Venezuela: uno sguardo settimanale
PRIMA PARTE http://www.blog-lavoroesalute.org/venezuela-uno-sguardo-settimanale-2/
PRIMO ARTICOLO http://www.blog-lavoroesalute.org/venezuela-uno-sguardo-settimanale/
Benvenuti e benvenute nuovamente alla lettura di questo bollettino sui principali avvenimenti del Venezuela e di alcuni elementi per la loro analisi. Come abbiamo scritto nel primo numero, con questa nota vogliamo fornire uno sguardo settimanale sul Venezuela e destare nei nostri lettori e lettrici la voglia di continuare a interessarsi in maniera critica a quanto accade in questo Paese e, così, contribuire a una linea di informazione contro-egemonica. Grazie alla cooperazione di diversi collettivi e persone, la presente nota è disponibile in Castigliano, Francese, Italiano e Tedesco.
In questa occasione affronteremo nuovamente l’andamento del Covid-19 in Venezuela e, in particolare, esamineremo il comportamento di questo Paese rispetto al resto dell’America Latina. Presenteremo anche alcuni dati riguardanti il processo elettorale per l’Assemblea Nazionale del Venezuela. Infine, continueremo a trattare il tema dei salari di lavoratori e lavoratrici nel nostro Paese.
Prossimamente: l’incendiaria questione della benzina in Venezuela.
Avanzata del Covid-19.
Dal 20 al 26 luglio è stata imposta la quarantena radicale, vale a dire che hanno funzionato solo i servizi essenziali; per questa settimana il governo bolivariano prevede la flessibilizzazione e si attendono gli annunci ufficiali in merito.
Sabato scorso è stato comunicato il numero più alto di casi (643) dall’inizio della pandemia; a partire dalla lettura di questo dato epidemiologico abbiamo varie constatazioni e la prima è che l’epicentro della pandemia, in Venezuela, si è trasferito nella zona della capitale, dove si registra almeno il 20% dei casi individuati e, per la maggior parte, attivi, sostituendo con ciò lo Stato occidentale di Zulia
Ad oggi in Venezuela sono stati diagnosticate 14.929 persone affette da Covid-19: il 38% di queste corrisponde a migranti di ritorno e 8.795 sono già guarite, mentre delle rimanenti il 97,89% è sotto osservazione medica e non presenta sintomi. Purtroppo, il numero dei deceduti è salito a 138 e rappresenta un aumento del 20% rispetto alla settimana precedente. Fonti ufficiali comunicano che sono stati eseguiti 49.725 test per milione di abitanti, con un leggero aumento rispetto alla settimana scorsa.
Nel bollettino della settimana scorsa, riportavamo che portavoce del governo bolivariano attribuivano parte dell’aumento di casi a Venezuelani e Venezuelane migranti rientrati nel Paese eludendo i controlli sanitari alla frontiera; questa settimana è stato comunicato che si stima che queste persone siano circa 4.000 e le comunità sono state invitate a informare della loro presenza, di modo che possano essere sottoposte a valutazione medica per confermare che non rappresentano un pericolo per la salute pubblica. Inoltre, il Comando Strategico Operativo delle Forze Armate Bolivariane ha dichiarato di avere intercettato e fermato 1.137 persone entrate nel Paese attraverso passaggi di frontiera illegali e ha riferito di un’intensa attività di vigilanza nelle zone di possibile transito. Sono stati resi inagibili 21 punti di passaggio illegali, dei quali 19 carrabili e 2 pedonali.
Ad oggi quattro governatori di Stato (Zulia, Yaracuy, Miranda e Sucre) sono risultati positivi ai test e a inizio settimana ha destato scalpore il fatto che anche 45 lavoratori della televisione di Stato sono risultati positivi; queste persone, come tutti coloro che sono stati diagnosticati positivi, si trovano in quarantena o in cura.
Il Venezuela, rispetto alla regione, mostra un comportamento atipico; secondo i dati forniti dal Centro Venezuelano di Studi sulla Cina nel “Rapporto Statistico Covid-19” datato 18 luglio, nell’America del Sud sono stati diagnosticati 3.174.217 casi (970.923 in corso), dei quali 2.048.697 in Brasile. Il Venezuela è all’ottavo posto nella lista di Paesi della regione, il che rappresenta lo 0,35% dei casi totali. Il nostro Paese ha 396,6 casi per milione di abitanti, un numero significativamente basso rispetto alle altre nazioni del sud. Infine, il numero di deceduti per milione di abitanti è 3,8, il più basso della regione, mentre il tasso di mortalità è dello 0,96% a fronte di una media regionale del 3,63%.
