Filantrocapitalismo e Bill&Melinda Gates Foundation.
L’Insitute for Health Metrics and Evaluation (IHME) è l’istituto di ricerca che lavora nell’area delle statistiche sanitarie globali e della valutazione dell’impatto presso l’Università di Washington a Seattle.
Ad oggi un grande problema è che grazie al supporto del fondatore di Microsoft, l’IHME può stabilire le proprie regole su come monitorare la salute globale. All’inizio, il Covid-19, è stata una sorpresa per tutti e dozzine di istituti di ricerca hanno pubblicato ipotesi plausibili su ciò che sarebbe avvenuto dopo, ma nessuno ha avuto l’impatto o la portata dell’IHME.
Nei primi giorni della pandemia, l’IHME ha previsto un’epidemia molto meno grave rispetto ad altri modelli, il che ha attirato l’attenzione di Donald Trump, che era ansioso di minimizzare il pericolo. In una conferenza stampa del 31 marzo, la coordinatrice della risposta al coronavirus della Casa Bianca, Debbie Birx, con il presidente al suo fianco, ha utilizzato i grafici IHME per dimostrare che la pandemia si stava rapidamente esaurendo. “Per tutto aprile, milioni di americani sono stati falsamente indotti a credere che l’epidemia sarebbe finita entro giugno a causa delle proiezioni dell’IHME. Penso che molti Stati abbiano riaperto sulla base delle lor statistiche” – ha osservato il data scientist Youyang Gu nella sua recensione del lavoro dell’istituto
L’IHME, inizialmente, ha spazzato via le critiche che sono emerse attraverso un editoriale del Los Angeles Times con la voce di Chris Murray, direttore dell’istituto, che ha affermato: “Molte persone non capiscono come funziona la modellazione”. Mentre molti ricercatori limitavano le loro previsioni per il futuro a poche settimane, Murray ha usato le sue regolari apparizioni sulla CNN per tracciare il corso della pandemia con molti mesi di anticipo, mettendo le stime altamente contestate dell’IHME in grado di guidare il processo decisionale davanti ad altri modelli.
La straordinaria capacità di recupero, i metodi non-convenzionali e la conoscenza dei media hanno reso l’istituto in questione a lungo controverso nella comunità sanitaria globale, dove gli studiosi hanno assistito alla sua rapida ascesa negli ultimi dieci anni con un misto di stupore e preoccupazione. Molti anni prima del Covid, l’IHME ha acquisito un’influenza enorme monitorando centinaia di malattie in tutto il pianeta e producendo alcuni degli studi più citati in tutta la scienza.
Oltre a questo, però, ha generato delle critiche molte forti che considerano l’IHME un monopolio e un juggernaut, accusando il gruppo di essersi circondato di alleati di alto profilo che l’hanno reso troppo grande per la peer review, il metodo tradizionale di autoregolamentazione nella scienza. L’istituto è alimentato, infatti, da oltre 600 milioni di dollari di finanziamenti dalla Bill & Melinda Gates Foundation, una somma praticamente inaudita per un istituto di ricerca accademico. L’IHME ha, così, superato altri enti come l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), che in precedenza ha agito come autorità globale per le stime sulla salute.
Oggi le estese stime dell’IHME sono diventate il gold standard per la comprensione di una gamma sempre più ampia di argomenti relativi alla salute e allo sviluppo, in particolare nei Paesi in via di sviluppo poveri di dati, dove la tenuta dei registri è scarsa. Il suo sito web offre mappe interattive che consentono agli utenti di visualizzare in dettaglio praticamente qualsiasi villaggio dell’Africa subsahariana, ad esempio, per scoprire quanti anni di istruzione hanno le persone; per scoprire come stanno cambiando nel tempo malattie come la malaria, l’HIV e le infezioni delle basse vie respiratorie; per scoprire chi ha accesso all’acqua o quanti uomini sono circoncisi. Queste stime, plausibili in realtà, aiutano a indirizzare miliardi di dollari nella spesa per gli aiuti e informano Ministri della Salute, enti di beneficenza, ricercatori e giornalisti come le situazioni in materia di salute nel mondo stanno migliorando.
