Venezuela: Uno sguardo settimanale

Quadro dei risultati delle elezioni in Venezuela di ieri quando mancava ancora il 20% di schede da scrutinare


Ho iniziato a scrivere questa nota nella breve pausa durante la quale abbiamo atteso i risultati da parte del Consiglio Nazionale Elettorale e l’ho terminata nella mattinata di questo lunedì 7 dicembre. In questo momento siamo affaticati, non solo per la giornata, ma per settimane di intensa attività politica e, nei prossimi giorni, mi propongo di fornire una serie di commenti preliminari sul momento culmine di questo processo elettorale, che ha definito la nuova composizione della nostra Assemblea Nazionale per il periodo 2021 – 2026.

Sul 6 dicembre:

La giornata di votazione è iniziata molto presto, poiché già all’alba cittadine e cittadini hanno cominciato ad arrivare agli oltre quattordicimila seggi elettorali, mentre le organizzazioni politiche si preparavano a mobilitare i loro militanti e simpatizzanti.

Personalmente, mi sono recato a esercitare il mio diritto di voto molto presto. Già nell’avvicinarmi al seggio ho potuto notare le misure di biosicurezza, infatti ho visto che sul pavimento erano state tracciate delle linee separate da 1,5 metri, nel caso i votanti avessero necessità di mettersi in fila. All’ingresso, i membri della Fuerza Armada Nacional Bolivariana che custodiscono gli edifici nei quali si vota, mi hanno fornito gel sanificante e si sono accertati che indossassi la mascherina, oltre a indicarmi cortesemente il seggio presso il quale avrei votato; una volta entrato, sono stato ricevuto da una persona che ha verificato la mia identità mediante un lettore elettronico di impronte digitali il quale ha poi attivato lo schermo sul quale votare; ho quindi selezionato la mia opzione, raccolto la ricevuta che ho poi depositato in un’urna, infine ho firmato e apposto la mia impronta digitale sul registro fisico e me ne sono andato: tutto in meno di cinque minuti.

Racconto la mia esperienza perché non è stata diversa da quella della maggioranza degli altri votanti e, con una dinamica del genere non era ragionevole che si formassero code.

Nel corso della giornata i rappresentanti delle organizzazioni politiche partecipanti alle elezioni, sia del campo chavista, sia dell’opposizione, si sono espressi di fronte ai media pubblici e privati; queste dichiarazioni hanno dato conto di un appello al voto e di una valutazione positiva della giornata elettorale. L’opposizione che ha scelto di non partecipare, cioè quella guidata da Juan Guaidó; si è dedicata a mostrare seggi deserti e fare appelli all’astensione, mentre il governo degli Stati Uniti d’America, per bocca del suo Segretario di Stato Mike Pompeo, ha nuovamente affermato di non riconoscere questo atto sovrano del popolo venezuelano.

Una novità di questa giornata elettorale è stata la partecipazione delle imprese di comunicazione private alla copertura dell’evento ed è tale perché in occasione delle votazioni presidenziali che hanno portato alla rielezione di Nicolás Maduro si erano deliberatamente silenziate, favorendo le falsità dell’opposizione.

I risultati preliminari:

L’interrogativo principale, in questa giornata, riguardava l’affluenza alle urne e ha trovato risposta nelle prime ore di questo 7 dicembre, quando la presidente del Consiglio Nazionale Elettorale ha annunciato che il diritto di voto è stato esercitato da 5.264.104 Venezuelani e Venezuelane, il che corrisponde al 31% dell’elettorato, costituito da poco più di venti milioni di cittadini.

All’alba è stato comunicato che le organizzazioni politiche che compongono il Gran Polo Patriótico sono risultate vincitrici, ottenendo il 67,7% dei voti scrutinati, il che equivale a 3.558.320, mentre i partiti dell’opposizione raccolgono quasi 1.200.000 voti, circa il 23% della tornata. La Alternativa Popular Revolucionaria, con alla testa il Partido Comunista de Venezuela, ha avuto 143.917 voti, cioè il 2,73% e altre organizzazioni hanno ottenuto 357.609 voti (6,79%).

A questo momento, non si dispone ancora di informazioni che consentano di affermare quale sarà la composizione definitiva dell’Assemblea Nazionale, poiché la comunicazione della presidente del CNE si basa sull’82,35% dei voti scrutinati; di solito è nel corso della settimana che il CNE fornisce notizie sui voti non ancora scrutinati.

Alcuni commenti sui risultati:

Il chavismo riprende il controllo dell’Assemblea Nazionale venezuelana, ora il Consiglio Nazionale Elettorale deve confermare che abbia ottenuto la maggioranza qualificata, ovvero disponga di oltre i due terzi dei 277 deputati che compongono l’organo legislativo.

