lavoratrice?
Appena ci sarà agibilità politica dobbiamo costruire una mobilitazione diffusa su una piattaforma che mi sembra possa vedere convergere larghi settori sociali. Costruire campagne con tutte le soggettività politiche e sociali disponibili.
12) Ѐ proprio l’ultima domanda segretario. Quando si terrà il Congresso del partito, previsto per quest’anno? Puoi accennare per sommi capi, quali cambiamenti saranno proposti, sempre che ci saranno cambiamenti? Alleanze, Statuto, organizzazione, linea politica?
Il congresso lo faremo dopo il voto regionale e referendario se il covid19 non ci costringerà a ulteriori rinvii. Discuteremo sia di organizzazione che di linea politica. Intanto ci sono tante cose da fare in termini di intervento politico e sociale.
Intervista a cura di Alba Vastano
Collaboratrice redazionale del mensile cartaceo Lavoro e Salute www.lavoroesalute.org/
Foto: lasinistraquotidiana.it
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