Perché Burioni ha enfatizzato sull’annuncio del vaccino Pfizer?
(foto: La Stampa)
Non avrei mai voluto sentire ciò che ho visto domenica sera da Fabio Fazio. Il ritorno in tv di Roberto Burioni, il microbiologo che in tutti i mesi della prima ondata non ne aveva azzeccata una sia per quanto riguarda la diffusione del virus sia per quanto riguarda la cura del plasma iperimmune che ha invece ostacolato in tutti i modi. Burioni ritorna in TV per fare, da “bravo scienziato” un annuncio agli ascoltatori: “C’è una luce finalmente visibile in fondo al tunnel, è quella del vaccino. Un vaccino concreto.”
Si tratta del vaccino della Pfizer che lui ha definito “un immenso sospiro di sollievo, una enorme luce in fondo al tunnel”. Peccato che ad oggi non ci siano i dati per dirlo.
Burioni ha dichiarato da Fazio che sul vaccino russo Sputnik non ci sono dati e documentazione, mentre secondo lui i dati del vaccino Pfizer ce li abbiamo: “I dati sono arrivati in maniera irrituale direttamente dall’ad di un’importantissima e serissima casa farmaceutica come la Pfizer. Se dovesse mentire, finirebbe dritto in galera.”
Per un attimo non ho creduto a quello che sentivo. Come può uno scienziato come Burioni spacciare per verificate, verificabili, documentate e scientifiche le dichiarazioni dell’amministratore delegato dell’azienda che sta producendo il vaccino? Il fatto che anche il virologo americano Fauci abbia espresso “grande entusiasmo” per il vaccino, come Burioni ha affermato, alla scienza e ai consumatori non interessa niente.
Burioni, durante la trasmissione ha spiegato come funziona il vaccino Pfizer, senza aver nulla di documentato e senza che ci siano documenti che lo possa affermare. Nessuno sa niente sul vaccino, i contratti sono secretati, non è ancora finita la fase di sperimentazione, ma Burioni lo sa e ce lo spiega. Ammette però di non sapere quando sarà disponibile e, viste le gaffe di inizio anno, non ha voluto rilasciare dichiarazioni a riguardo.
“In passato per produrre un vaccino ci sono voluti 12 anni, qui siamo davanti ad un qualcosa di stupefacente: è la più grande impresa che la scienza e l‘uomo abbiano fatto nella storia. Addirittura so di una vaccinazione programmata per gli operatori sanitari negli States fissata per il 15 dicembre! Ovviamente lo studio sul vaccino deve ancora concludersi ma finalmente possiamo dire che abbiamo un vaccino che funziona.”
Come fa lo scienziato Buorioni a dire che è un vaccino eccezionale e che funziona se non sappiamo quanto è efficace? Come può uno scienziato affidarsi alle dichiarazioni (quindi nessuna evidenza scientifica) del produttore del vaccino in quanto difensore d’interesse? Premesso che molte affermazioni sono veritiere, per quanto riguardo le spiegazioni sulla proteina Spike, come può pensare di fare corretta informazione a riguardo? Quali garanzie abbiamo sulle dichiarazioni della Pfizer? Come può dunque Burioni spiegare un vaccino in base alle dichiarazioni esclusive di un colosso farmaceutico senza che gli organi di controllo e di vigilanza si siano ancora espressi a riguardo?
O sta agendo in malafede, o sta rassicurando l’opinione pubblica per secondi fini.
Se non ci sono i presupposti per parlarne, perché enfatizzare la notizia? In modo totalmente irrazionale Burioni ha calmato l’opinione pubblica e in più ha sponsorizzato, con grande cerimonia d’annuncio in prima serata su Mamma Rai, il prodotto della Pfizer di cui non si sa nulla. Se non si sa nulla non se ne dovrebbe parlare, mentre invece il programma di Fabio Fazio gli ha lasciato un po’ di minuti per argomentare notizie per altro generiche.
In questo scenario, il consumatore si ritrova sul filo di un rasoio: da un lato viene assicurato che ci sarà e che funziona; dall’altro in realtà non si ha nulla di certo e non vengono garantiti i suoi diritti di futuro consumatore. Se non si hanno informazioni, dove nasce la necessità da parte di Che Tempo Che Fa di invitare Burioni per enfatizzare un annuncio di natura giornalistica, quindi informando parzialmente i suoi ascoltatori? Ma soprattutto perché a darne l’annuncio è Burioni?
Infatti è lo stesso Burioni a dire che non si sa quanto dura la sua protezione, declassandola però a “problema secondario”, che non si sa quanto sia efficace sugli anziani. “I primi da vaccinare saranno i sanitari e coloro che sono più esposti al virus. Poi dovremo capire se il vaccino protegge gli anziani, se non funziona, dovremo far vaccinare tutti gli altri per non far circolare il virus.” – una supposizione che nulla ha di evidente.
Sta di fatto che mercati in questo periodo sono adrenalinici e gli annunci in pompa magna di questo tipo hanno solo una diretta conseguenza: consentire ai dirigenti delle compagnie farmaceutiche e alle società stesse di guadagnare in borsa.
Lorenzo Poli
Collaboratore redazionale del mensile Lavoro e Salute
17 novembre 2020
Foto: huffingtonpost.it
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