Guardare la posizione del Venezuela in una prospettiva regionale, rispetto al nostro subcontinente, è incoraggiante, poiché dimostra il lavoro svolto come popolo e quello del nostro governo bolivariano, ma bisogna continuare ad affinare le misure di controllo della pandemia.
Il percorso verso le elezioni parlamentari.
Il percorso verso le elezioni prosegue e questa settimana ci sono state attività essenziali, la prima delle quali è stata la selezione dei componenti i seggi elettorali che, finora, avviene mediante sorteggio automatizzato tra quanti si sono iscritti alle liste elettorali; entrambe le attività hanno visto la partecipazione delle forze politiche che partecipano al processo, sia quelle legate alla rivoluzione bolivariana, sia quelle che vi si oppongono. È anche terminato il periodo utile a registrarsi come elettore al primo voto o per modificare la propria registrazione.
Sui salari delle lavoratrici e dei lavoratori in Venezuela (II parte).
La settimana scorsa abbiamo descritto la situazione dei salari; in sintesi: 1.- Il salario di base mensile in Venezuela è inferiore a 2 dollari statunitensi. 2.- A causa della manipolazione del tasso di cambio rispetto al dollaro statunitense, l’inflazione è salita del 716.308%, tra agosto 2018 e maggio 2020, mentre i salari sono aumentati solo del 22.122%, determinando una perdita del loro valore del 97%. 3.- Il governo bolivariano ha sviluppato meccanismi di protezione sociale, fondamentalmente la “plataforma Patria”, con l’assegnazione di buoni per soggetti che necessitano di protezione speciale, ma questi sono insufficienti per coprire le necessità elementari. 4.- Le famiglie integrano le loro entrate con rimesse inviate da famigliari all’estero e con il commercio informale.
Per noi lavoratori le cose vanno male, non è così per i capitalisti che, in questo scenario, hanno visto crescere i loro patrimoni, come afferma l’economista Pasqualina Cursio quando spiega che “secondo la Banca Centrale del Venezuela, nel 2016 per ogni bolívar destinato alla remunerazione del salario ne finivano 21 sul conto del capitalista, il che già era offensivo, ma nel 2017 il rapporto è diventato di 1 a 30”.
Il problema dei salari genera tensioni nel governo bolivariano, ma la maggioranza della squadra economica è concorde con il mantenimento della politica di sussidi, aumentando lentamente il salario; in questo contesto, la Central Socialista Bolivariana de Trabajadores assume una posizione subordinata a quella della squadra economica, ignorando le continue richieste da parte di molti sindacati e della popolazione lavoratrice in generale.
Di certo, non ci sarà un ricomposizione del salario se non si sconfigge l’inflazione, una battaglia ancora in corso e che possiamo esaminare in un altro momento. Tuttavia, rimane la domanda: che fare ora? Da diverse organizzazioni sindacali e movimenti sociali continuiamo a premere affinché il salario si adegui continuamente e a una maggiore velocità, poiché è falso che questa sia la causa dell’aumento dell’inflazione, poiché i prezzi salgono indipendentemente dai salari.
Le imprese sono in grado di sopportare l’aumento dei salari e di pagare più tasse che finanzino la spesa pubblica, per aumentare i salari degli impiegati pubblici e dei pensionati, tuttavia questa è una misura sulla quale si discute e che dipende dai rapporti di forza all’interno dei fattori che appoggiano la rivoluzione bolivariana.
Qui, abbiamo affrontato in maniera succinta solo la questione dei salari, ma in ambito lavorativo c’è molto altro da condividere, come i temi relativi ai contratti collettivi e all’azione sindacale, dei quali speriamo di scrivere in altri bollettini.
Brevi per concludere:
Il ministro del poder popular per la cultura ha inaugurato, questa settimana, la Fiera del Libro di Caracas che, questa volta è on line e durerà dal 23 al 28 luglio.
Il governo degli USA continua ad implementare misure coercitive unilaterali e, questa volta, offre una ricompensa di cinque milioni di dollari a chi favorisca la cattura del presidente del Tribunale Supremo di Giustizia del Venezuela, Maikel Moreno; ha anche congelato i beni di due persone per il loro presunto legame con alcuni membri del governo bolivariano.
La vicepresidente della Repubblica Delcy Rodríguez ha comunicato che la Plataforma Patria ha raggiunto i venti milioni di utenti; nell’ambito di questo sistema il governo bolivariano assegna gli aiuti sociali e, nello scenario della pandemia, segue on line lo stato di salute della popolazione.
Jesús A. Rondón
Traduzione per Lavoro e Salute a cura di Gorri
27/7/2020
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