Mortalità materna: corsi e ricorsi storici.
Lontano dalle numerose iniziative profumate di mimosa dell’8 marzo incombente, nella affollata Sala Pocchiari dell’ISS, un evento di carattere sanitario ha consentito ai presenti di celebrare degnamente la suddetta ricorrenza. Stampa quasi assente.
La validazione del progetto pilota e le prospettive future circa la sorveglianza della mortalità materna, frutto di tre anni di lavoro della Dottoressa Serena Donati e di una Equipe di professionisti e operatori di sei regioni italiane, ha radici lontane ed ha ottenuto in Sala riconoscimenti e consensi al limite dell’entusiasmo.
Nello stesso laboratorio dove il progetto è stato elaborato, negli anni ’70 Simonetta Tosi ha lavorato, con strumenti diversi ma con la stessa cura e professionalità, raccogliendo dati per la stesura della Legge sull’aborto 194/1978 e per il suo sistema di sorveglianza. La studentessa di medicina Serena Donati era allora impegnata nell’attività del Consultorio autogestito di via dei Sabelli….corsi e ricorsi storici di vichiana memoria!
Il lavoro svolto non solo ha ribadito e documentato quanto gli operatori del settore sanno bene: ”Ridurre le morti materne, prevenire le inevitabili e limitare gli esiti conseguenti a complicazioni di gravidanza, parto e puerperio sono aspetti cruciali della pratica ostetrica e una priorità di Salute Pubblica a livello internazionale. La mortalità materna rispecchia l’efficacia e l’appropriatezza dell’assistenza al percorso nascita e delle cure perinatali di un Sistema Sanitario.”
Ha pure fornito dati su cosa accade nella realtà del percorso nascita, sulle inadempienze e difficoltà cliniche, sanitarie, giudiziarie, sugli ostacoli culturali.
Ha presentato una metodologia di lavoro efficace che non nega le criticità ma parte dalla consapevolezza che “l’urgenza ostetrica si connota per multifattorialità e drammaticità con un corredo affettivo emotivo che rende più difficile l’opera dei sanitari.”
In Europa ogni anno cinque milioni di donne partoriscono, un milione abortiscono nel primo trimestre di gravidanza, tra trecentocinquanta e mille muoiono durante gravidanza parto e puerperio. Le morti potrebbero dimezzarsi con migliori standard assistenziali, secondo i comitati istituiti in molti paesi europei.
In Italia tra il 2008 e il 2009 Il Ministero della Salute ha dato disposizioni di prevenzione e segnalazione delle morti materne correlate al travaglio e/o parto considerate “evento sentinella” per il monitoraggio degli Errori in Sanità. Ha inoltre finanziato progetti multiregionali, coordinati dall’ISS per sperimentare un sistema di sorveglianza della mortalità materna.
Si ottengono così circa il fenomeno stime affidabili che consentono collaborazioni internazionali, ma principalmente interventi adeguati in campo sanitario, coinvolgendo i punti nascita e i professionisti sanitari per migliorare le criticità assistenziali e organizzative suscettibili di miglioramento anche attraverso l’elaborazione di linee guida e protocolli adeguati. Le regioni italiane coinvolte in questo progetto sono: Piemonte, Emila –Romagna, Toscana, Lazio, Campania e Sicilia che insieme coprono il 49% dei nati del Paese.
Il lavoro ha dato risultati tali che si passerà da un progetto pilota ad un sistema di sorveglianza nazionale basato su una metodologia partecipativa che renda possibile:
– la disponibilità di dati affidabili in grado di correggere la sottostima del fenomeno che attraverso i dati ISTAT identifica solo il 41% dei casi di morte materna
– l’approccio esperto e multidisciplinare alle emergenze ostetriche garantito anche dalla formazione e aggiornamento continuo dei professionisti sanitari. L’offerta gratuita di un corso a distanza per medici e ostetriche sull’emorragia del post partum predisposto dall’ISS ha coinvolto oltre cinquemila professionisti in nove mesi
-l’analisi confidenziale degli esiti drammatici, del tutto indipendente dal percorso giudiziario, e a solo scopo di aggiornamento continuo e miglioramento dell’appropriatezza assistenziale
– la collaborazione con il territorio per promuovere la continuità assistenziale al percorso nascita oltre alla prevenzione e presa in carico di problemi quali violenza domestica, incidenti e bisogni delle donne che riguardano l’aspetto sociale della maternità.
Le istituzioni presenti in Sala, le società scientifiche, gli operatori sanitari regionali hanno garantito coinvolgimento e impegno.
Link per l’Italian Obstetric Surveillance System (ItOSS) http://www.iss.it/itoss/index.php?id=139&tipo=15&lang=1
Ines Valanzuolo
10/3/2015 www.womenews.net
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