“NON E’ UNA QUESTIONE DI SOLDI, E’ UNA QUESTIONE DI LIBERTA'”. UN DIALOGHETTO ALL’OSTERIA
I.
– A: E allora, t’ho visto ieri in piazza a rompere le scatole alla gente
col solito comizio che tanto non ti da’ retta nessuno. Ma quando la
pianti?
– B: E’ un vecchio vizio, lo sai.
– A: E stavolta con chi ce l’hai?
– B: E’ per il referendum.
– A: Quello che fa risparmiare tagliando le poltrone alla casta?
– B: Un corno. La smettessero quei birbaccioni di prendere per i
fondelli la gente. Il referendum e’ per difendere la democrazia e la
Costituzione dai fascisti al governo. Il referendum serve per dire NO al
fascismo.
– A: Ecco qua. Hanno proprio ragione quelli che dicono che tu vedi fascisti dappertutto.
– B: Il fatto e’ che sono veramente dappertutto. Io tengo solo gli occhi aperti e dico quel che vedo.
– A: Figurarsi. E allora, come si deve votare al referendum?
– B: Si deve votare NO. Come nel 2006 quando sconfiggemmo Berlusconi. Come nel 2016 quando sconfiggemmo Renzi.
– A: E che c’entrano i referendum del 2006 e del 2016 con questo di adesso?
– B: Le riforme costituzionali che respingemmo votando NO allora avevano lo stesso scopo di questa di oggi:
volevano diminuire le rappresentanze parlamentari, indebolire il
parlamento, far saltare la separazione e il controllo dei poteri,
imporre una svolta
oligarchica e autoritaria.
– A: Nientemeno, ‘sti puzzoni.
– B: Nientemeno. Ed e’ per questo che come allora anche oggi votiamo NO all’antiparlamentarismo, NO al fascismo, NO alla barbarie.
– A: Addirittura.
– B. Addirittura.
– A: Ma sei proprio sicuro che e’ su questo il referendum? A me me l’hanno raccontata diversa.
– B: E come te l’hanno raccontata?
– A: Che la riforma e’ per diminuire i magnaccioni di Roma ladrona.
– B: La raccontano cosi’, ma la verita’ e’ un’altra.
– A: A dar retta a te la verita’ e’ sempre un’altra.
– B: E’ un’altra rispetto alle frescacce che raccontano i potenti e i padroni, e i manutengoli loro.
– A: Che per te sono tutti mascalzoni.
– B: Adesso l’hai detta proprio giusta.
– A: Ormai ci hai la zucca pelata, assomigli a Babbo Natale, cammini
tutto stortignaccolo che ti ci vuole il bastone, e ancora fai il
contestatore.
– B: Perche’, c’e’ qualcosa di male ad opporsi alla schiavitu’, al razzismo e al fascismo?
– A: No, e’ che un contestatore da vecchio fa ridere.
– B: Pazienza, vorra’ dire che faro’ ridere mentre a me mi viene da piangere.
– A: E perche’ ti viene da piangere?
– B: Per lo schifo che c’e’ intorno a noi, non lo vedi? Per la strage
degli innocenti nel Mediterraneo, per la schiavitu’ nelle campagne, per
la persecuzione hitleriana dei migranti, per il regime di apartheid
imposto nel nostro paese in cui un decimo della
popolazione reale e’ privato del diritto di voto. Ti pare poco?
– A: Non e’ poco, no.
– B: E non e’ neppure tutto: le decine di migliaia di persone morte di
Covid perche’ il governo mezzo-razzista e le giunte regionali del tutto
razziste le hanno fatte morire con la loro irresponsabilita’,
intempestivita’ e inadeguatezza: avessimo avuto governanti
ragionevoli e non insipienti, solleciti del bene comune e non solo
rimiratori del proprio ombelico, rispettosi della Costituzione e non
golpisti, insomma antifascisti invece che fascisti, tante vite umane
sarebbero state salvate.
– A: Gia’, tante vite umane sarebbero state salvate.
– B: E la catastrofe ambientale prodotta dal modello di sviluppo imposto
dal capitalismo finanziario predatore e onnicida? La politica, le
istituzioni democratiche, le leggi della repubblica, dovrebbero servire
innanzitutto a contrastare la violenza dei potenti
che stanno provocando il disastro per tutti, no?
– A: Dovrebbero.
– B: Invece il ceto politico di barbari caudatari che ha occupato le
istituzioni e’ pressoche’ totalmente subalterno e funzionale al comando
del capitale astratto che fa scempio dell’umanita’ concreta e
dell’intero mondo vivente.
– A: In effetti.
– B: E allora non ho ragione a contestare, ad oppormi, a resistere a
questo comitato d’affari degli sfruttatori, a questo regime razzista e
devastatore? Non ho ragione ad oppormi al suo tentativo di fiaccare le
istituzioni democratiche per imporre la dittatura
degli sfruttatori, la dittatura dei massacratori? Non ho ragione a
votare NO all’antiparlamentarismo, NO al fascismo, NO alla barbarie?
– A: Ci avrai pure ragione, ma certo la vedi proprio nera.
– B: La vedro’ proprio nera, ma certo ci ho pure ragione.
– A: Intanto beviamoci un cicchetto, che ne dici?
– B: Questa e’ una bella idea.
*
II.
– A: Ci voleva proprio, eh?
– B: Ci vuole sempre un goccio.
– A: Quando ci vuole ci vuole.
– B: Questo e’ parlare da uomini.
– A: Facciamo il bis?
– B: E perche’ no?
*
III.
– A: E mo’ spiegami bene che e’ ‘sta storia.
– B: Quale storia?
– A: Del referendum, no?
– B: Ah, ma e’ semplice. Con la scusa di spendere di meno segano un terzo del parlamento.
– A: E sarebbe un male spendere di meno?
– B: E’ un male segare la possibilita’ che in parlamento siano rappresentati anche le oppresse e gli oppressi.
– A: E che c’entra?
– B: Con meno parlamentari non ci sara’ piu’ nessuna possibilita’ per il
movimento delle oppresse e degli oppressi di eleggere qualcuno in
parlamento.
– A: Perche’, oggi ci sono?
– B: Sulle punte delle dita di una mano, ma qualcuno forse c’e’.
– A: E contano quanto il due di coppe quando briscola e’ spade.
– B: Comunque preferisco che ci siano.
– A: Se e’ per questo, lo preferisco pure io.
– B: Se passa la riforma non ci potranno essere piu’. Ci saranno solo i
servi dei padroni. E gia’ si sa che politica faranno, quella che fanno
sempre: razzista, schiavista, assassina.
– A: Allora non e’ solo una questione di risparmiare un po’ di soldi, come dicono.
– B: No, non e’ una questione di risparmiare un po’ di soldi, e’ una
questione di liberta’. La liberta’ di tutte e tutti. La nostra liberta’
di esistere e di lottare contro lo sfruttamento e la violenza. La
liberta’ sancita dalla Costituzione repubblicana scritta
col sangue dei martiri della Resistenza.
– A: Con tutto cio’, che quegli zozzoni del governo esagerano a rubare e sprecare i soldacci nostri pero’ e’ vero.
– B: E’ vero si’, e infatti bisognerebbe tagliargli gli artigli a loro, non segare il parlamento.
– A: Per esempio?
– B: Per esempio smetterla di buttare via i soldacci di tutti per
comprare le armi assassine; smetterla di buttare via i soldacci di tutti
per le spese militari; hai voglia quante spese ci sono che si
potrebbero e dovrebbero tagliare. E tra le spese da tagliare
gli emolumenti e le prebende dei signori parlamentari e dei signori
ministri che ci costano piu’ di vent’anni di grandine seguiti da
vent’anni di siccita’.
– A: E coi soldoni risparmiati cosi’?
– B: Salute, casa, lavoro, istruzione, assistenza e da bere per tutti, per esempio.
– A: Questa non e’ una cattiva idea, specialmente da bere per tutti. Magari potremmo cominciare col dare il buon esempio adesso.
– B: E vai col buon esempio.
*
IV.
– A: Mi piace proprio dare il buon esempio.
– B: A chi lo dici.
– A: Ancora un buon esempio?
– B: Prosit.
*
V.
– A: E allora bisogna votare NO, dico bene?
– B: Benissimo dici.
– A: Via, cominciamo a fare un po’ di propaganda qui all’osteria.
– B: Mica solo qui all’osteria, bisogna fare propaganda dappertutto.
– A: Io pero’ non e’ che me la cavo granche’ a fare i discorsi, magari
se mi dici le cose piu’ importanti quelle me le ricordo se sono poche.
