DALLA CONSULTA POPOLARE PER LA SALUTE E LA SANITA’ DI NAPOLI
Consulta Popolare per la Salute e la Sanità della Città di Napoli
Napoli lì, 15 ottobre 2020
AL Sindaco di Napoli
Ai Capigruppo del Consiglio Comunale
Oggetto: La Fase Covid di ritorno ed i compiti delle istituzioni di prossimità
Ad autunno inoltrato assistiamo al ritorno dell’incubo Covid nella città
di Napoli e nell’area metropolitana: aumento vertiginoso dei contagi
rilevati (circa 700 positivi in un giorno), assistenza territoriale in
gravi difficoltà (4 medici di base ricoverati per Covid in un solo
distretto), posti letto Covid tra intensiva e subintensiva vicini alla
saturazione (posti letto su base regionale: 92 i posti di terapia
intensiva disponibili, 47 i posti letto di terapia intensiva occupati,
mentre i posti letto di degenza ordinaria disponibili dovrebbero essere
555 dei quali occupati sono 460 – Fonte Unità di Crisi Covid Regione
Campania).
Tutto ciò in una condizione di incertezza che potrebbe peggiorare nelle
prossime settimane con l’inverno alle porte. Sussistono tutte le
premesse per gravi conseguenze per la salute della popolazione! Bisogna
correre ai ripari.
La Consulta chiede al Sindaco e ai Consiglieri, di maggioranza e di
opposizione, a tutela della Salute dei cittadini (che Li hanno investiti
della loro fiducia a rappresentarli) una presa di posizione sui
seguenti punti, rivendicandone l’operatività:
1) La necessità di un monitoraggio cittadino giornaliero di
positivi graduati, ricoverati e decessi Covid suddivisi per
municipalità e fasce d’età, al fine di rendere edotta la popolazione
sulle dinamiche del contagio, far crescere la consapevolezza dei rischi
reali e organizzare la partecipazione alle misure di profilassi evitando
le imposizioni dall’alto. Senza partecipazione popolare la profilassi
risulta un fallimento, d’altro canto bisogna interrompere l’atmosfera
di estrema incertezza, tra paure irrazionali ed il negazionismo cieco
che sembra affiorare nel comun sentire della cittadinanza, già duramente
provata dal recente lockdown;
2) L’urgenza di rendere efficiente il sistema di intercettazione
dei contagiati e isolamento dei focolai con una tempistica accettabile
evitando le lunghissime file presso i pochi centri abilitati (Cotugno e
Frullone), i tempi di attesa per i responsi troppo lunghi, la
segregazione oltre ogni limite di umana tollerabilità dei soggetti in
quarantena per i ritardi dei test e le liberatorie. Infogramma sui
Contagiati:Asintomatici,Paucis,Lieve,Severo e critico, ultimi 10 e 30
giorni (modello I.S.S.epicentro) per Distretto/Municipalità con p.l. di
riferimento;
3) Colmare rapidamente i vuoti organizzativi della rete
territoriale ed ospedaliera che mostrano falle evidenti prima ancora di
andare all’impatto con un aumento significativo degli ammalati da
assistere. Nonostante le promesse siamo ben lungi dal raggiungere il
traguardo dei 500 posti letto disponibili per l’assistenza in Intensiva e
sub-intensiva Covid, se già nell’attuale mese di ottobre appare
prossima la saturazione di quelli esistenti e capita che le ambulanze
con pazienti positivi sostino per molte ore nei Pronto Soccorso in
attesa di un ricovero. Bisogna prendere in considerazione la possibilità
di riutilizzare gli ospedali storici da poco dismessi per una funzione
almeno di prossimità (paucisintomatici e sintomi lievi iniziali?) per la
lotta al Covid decentrandovi le funzioni compatibili. I Distretti
Sanitari e la medicina di base mostrano affanno nel controllare il
diffondersi della virosi per carenze strutturali ma anche per l’assenza
di protocolli impostati, sia diagnostici che terapeutici. La promessa,
mai concretizzata, di creare un nuovo tipo di intervento territoriale
mediante le USCA (Unità Speciali di Continuità Assistenziale –medico e
infermiere- introdotte con il DPCM del 9 marzo 2020, hanno lo scopo di
prestare assistenza domiciliare ai contagiati/pazienti affetti da
COVID-19 che non necessitano di ricovero ospedaliero) è rimasto sulla
carta né si vede una prospettiva a breve termine per una medicina
territoriale che abbia direzione e risorse per agire, invece di
attendere il peggio. La medicina di prossimità e l’indirizzo proattivo
