Cuba esporta il modello umanistico di sanità nel mondo
Cuba ha sempre dato, nel corso della sua storia rivoluzionaria, priorità al diritto alla salute e alla sanità come diritto umano inalienabile del popolo, pensato per garantire le condizioni necessarie per offrire a tutti servizi gratuiti e ti ottima qualità. Prima del trionfo della Rivoluzione cubana, avvenuta l’1 gennaio 1959, sull’isola vi erano 6.250 medici, di cui circa la metà ha lasciato il Paese dopo quella data. Più del 63,2% di quelli esistenti si trovavano a L’Avana, dove ospedali pubblici, cliniche private e centri sanitari erano accessibili solo a chi poteva permetterselo. Durante tutti i 60 anni della Rivoluzione Cubana, il personale sanitario ha avuto un alto livello di formazione tecnico-scientifica dando priorità allo sviluppo della salute, alla formazione di professionisti, alla ricerca scientifica, allo sviluppo di vaccini e all’eradicazione di malattie endemiche prima del 1959. Tutto iniziò il 23 maggio 1963 quando il primo gruppo di medici internazionalisti cubani partì per l’Algeria. Questo è stato l’inizio della prima missione ufficiale di solidarietà medica cubana nella storia della Rivoluzione. Tuttavia, prima di quella data, nel 1960, i medici cubani hanno aiutato la popolazione cilena dopo uno dei più grandi terremoti mai registrati.
Tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta, questo aiuto è stato inteso come una “missione internazionalista” basata sul principio di solidarietà, comprendendo altri settori scientifici e professionali, con il fine di contribuire alla liberazione e allo sviluppo dei popoli. L’operato di Cuba nei cosiddetti “Paesi del Terzo Mondo”, non si può essere paragonato alle operazioni delle grandi potenze del mondo nei vari paesi che, coperte da “azioni umanitarie”, hanno invece aperto strade a favore delle proprie economie. Cuba, dagli aiuti umanitari, non ha mai guadagnato nulla e il livello di collaborazione, che è stata in grado di mantenere, è stato principalmente libero o condiviso.
Bisognerà aspettare gli anni Novanta con la disintegrazione dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS), la scomparsa del Campo Socialista (il principale mercato di Cuba) e l’inizio del cosiddetto Periodo Speciale, in cui l’economia cubana sarà fortemente scossa.
Questa situazione ha portato alla nascita di una nuova forma di collaborazione: l’Assistenza Tecnica Compensata o Contratto Diretto, la cui essenza è quella di stabilire un accordo in base al quale il medico assunto riceve un compenso per le prestazioni rese e, d’altra parte, un contributo al Sistema Sanitario Nazionale che permette di mantenere il resto della collaborazione medica, che, a causa della situazione economica esistente, il Paese non poteva assumere.
Alla fine degli anni Novanta si sono verificati eventi naturali in America Centrale e nei Caraibi come gli uragani George e Mitch che hanno cambiato tutto ciò che era stato fatto fino a quel momento. La modalità della Missione Internazionalista è diminuita, l’Assistenza Tecnica Compensata è stata gradualmente ridotta e il Programma Sanitario Integrato (PIS) è apparso il 3 novembre 1998, inizialmente in America Centrale e nei Caraibi e successivamente esteso all’Africa e al Pacifico.
Durante questo periodo, la Scuola Latinoamericana di Medicina (ELAM) è stata creata come elemento fondamentale di continuità e sostenibilità di questo Programma. Per quanto riguarda gli stranieri che studiano a Cuba, il governo ha creato le condizioni di vita necessarie per garantire che il loro processo di formazione sia il più completo possibile. A tutti i borsisti sono garantiti alloggio, cibo, servizi sanitari, materiali, strutture educative e tutte le attrezzature didattiche e amministrative necessarie.
La cooperazione di Cuba si è sviluppata sul principio della condivisione di ciò che ha, distinguendosi per la natura volontaria dei cooperatori, che in nessun caso sono costretti a viaggiare. Una volta presa la decisione e arrivati a destinazione, una delle principali preoccupazioni del governo cubano è stata la generazione di condizioni di vita professionali, tecniche e dignitose per ciascuno dei suoi collaboratori che lasciano il Paese. I periodi di soggiorno sono di due anni con vacanze annuali. Il programma include il mantenimento della loro posizione lavorativa a Cuba, l’assistenza economica supplementare alla loro famiglia e il mantenimento del loro stipendio pieno a Cuba, così come un importante riconoscimento del loro lavoro a livello sociale. In termini monetari, l’operatore umanitario cubano nel Paese in cui lavora riceve uno stipendio economico che serve a coprire i suoi bisogni durante il suo soggiorno. In alcuni casi, nel Paese ricevente, il governo si assume parte del loro mantenimento su base condivisa.
Uno degli esempi più importanti di collaborazione medica a Cuba è stata la creazione del Contingente Internazionale Henry Reeve di Medici Specializzati in Situazioni di Disastro e Gravi Epidemie. Questo Contingente è stato creato da Fidel Castro nel 2005, con l’intento di assistere le vittime dell’uragano Katrina negli Stati Uniti. Gli aiuti medici cubani non hanno mai raggiunto la destinazione proposta, poiché il presidente George W. Bush non ha dato loro il permesso di entrare. La tragedia ha causato più di 1.800 morti. Un anno dopo Bush dichiarò: “Il mio governo non è stato all’altezza delle sue responsabilità”.