– B: Allora: bisogna votare NO.
– A: E questa e’ facile. E poi a me di dire no mi riesce naturale. Sara’
che sono sempre stato un poveraccio, ma non e’ mi e’ mai piaciuto di
dire signorsi’.
– B: Bravo, bisogna sempre dire di NO.
– A: E fino a qui ci siamo, E poi?
– B: Poi bisogna dire a che diciamo NO.
– A: Diciamo NO al fascismo.
– B: E’ chiaro.
– A: E pure questa me la ricordo. A me il fascismo mi fa schifo.
– B: E poi bisogna dire perche’ diciamo NO.
– A: E perche’ diciamo NO?
– B: Perche’ vogliamo difendere la democrazia e la liberta’.
– A: E per difendere la democrazia e la liberta’ votiamo NO.
– B: E’ logico.
– A: E’ logico. E adesso non sara’ il caso di farci un altro biccherino di quello buono?
– B: E’ sempre il caso.
– A: E cosi’ sia.
– B: Amen.
*
VI.
– A: Che c’e’ di meglio di un bicchiere di spremuta di uve pregiate, come diceva il buon Sauro Sorbini?
– B: Due bicchieri di spremuta di uve pregiate.
– A: Questa e’ la pura verita’.
– B: E la verita’ sia fatta.
*
VII.
– A: Adesso si’ che mi sento bene.
– B: E adesso a fare la propaganda per il NO.
– A: Vediamo se mi ricordo tutto: al referendum noi votiamo NO, contro il fascismo, per difendere la democrazia e la liberta’.
– B: Neppure Pertini avrebbe detto meglio.
– A: E magari c’e’ pure qualche volantino da dare in giro, cosi’ la gente si ricorda meglio?
– B: Ci avrei ‘sti volantini qui.
– A: E dammene qualcuno.
– B: Tieni, tieni. Sono due diversi. Pero’ prima di darli ricordati di dargli una letta pure tu.
– A: E perche’? Io gia’ ce lo so come si deve votare, si deve votare NO.
– B: E’ che magari qualcuno dopo che glielo hai dato ti chiede che c’e’ scritto.
– A: E che c’e’ scritto? Che si deve votare NO.
– B: C’e’ scritto pure perche’ si deve votare NO.
– A: E ce lo so gia’: contro il fascismo, per difendere la democrazia e la liberta’.
– B: Facciamo cosi’, mo’ te li leggo io.
– A: E facciamo cosi’. E mentre leggi, mentre leggi, che ne dici se per bagnarsi l’ugola…
– B: E c’e’ bisogno di chiederlo?
– A: E allora forza, oste della malora, ancora due gotti del solito!
– B: Meglio che leggo finche’ distinguo le parole. Comincio, eh?
Al referendum del 20-21 settembre voteremo NO.
Voteremo NO al taglio del Parlamento, alla strozzatura della
rappresentanza democratica, all’estromissione delle minoranze dalle
Camere, al compiuto asservimento dell’organo legislativo all’esecutivo e
a centri di potere extraistituzionali ed antidemocratici.
Voteremo NO alla manomissione della Costituzione e alla compressione ed imprigionamento della sovranita’ popolare.
Voteremo NO alla negazione del principio su cui si fonda lo stato di
diritto: la separazione, l’equilibrio ed il controllo dei poteri.
Voteremo NO al disegno di sostituire alla democrazia rappresentativa un
potere oligarchico e opaco, abusivo e tracotante, effettualmente
violento e tendenzialmente totalitario.
Voteremo NO condividendo l’appello degli illustri docenti di diritto
costituzionale che hanno denunciato i guasti gravissimi della riforma
costituzionale sottoposta a referendum.
Voteremo NO perche’ la democrazia, la liberta’, la giustizia, il diritto
alla vita, alla salute e alla dignita’ sono beni troppo preziosi per
permettere che siano “tagliati per risparmiare”.
Voteremo NO perche’ in quanto esseri umani preferiamo essere cittadini anziche’ sudditi.
*
VIII.
– A: Questo e’ parlare. Non e’ che ho capito proprio tutto, ma che si
deve votare NO questo si capisce bene. Ancora una sciacquata al
gargarozzo?
– B: E’ sempre l’ora di una bella sciacquata al gargarozzo.
*
IX.