Se il chavismo avesse la maggioranza assoluta, avrebbe un ampio margine di manovra legislativo nel prossimo quinquennio; in caso contrario il chavismo, per realizzare i progetti legislativi, sarebbe obbligato a scendere a patti con alcune delle organizzazioni che hanno ottenuto rappresentanza parlamentare. Intanto, mentre le organizzazioni chaviste che compongono la Alternativa Popular Revolucionaria, con il Partido Comunista de Venezuela, potrebbero diventare un fattore chiave in termini di decisioni, è quasi sicuro che saranno una voce che, dal chavismo, metterà in discussione le politiche del governo bolivariano volte ad affrontare le sfide in campo, soprattutto in economia.

Quanto alla partecipazione, i risultati non hanno costituito una sorpresa, visto che in uno scenario simile, nel 2005, si era ottenuto il 25% e ora, con la partecipazione di una parte dell’opposizione, si è arrivati al 31%, dunque un incremento del 6%, il tutto in uno scenario assai più avverso da ogni punto di vista, ma soprattutto da quello economico, considerando che nel 2005 iniziavano appena a manifestarsi le conseguenze delle misure coercitive unilaterali. Bisogna anche considerare che la gran parte dei cinque milioni di Venezuelani e Venezuelane all’estero sono parte dell’elettorato e di ciò bisogna tenere conto, sottraendoli dal novero degli aventi diritto.

Quanto alla mobilitazione, è evidente che ad averne la capacità è il Partido Socialista Unido de Venezuela, che è la principale forza del Gran Polo Patriótico. Il Partido Comunista de Venezuela, ha avuto una partecipazione più bassa di quanto sperato, visto che contavano di mobilitare il chavismo critico o disilluso.

L’opposizione cha ha partecipato alle votazioni è riuscita a dimostrare alla sua controparte recalcitrante che c’è un settore della popolazione affatto disprezzabile che considera la via elettorale, pure in condizioni avverse, come valida per continuare la lotta politica per cambiare l’orientamento del Paese; a questo proposito, spicca la mobilitazione di quasi 1.200.000 elettori, circa il 23% dei votanti; queste forze si ricollocano nello spettro politico venezuelano, con partiti tradizionali come Acción Democrática e Copei, ora legittimati dal voto, come anche l’estrema destra di Voluntad Popular.

Il settore dell’opposizione venezuelana guidato da Juan Guaido, inizia oggi la mobilitazione dei suoi adepti per la partecipazione a una consultazione non vincolante ma che parte con un vantaggio, una soglia di partecipazione da superare molto bassa; l’obbiettivo è fare partecipare più persone di quelle che hanno votato alle elezioni parlamentari, in modo da potere sostenere di essere in maggioranza rispetto al chavismo e alle organizzazioni dell’opposizione che hanno partecipato alle elezioni.

Il Cancelliere europeo per ora ha dichiarato che si stanno attendendo i risultati finali, anche se il blocco comunitario ha già una posizione di non riconoscimento dei risultati; ci si aspetta che in settimana il governo statunitense faccia la sua parte, come anche l’Organizzazione degli Stati Americani e gli Stati sottomessi alla loro politica estera.

Rimane una domanda fondamentale: cosa significa questa vittoria per il chavismo, nel suo compito di mantenere a suo favore i rapporti di forza e di rispondere alle misure coercitive unilaterali? Ne parleremo nella prossima nota.

Brevi:

  • È stata diffusa la notizia che nei prossimi giorni arriveranno dieci navi battenti bandiera iraniana cariche di benzina per il mercato interno venezuelano. Ci si attende anche che queste navi possano trasportare petrolio venezuelano verso gli acquirenti ai quali è stato venduto.
  • Apertura della frontiera con il Brasile, dopo nove mesi di chiusura. Nel rispetto di stringenti misure di biosicurezza è stato aperto il transito frontaliero.
  • Questa settimana, nell’ambasciata statunitense di Bogotà, ha prestato giuramento l’ambasciatore designato per il Venezuela James Story, che opererà da tale città a causa della rottura delle relazioni diplomatiche tra il venezuela e gli USA. Questo fatto è stato respinto dal ministro degli esteri venezuelano Arreaza che lo ha definito “ridicolo”.
  • L’inviata speciale di Juan Guaido nel Regno Unito Vanessa Newman si è dimessa questa settimana; tra l’altro, ha riferito che “la futura leadership di Guaidó non è chiara tra l’opposizione”. Ricordiamo che in territorio inglese è in corso una disputa legale circa la disponibilità dell’oro venezuelano custodito presso la Banca d’Inghilterra.

Jesús A. Rondón
Traduzione per Lavoro e Salute a cura di Gorri

Se desideri commentare questo testo, chiedere l’approfondimento di un tema o per qualsiasi altra questione, puoi scrivere all’autore jesusalbertorondon@gmail.com

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *