La scuola e la Regione Campania

Gli amici e le amiche che stanno in Campania ci hanno detto che era nell’aria. Noi invece ascoltiamo sbalorditi la decisione del presidente della regione Campania Vincenzo De Luca di chiudere le scuole dal 16 fino al 30 ottobre (come minimo: c’è pure già la minaccia di un prolungamento della chiusura).

Siamo talmente sbalorditi da chiederci se sia uno scherzo, se De Luca abbia voluto lanciare una paradossale rappresaglia contro la decisione del giudice sportivo di dare lo 0 a 3 al Napoli e pure un punto (e punto e virgola!) di penalizzazione. Che De Luca voglia rafforzare così l’annunciato ricorso della Società Sportiva Calcio Napoli facendo pensare che tutta la regione sia in lockdown? Lockdown?! Un momento… non è un lockdown: solo le scuole chiudono, unicamente le scuole.

Questa è una scelta precisa, che attesta un fallimento, una bancarotta economica, sociale e culturale che non ha nulla a che vedere con l’epidemia. Ce l’hanno raccontato bene alcuni compagni e compagne di Napoli, durante le nostre assemblee: in una regione della Repubblica italiana la scuola pubblica di fatto già non esiste più.

L’ordinanza di De Luca ci dice questo: in una regione dove le scuole hanno riaperto tra la fine di settembre e i primi di ottobre, la richiusura non ha nulla a che fare con l’epidemia a scuola; suvvia non c’è stato nemmeno il tempo, e pure i dati ce lo dicono, senza ombra di dubbio.

L’ordinanza di De Luca ci dice questo: che di nuovo sulle scuole vengono scaricate tutte le criticità esterne al sistema scolastico; a pagare per tutti sono i minori e il diritto all’istruzione.

L’ordinanza di De Luca ci dice questo: che prima dell’epidemia la situazione di servizi pubblici essenziali – di diritti fondamentali – era già terribile, e che in questi mesi ai proclami non è seguito nessun reale investimento, nessuna reale strategia che mettesse scuola (e di conseguenza trasporti) e sanità al primo posto. Le tre questioni che, da primavera, dovevano essere ovviamente al centro della ripartenza del Paese le ritroviamo in autunno senza soluzioni serie, senza investimenti seri.

Siamo furiosi e feroci per quanto sta accadendo; siamo solidali con tutte-i i-le ragazzi-e della Campania privati di nuovo di scuola dopo averla potuta frequentare solo per qualche decina di ore nell’arco di un paio di settimane; sosteniamo e sosterremo la loro protesta e le loro lotte, che partiranno domani mattina e proseguiranno.

Siamo con voi. E sappiamo che la lotta deve mantenersi viva ovunque in Italia, perché – con sfumature diverse – la situazione è la stessa ovunque. Ce lo hanno detto le cronache di queste giorni: la conquista di una faticosa riapertura delle scuole è già in bilico, in tutte le regioni.

La Campania è una battaglia che riguarda tutti e tutte noi. “Il tiggì non ne parla e siamo tutti vittime di rappresaglia / Rap Rappresaglia siamo tutti vittime di rappresaglia”.

Giù le mani dalle scuole: le scuole non si chiudono né in Campania né altrove. Priorità alla Scuola significa anche che le scuole dovranno – se mai – essere l’ultima cosa a chiudere, in un unico caso, quello di un lockdown generale.

16/10/2020 https://comune-info.net

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