– A: Ah, non c’e’ niente di meglio che una bella sciacquata al
gargarozzo. E visto che ci siamo, leggi pure quell’altro di volantino.
– B: E certamente. Eccolo qua.
NO alla riforma costituzionale che mutila la democrazia rappresentativa e mira ad imporre un regime totalitario nel nostro paese
Al referendum costituzionale sulla mutilazione del parlamento del 20-21 settembre 2020 voteremo NO.
Siamo contrari a ridurre il Parlamento a una tavolata di yes-men al
servizio di esecutivi tanto insipienti quanto tracotanti e dei
grotteschi e totalitari burattinai razzisti e militaristi che li
manovrano.
Siamo contrari al passaggio dalla democrazia rappresentativa, per quanto imperfetta essa possa essere, al fascismo.
La mutilazione del parlamento attraverso la riduzione del numero dei
parlamentari ha questo significato e queste fine: favorire il passaggio
da una democrazia costituzionale gia’ profondamente ferita a un regime
sempre piu’ antidemocratico ed eslege, sempre
piu’ protervo e brutale.
Al referendum del 20-21 settembre 2020 votiamo NO all’antiparlamentarismo, NO al fascismo, NO alla barbarie.
NO all’antiparlamentarismo, che alla separazione e all’equilibrio dei
poteri, alla rappresentanza proporzionale dell’intera popolazione e alla
libera discussione e consapevole deliberazione vuole sostituire i
bivacchi di manipoli, l’autoritarismo allucinato,
plebiscitario e sacrificale, il potere manipolatorio dei padroni
occulti e palesi delle nuove tecnologie della propaganda e della
narcosi.
NO al fascismo, crimine contro l’umanita’.
NO alla barbarie, che annichilisce ogni valore morale e civile, che
perseguita ed estingue ogni umana dignita’ e virtu’, che asservisce la
societa’ alla menzogna e alla violenza.
*
X.
– A: Pure in questo c’era qualche parola un po’ difficile, ma che si
deve votare NO si capisce bene. E a proposito, ma chi sarebbero quei
docenti di diritto costituzionale che dicevi prima?
– B: Sarebbero un par di cento professori e professoresse che hanno
passato la vita a studiare la Costituzione nostra e che dicono che
bisogna votare NO. Se ti va, ti leggo quel che dicono che giusto giusto
l’ho copiato su un quadernetto che ci ho in tasca
che ci segno le cose da ricordare.
– A: Come no? Mentre tracanniamo un po’ di elisir di lunga vita fa piacere l’accompagnamento musicale.
– B: E allora forza con l’elisir, ed eccolo qua pure l’appello dei 183 costituzionalisti. Senti bene, eh.
Le sottoscritte e i sottoscritti, docenti, studiose e studiosi di
diritto costituzionale, intendono spiegare le ragioni tecniche per le
quali si oppongono alla riforma sulla riduzione del numero dei
parlamentari, illustrando i rischi per i principi fondamentali
della Costituzione che la revisione comporta.
Si precisa che il presente documento scaturisce da un’iniziativa
autonoma e totalmente indipendente sia dal Coordinamento per la
democrazia costituzionale (CDC), sia dal Comitato nazionale per il No al
taglio del Parlamento, cosi’ come da ogni altro ente, organismo
e associazione, esprimendo considerazioni frutto esclusivamente
dell’elaborazione collettiva dei sottoscrittori.
Il testo di legge costituzionale sottoposto alla consultazione
referendaria, introducendo una riduzione drastica del numero dei
parlamentari (da 945 componenti elettivi delle due Camere si passerebbe a
600), avrebbe un impatto notevole sulla forma di Stato
e sulla forma di governo del nostro ordinamento. Tanti motivi inducono a
un giudizio negativo sulla riforma: qui si illustrano i principali.
1) La riforma svilisce, innanzitutto, il ruolo del Parlamento e ne
riduce la rappresentativita’, senza offrire vantaggi apprezzabili ne’
sul piano dell’efficienza delle istituzioni democratiche ne’ su quello
del risparmio della spesa pubblica.
I fautori della riforma adducono, a sostegno del “SI'” al referendum, la
riduzione di spesa che la modifica della composizione delle Camere
determinerebbe. Si tratta, pero’, di un argomento inaccettabile non
soltanto per l’entita’ irrisoria dei tagli di cui
si parla, ma anche perche’ gli strumenti democratici basilari (come
appunto l’istituzione parlamentare) non possono essere sacrificati o
depotenziati in base a mere esigenze di risparmio.
La riduzione del numero dei parlamentari non deriverebbe, inoltre, da
una riforma ragionata del bicameralismo perfetto (il vigente assetto
parlamentare in base al quale le due Camere si trovano nella stessa
posizione e svolgono le medesime funzioni). Tale sistema
non sarebbe toccato dalla legge costituzionale oggetto del referendum.
Spesso si fa riferimento agli esempi di altri Stati ma non puo’
correttamente compararsi il numero dei componenti delle Camere italiane
con quello di altre assemblee parlamentari in termini astratti, senza
tenere conto del numero degli elettori (e, dunque,
del rapporto eletti/elettori). Si trascura, inoltre, che in molti degli
ordinamenti assunti come termini di paragone si riscontrano forme di
governo e tipi di Stato diversi dai nostri.
2) La riforma presuppone che la rappresentanza nazionale possa essere
assorbita nella rappresentanza di altri organi elettivi (Parlamento
europeo, Consigli regionali, Consigli comunali, ecc.), contro ogni
evidenza storica e contro la giurisprudenza della Corte
costituzionale.
I fautori della riforma sostengono ancora che la riduzione del numero
dei parlamentari non arrecherebbe alcun danno alle esigenze della
rappresentativita’ perche’ sarebbero gia’ tanti gli organi elettivi
(Parlamento europeo, Consigli regionali, consigli comunali,
ecc.) la cui formazione dipenderebbe dal voto dei cittadini. La
rappresentanza nazionale, secondo questa tesi, potrebbe trovare
un’espressione parcellizzata in altri luoghi istituzionali. A
prescindere, pero’, da ogni altra considerazione sul ruolo e sulle
competenze degli organi elettivi richiamati (ad esempio, i Consigli
regionali italiani non sono paragonabili ai parlamenti degli Stati
membri di una federazione), si puo’ ricordare che la Corte
costituzionale ha chiarito che “solo il Parlamento e’ sede della
rappresentanza politica nazionale, la quale imprime alle sue funzioni
una caratterizzazione tipica ed infungibile”.
Basta leggere, del resto, le materie attribuite dalla Costituzione alla
competenza esclusiva del legislatore statale (e considerare
l’interpretazione estensiva che di molte di queste materie ha dato la
stessa Corte costituzionale nella sua giurisprudenza) per
avere un’idea dell’importanza delle Camere.
3) La riforma riduce in misura sproporzionata e irragionevole la rappresentanza di interi territori.
Per quanto riguarda la nuova composizione del Senato, alcune Regioni
finirebbero con l’essere sottorappresentate rispetto ad altre. Cosi’, ad
esempio, l’Abruzzo, con un milione e trecentomila abitanti, avrebbe
diritto a quattro senatori, mentre il Trentino-Alto
Adige, con le sue due province autonome e con una popolazione
complessiva di un milione di abitanti, avrebbe in tutto sei senatori; e
ancora la Liguria, con cinque seggi, avrebbe una rappresentanza al
Senato, in sostanza, della sola area genovese.
4) La riforma non eliminerebbe ma, al contrario, aggraverebbe i problemi
del bicameralismo perfetto (anche se e’ spesso presentata dai suoi
sostenitori come un intervento volto a raggiungere gli stessi obiettivi
di precedenti progetti di riforma, diretti a
rendere piu’ efficiente l’istituzione parlamentare).
Come si e’ gia’ detto, l’attuale riforma non introduce alcuna
differenziazione tra le due Camere ma si limita semplicemente a ridurne i
componenti, il cui elevato numero costituisce una caratteristica del
Parlamento e non del bicameralismo perfetto. Tale assetto,
in teoria, potrebbe anche essere modificato senza alterare in modo
cosi’ incisivo il numero dei parlamentari, anche solo per il tramite di
una contestuale riforma dei regolamenti parlamentari di Camera e Senato.
Al contrario, se si considerano i problemi di
rappresentanza di alcuni territori regionali che la riforma
comporterebbe, risulta che paradossalmente la legge in questione
finirebbe con l’aggravare, anziche’ ridurre, i problemi del
bicameralismo perfetto.