Da allora, le Brigate Internazionali Henry Reeve sono intervenute in caso di terremoti come in Pakistan nel 2005, in Indonesia nel 2006, in Perù nel 2007, in Cina nel 2008, ad Haiti e in Cile nel 2010, in Nepal nel 2015, in Ecuador nel 2016; in caso di forti piogge come in Guatemala nel 2005, in Bolivia nel 2006, in Messico nel 2007, in El Salvador in 2009, in Cile nel 2015, in Venezuela nel 2015; in caso di emergenze mediche di colera ad Haiti nel 2010, di ebola in Sierra Leone, in Guinea, in Liberia nel 2014; e uragani in Repubblica Dominicana nel 2015, in Isole Figi nel 2016, in Haiti nel 2016. Bisognerà poi aspettare quest’anno con l’aiuto umanitario offerto all’Italia e ad altri Paesi per sconfiggere il Coronavirus.
Cuba ha assunto una responsabilità economica condivisa, soprattutto per quanto riguarda l’accompagnamento medico, con il Venezuela e il Brasile (durante i governi del Partito dei Lavoratori). In aree specifiche, ha firmato accordi di cofinanziamento per promuovere piani o accompagnamento, come l’emergenza Ebola in Africa, o l’attenzione alle emergenze ad Haiti, tra gli altri.
Da questa storia iniziò una lunga lotta contro le malattie partendo da una cifra di 22.670.965 pesos per finanziare la salute della popolazione. Queste cifre sono aumentate nel tempo, arrivando nel 2019 ad uno stanziamento di 10.662.200.000 pesos e, nel 2020 a 12.740.000.000.000 pesos equivalenti a 530 milioni di dollari. Questo rappresenta il 28% del budget totale e, insieme a quello destinato all’istruzione, ne rappresenta oltre il 50%.
Il finanziamento di quest’anno consentirà di fornire oltre 200 milioni di consulenze mediche e servirà anche a garantire i servizi medici forniti negli ospedali e negli istituti, nonché l’assistenza sanitaria di base. Inoltre, fornirà la copertura finanziaria per 1,4 milioni di ricoveri ospedalieri e i medicinali necessari (Portale, 2019). Questo, ovviamente, si deve aggiungere ai costi della pandemia di Covid-19, un’emergenza sanitaria che ha scosso il mondo e Cuba stessa, la quale nel frattempo si è fatta pioniera nella lotta contro di essa in molti altri Paesi.
Nel corso del 2019, 8.098 nuovi professionisti si sono laureati nelle diverse carriere nelle Scienze Mediche, portando Cuba ad avere più di 100.000 medici attivi, che è la cifra più alta della storia e una delle prime al mondo, con il rapporto di 9 medici per mille abitanti: quasi 20.000 stomatologi, più di 80.000 laureati in infermieristica, 150 ospedali, 450 policlinici, quasi 11.000 studi medici, 13 università mediche, quasi 90.000 studenti, 30.000 specialisti della formazione e più di 35mila studenti stranieri provenienti da 141 Paesi che hanno conseguito la laurea presso le università cubane (Portale, 2019).
Solo nel 2019 sono stati effettuati oltre 89 milioni di consulti a livello di assistenza sanitaria di base e 1.199.000 interventi chirurgici. Nel 2019 è stata garantita una copertura vaccinale di oltre il 98%, che ha permesso di proteggere la popolazione infantile da 13 malattie, mentre 14 malattie infettive sono state eliminate. Altri nove non costituiscono problemi di salute, in quanto le loro percentuali sono inferiori allo 0,1 per 100.000 abitanti. La mortalità prematura nella popolazione al di sotto dei 60 anni di età a causa di malattie cardiache, malattie cerebrovascolari e diabete mellito è stata ridotta. Ci sono 37 unità scientifiche, tecnologiche e di innovazione nel Paese, 1.500 progetti di ricerca, 153 studi clinici e 8 vaccini prodotti a livello nazionale.
Nonostante il blocco economico dei paesi occidentali che grava sulla sua economia e sul suo stato sociale, Cuba è in grado di fornire, grazie al socialismo, quell’approccio umanistico al diritto alla salute garantendo più di 50mila professionisti all’estero, migliaia di borse studio a studenti di tutto il mondo e interventi chirurgici che si distinguono per materiali e attrezzature. Tutto questo rappresenta una spesa straordinaria per il governo cubano, ma ciò che ci insegna è che le democrazie socialiste oggi riescono a sostenere progetti che le democrazie liberali non sono in grado di fornire e soprattutto garantire. Cuba è ancora oggi, nonostante le difficoltà, un moto regolativo che porta ad affermare che, ancora oggi “un altro mondo è possibile”.
Lorenzo Poli
19/9/2020 https://www.pressenza.com
http://razonesdecuba.cu/los-medicos-cubanos-en-cuba-y-el-mundo/
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