Stati Popolari, volti e voci degli invisibili. Le immagini dalla piazza
#nonsiamoinvisibili
Una piazza che rende visibili tutte quelle persone che rimangono troppo spesso escluse, isolate, sfruttate e quindi invisibili. Quelle stesse persone che ricoprono ruoli essenziali nella società, come le donne, i ricercatori, i braccianti agricoli, i rider, i lavoratori dello spettacolo, che spesso rimangono senza diritti o tutele. Gli “invisibili” si sono riuniti a piazza S. Giovanni per uscire della propria condizione di invisibilità e lottare per la giustizia sociale, i propri diritti e soprattutto la propria libertà.
#lavoratoriirregolari
Il decreto Rilancio, seppur salutato da molti come un passo avanti contro lo sfruttamento, lascia indietro decine di migliaia di lavoratori che non hanno un permesso di soggiorno. Per regolarizzare un migrante oggi un datore di lavoratore dovrebbe spendere 500 euro. Molti non vogliono farlo.
#bracciantiagricoli
Secondo i dati forniti dalle autorità di controllo, il “business degli irregolari” arriva ad un valore di quasi 5 miliardi l’anno con 1,8 miliardi di evasione contributiva. In Italia quasi 30.000 aziende si avvalgono delle attività di caporalato dove i lavoratori irregolari sono costretti a turni di 8-12 ore per una paga che a volte non arriva a 3 euro l’ora. Più che una politica di assistenzialismo, i braccianti chiedono una riforma sostanziale per regolarizzare tutta la filiera agricola e alimentare.
#rider
Nonostante durante l’emergenza sanitaria la consegna di cibo a domicilio sia stata considerata un servizio essenziale, i rider vivono in una condizione di continua precarietà e lamentano di aver addirittura ricevuto maggiori pressioni del solito a causa dell’abbassamento delle paghe e della competizione in aumento durante il lockdown.
#bambini
Lo ius soli, cioè l’acquisizione della cittadinanza come conseguenza di essere nati sul territorio si applica in alcuni paesi europei e in quasi tutto il continente americano. In Italia, un bambino nato in Italia da un genitore che ha vissuto e lavorato nel paese per tutta la vita non ha diritto di richiedere la cittadinanza italiana fino a 18 anni.
#ricercatori
Ogni anno circa 300.000 giovani neolaureati e neodottorati italiani vanno a lavorare in università e centri di ricerca all’estero. Matteo, Giovanni e Chiara, neolaureati in Fisica hanno già ricevuto offerte di lavoro a Parigi, Lussemburgo e Ginevra e lasceranno il paese l’anno prossimo per continuare la loro carriera lavorativa fuori dall’Italia.
#donne
Secondo Non Una Di Meno, movimento femminista, il lavoro domestico è stato dimenticato dal Cura Italia che non prevede alcun ammortizzatore sociale per colf, badanti e baby-sitter. In tutti i paesi degli Stati Membri c’è stato un aumento del 20% dei casi di aggressioni verso le donne durante i primi tre mesi di confinamento e in quel periodo l’Italia ha perso 11 donne, uccise in casa dal proprio figlio o marito.
#lgbtq+
Dopo 25 anni d dibattiti e la tenace opposizione della Cei, anche l’Italia è pronta per avere una legge contro l’omotransfobia che contrasti violenza e discriminazione nei confronti dell’orientamento sessuale e di genere.
#BlackLivesMatter
Partendo dalle proteste afroamericane per la morte di George Floyd anche in Italia il movimento Black Lives Matter sostiene la lotta contro il razzismo, perpetuato a livello socio-politico, e la discriminazione razziale.
#lavoratoridellospettacolo
A seguito dell’emergenza sanitaria già il 23 febbraio chiudevano i teatri e gli spazi culturali. Questi sono stati anche gli ultimi a riaprire, il 15 giugno, in un periodo dell’anno in cui a teatro si va meno. Possono riaprire solo le grandi realtà e gli eventi in grado di permettersi di investire nelle misure di prevenzione: questi riguardano poco più del 10% dei lavoratori dello spettacolo in Italia. I lavoratori dello spettacolo sostengono che i problemi relativi a questa categoria sono antecedenti all’emergenza Covid-19 e il versamento di 600 euro una tantum non è soddisfacente. Chiedono invece una riforma del settore che non prediliga solo le grandi imprese ma tutti i lavoratori.
#AboubakarSoumahoro
L’attivista e sindacalista di Usb Aboubakar Soumahoro, italo-ivoriano, combatte il razzismo e lo sfruttamento che riguarda tutta la filiera agricola. Il 21 maggio 2020 Soumahoro ha promosso insieme al sindacato uno sciopero con lo slogan #nonsonoinvisibile. Il 16 giugno si è incatenato a davanti a Villa Pamphilj, dove sono stati convocati gli Stati Generali, minacciando una sciopero della fame e chiedendo un incontro al premier Conte, che ha ottenuto nella prima giornata di protesta.
Testi di Giovanna Lo Conte
Fotografie di Ilaria Turini
6/7/2020 https://www.dinamopress.it
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