La solitudine delle donne tunisine a Mazara del Vallo
“Datteri, farina di ceci e sorgo”, spiega Habiba Harrazi a chi vuol fare un’ordinazione. Nella sua casa di Mazara del Vallo, storico porto peschereccio della Sicilia occidentale, prepara tre diversi tipi di makroud, dolci tipici della Tunisia. Il marito, Salem Alilou, è morto nel 2018 e da allora per lei cucinare non è più solo un passatempo. Con cinquecento euro di pensione di reversibilità e un figlio che studia a Siena è necessario arrangiarsi. “Ricamo anche vestiti per i matrimoni”, racconta nel salotto a mattonelle bianche e blu, che dà sulla strada ed è diventato un punto d’incontro per le donne della sua comunità. Tra loro, almeno una decina sono vedove di pescatori, come Harrazi.
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Jacopo Lentini
24/10/2020 https://www.internazionale.it
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