devono diventare cose reali e non solo slogan buoni per la propaganda,
mentre la pratica del lasciare i pazienti sospetti a domicilio con
l’incertezza della diagnosi o senza terapie, si è dimostrata un
fallimento che è costato decine di migliaia di morti. A 7 mesi dal
picco della pandemia il ripetersi della situazione lombarda nel nostro
territorio sarebbe un crimine contro la nostra comunità cittadina, un
delitto, non una fatalità, per il quale richiederemmo giustizia;
4) Rendere la situazione dei trasporti cittadini tale da non
trasformare le attuali autolinee e linee metropolitane, tramviarie e
ferroviarie locali in focolai di trasmissione del Covid e quindi
aumentare le corse con un distanziamento reale all’interno di carrozze
sanificate e sorvegliate con regolarità;
5) Respingere ogni ipotesi di ritorno al blocco dell’assistenza per
i malati non covid sia nei distretti che negli ospedali, interruzione
dell’assistenza che già ha prodotto -ci risulta- un aumento della
mortalità generale durante il lockdown e che non dobbiamo permettere
raggiunga limiti intollerabili per un paese civile: ciò è possibile
attivando i punti precedenti e assicurando percorsi differenziati per
Covid o sospetti, uso test rapidi in PP.SS. e nei Distretti;
6) L’attivazione di un sistema di difesa e percorsi protetti per i
soggetti fragili (sofferenti mentali, portatori di disabilità o malattie
rare, anziani con malattie degenerative, etc,), che sono maggiormente
esposti al rischio covid ma anche alle complicanze che i ritardi delle
terapie possono indurre in situazioni segnate da riduzione
dell’autonomia e degli spostamenti;
7) Tra i soggetti fragili i sofferenti psichici, esposti
peculiarmente ai pericoli dell’emergenza in corso in virtù delle
ulteriori preclusioni relazionali in atto, rischiano compromissioni
gravi del loro tragitto esistenziale. La rescissione, o il forte
ridimensionamento del rapporto di continuità con i servizi già
problematico da sempre, va contrastata con un decisa trasformazione
culturale dei servizi stessi, oltre che con il necessario adeguamento
del numero e della multidisciplinarietà degli operatori impegnati, come
peraltro già previsto dalle leggi;
8) I familiari, i sofferenti e gli operatori sono il cardine
insostituibile di ogni progetto di ricostruzione degli stili e del
significato delle UOSM (Unità Operative di Salute Mentale)e in generale
di tutti gli interventi assistenziali: a loro vanno attribuite
responsabilità strategiche di indirizzo ed orientamento, per favorire
così ogni avanzamento culturale che contrasti l’accettazione acritica
della norma ed i conseguenti processi emarginanti, e che veda innanzi
tutto i sofferenti rivendicare in prima persona i propri diritti umani e
civili;
9) Creazione di aree Covid per gli asintomatici in isolamento con
accoglienza alberghiera e relativo confort, fornitura di pasti e mezzi
minimi di sussistenza per i meno abbienti, senza dei quali la quarantena
risulterebbe un vincolo impossibile da rispettare per evitare la fame;
10) Assunzione immediata di tutto il personale sanitario disponibile
per sopperire la situazione d’emergenza dando fondo alle graduatorie di
idoneità per consentire il parziale recupero dei vuoti di organico e
l’avvio di tanti servizi inattivi per carenza di personale.
Queste semplici cose sappiamo ricadono in gran parte sotto la gestione
regionale ma è dovere del primo cittadino e dei consiglieri, tutti,
oltre che delle associazioni e realtà di base come la Consulta, far
sentire la propria voce specialmente in questo momento difficile per
Napoli e per l’Italia richiamando il governo regionale e centrale,
insieme alle Direzioni pubbliche delle Strutture Sanitarie Locali, alle
proprie responsabilità.
La Consulta chiede quindi al primo cittadino ed ai rappresentanti eletti
in consiglio di far proprie queste rivendicazioni e di rivolgerle
adesso a chi direttamente gestisce la Sanità regionale in un ruolo che
non può ignorare la voce dei territori e dei loro più diretti
rappresentanti.
Consulta Popolare per la Salute e la Sanità della Città di Napoli
15/10/2020 https://www.medicinademocratica.org
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!