5) La riforma appare ispirata da una logica “punitiva” nei confronti dei
parlamentari, confondendo la qualita’ dei rappresentanti con il ruolo
stesso dell’istituzione rappresentativa. La revisione costituzionale
sembra essere espressione di un intento “punitivo”
nei confronti dei parlamentari – visti come esponenti di una “casta”
parassitaria da combattere con ogni mezzo – ed e’ il segno di una
diffusa confusione del problema della qualita’ dei rappresentanti con il
ruolo dell’organo parlamentare. Non e’ dato riscontrare,
tuttavia, un rapporto inversamente proporzionale tra il numero dei
parlamentari e il livello qualitativo degli stessi. Una simile riduzione
dei componenti delle Camere penalizzerebbe soltanto la rappresentanza
delle minoranze e il pluralismo politico e potrebbe
paradossalmente produrre un potenziamento della capacita’ di controllo
dei parlamentari da parte dei leader dei partiti di riferimento,
facilitato dal numero ridotto degli stessi componenti delle Camere.
Non puo’ trascurarsi, inoltre, lo squilibrio che si verrebbe a
determinare qualora, entrata in vigore la modifica costituzionale, non
si avesse anche una modifica della disciplina elettorale, con essa
coerente, tale da assicurare – nei limiti del possibile
– la rappresentativita’ delle Camere e, allo stesso tempo, agevolare la
formazione di una maggioranza (sia pur relativamente) stabile di
governo.
E’ illusorio, in conclusione, pensare alle riforme costituzionali come
ad azioni dirette a causare shock a un sistema politico-partitico
incapace di autoriformarsi, nella speranza che l’evento traumatico possa
innescare reazioni benefiche. Una cattiva riforma
non e’ meglio di nessuna riforma. Semmai e’ vero il contrario.
Respingendo questa riforma perche’ monca e destabilizzante, ci sarebbe
spazio per proposte equilibrate che mantengano intatti i principi
fondanti del nostro ordinamento costituzionale; al contrario
sarebbe piu’ difficile mettere in discussione una riforma appena
avallata dal corpo elettorale. Occorrono, in definitiva, interventi
idonei ad apportare miglioramenti al sistema nel rispetto della
democraticita’ e della rappresentativita’ delle istituzioni.
Per queste ragioni i sottoscritti voteranno convintamente “NO”!
*
XI.
– A: Gagliardo e tosto. Non finiva piu’, c’era qualche parolone
difficile, pero’ e’ gagliardo e tosto. E una volta tanto i sori
professori si capisce quel che dicono. E adesso per esprimere il nostro
vivo apprezzamento agli esimi professori ed alle esimie professoresse,
e soprattutto alla Costituzione repubblicana, democratica ed
antifascista, lo sai che si fa?
– B: Che si fa?
– A: Lo sai che si fa: un brindisi.
– B: E un brindisi sia.
*
XII.
– A: Cosi’ mi piace, che a stare a sentire i comizi in piazza m’annoio, ma qui all’osteria si ragiona proprio bene, eh?
– B: Si ragiona bene, si ragiona bene.
– A: E quando si ragiona bene si vota NO.
– B: Cosi’ si fa. E adesso andiamo a fare un po’ di propaganda. Il bicchiere della staffa prima di andare?
– A: E come si fa a rifiutare il bicchiere della staffa?
– B: Oste, qui c’e’ gente che ha sete!
– A: E dopo aver riempito i bicchieri lasciaci pure tutta la bottiglia
che ci pensiamo noi a portare a compimento l’opera, che quando eravamo
piccoli la mamma ci ha insegnato che quando ci si alza dal tavolino non
si devono lasciare avanzi!
– B: Mi sa che vinciamo pure questo di referendum. Non so perche’ ma gia’ mi sento tutto allegro, e’ un buon presentimento.
Il “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo
Viterbo, 4 settembre 2020
Mittente: “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la
difesa della biosfera” di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo,
tel. 0761353532, e-mail: centropacevt@gmail.com
Il “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della
biosfera” di Viterbo e’ una struttura nonviolenta attiva dagli anni ’70
del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne
per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali.
E’ la struttura nonviolenta che oltre trent’anni fa ha coordinato per
l’Italia la piu’ ampia campagna di solidarieta’ con Nelson Mandela,
allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987
ha promosso il primo convegno nazionale di studi
dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico
quotidiano “La nonviolenza e’ in cammino” che e’ possibile ricevere
gratuitamente abbonandosi attraverso il sito www.peacelink.it
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