Piano Nazionale per l’Assistenza Socio-sanitaria Territoriale
Ai primi dello scorso agosto è maturata l’idea di lanciare un forte segnale ai politici che nei prossimi mesi dovranno decidere come investire i finanziamenti europei. Intorno a questa idea si sono raccolte numerose associazioni e anche singoli cittadini che hanno condiviso e sottoscritto un pre-appello, a cui è seguita l’elaborazione di un Documento che qui presentiamo, “Finanziamenti europei per la ripresa: usarli bene. Priorità: assistenza sociale e sanitaria territoriale” (vedi Risorse), i cui principi di fondo possono essere riassunti nei seguenti quattro punti:
- Le risorse vanno indirizzate verso progetti di innovazione del nostro welfare, piuttosto che incanalate nei settori “tradizionali” in cui sinora si sono concentrate. Occorre perciò investire in Progetti dedicati a una forte infrastrutturazione dei servizi territoriali, una loro solida organizzazione, ragionevolmente omogenea su tutto il territorio nazionale, una ben più robusta attenzione ai determinanti sociali della salute.
- Ciò implica un utilizzo delle risorse per Progetti strategici, superando distribuzioni “a pioggia” o a quota capitaria, per evitare dispersioni e duplicazioni e, soprattutto, per evitare il perpetuarsi dei divari preesistenti, a lungo denunciati ma poco contrastati.
- I singoli Progetti devono indicare anche percorsi di convergenza finalizzati al superamento delle disuguaglianze di salute tra la popolazione e tra territori (Nord e Sud in specie) e al loro interno, per una maggiore uniformità nel Paese nell’accesso a servizi e a prestazioni di qualità, come prevede la nostra Costituzione, e per raggiungere un’effettiva universalità nel godimento dei diritti sociali.
- Le risorse devono essere destinate non solo a spese in conto capitale, ma anche a spese correnti per progetti “start up” e per l’acquisto di beni. Non solo “muri e attrezzature tecnologiche”, peraltro importanti, ma formazione e ricerca, progetti personalizzati di presa in carico, assistenza domiciliare, co-progettazione intersettoriale e partecipazione democratica, senza i quali il progetto di infrastrutturazione sarebbe incompiuto.
Marco Geddes
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14/10/2020 https://www.saluteinternazionale.info
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