Manjari Mahajan, professore di studi internazionali presso la New School ha affermato che in un periodo di tempo relativamente breve, l’IHME ha esercitato un certo tipo di egemonia o dominio sulla produzione di metriche sanitarie globali. Una sorta di monopolio della produzione di conoscenza, di come conoscere le tendenze globali della salute nel mondo, producendo una forte concentrazione di potere. Nel 2019, Peter Byass, allora professore di salute globale presso l’Università svedese di Umeå, ha dichiarato a The Nation che questo monopolio permette all’istituto di estraniarsi dal resto della comunità scientifica, rendendo impossibile a chiunque replicare o verificare le stime.
Nonostante le critiche, l’IHME continua ad espandersi, grazie a Richard Horton, il redattore capo di The Lancet, che si è messo alle spalle la credibilità della famosa rivista medica, pubblicando studi dell’istituto più di qualsiasi altro periodico. Sebbene la maggior parte degli studiosi abbia la fortuna di pubblicare un articolo di ricerca su The Lancet nel corso di una carriera decennale, Murray dell’IHME ne ha pubblicati più di 100. Il rapporto tra The Lancet e l’istituto è stato ulteriormente sottolineato lo scorso anno quando Murray ha nominato Horton per ricevere il $ 100.000 Roux Prize dall’IHME. È stato un conflitto di interessi sorprendente che ha stupito molti studiosi, ma non ha prodotto nessuna critica pubblica poiché, sfidare Horton, potrebbe significare precludere future opportunità di pubblicazione.
Alcuni esperti hanno timore a criticare l’IHME per paura di sconvolgere la Fondazione Gates, uno dei finanziatori più importanti della salute globale e della ricerca accademica più in generale. Secondo il database Web of Science, più di 20.000 documenti accademici citano finanziamenti dalla Fondazione Gates, che negli ultimi vent’anni ha versato oltre 8 miliardi di dollari nelle università, secondo l’analisi di The Nation sulle sue donazioni di beneficenza. Gli studiosi hanno persino usato il termine “Bill Chill” per descrivere la loro riluttanza a mordere la mano che li nutre. In primis l’Unicef che ha ricevuto, dalla Fondazione Gates, milioni di dollari per la campagna contro la polio in Afghanistan e Pakistan. Mahajan, un funzionario dell’UNICEF, che ha chiesto l’anonimato in uno studio che ha pubblicato nel 2019, ha dichiarato che l’ONG non può permettersi di mettere in pericolo la campagna. Criticare pubblicamente il lavoro dell’IHME potrebbe potenzialmente spingere la Fondazione Gates a disinvestire nel progetto.
Sebbene alcuni studiosi vedono criticamente le stime di IHME, anche nei campi di ricerca finanziati dalla Fondazione, gli studiosi sembrano sempre più disposti a esprimere critiche all’IHME, comprese le affermazioni secondo cui il potente triumvirato di Gates, Horton e Murray ha portato avanti il suo lavoro in un modo che elude regolarmente i controlli e gli equilibri che governano la scienza.
Dopo che The Nation ha mostrato le critiche, l’istituto ha risposto che è una querelle che dura da 12 anni, aggiungendo che è normale che una fonte leader sui dati sulla salute globale, come IHME, venga criticata.
Murray è la forza trainante dell’IHME e una figura imponente nel mondo della salute globale, uno dei rari scienziati di cui si scrivono biografie mentre sono ancora in vita. Il libro del 2015 “Epic Measures: One Doctor. Seven Billion of Patients”, di Jeremy M. Smith, descrive l’approccio di Murray alle stime sulla salute come un’estensione della sua formazione medica. Invece di curare i singoli pazienti, fa diagnosi in tutto il mondo, utilizzando i Big Data per mostrare ai governi e ai gruppi di aiuto quali malattie necessitano di maggiore attenzione e denaro.
Gates è un fan del lavoro di Murray, compreso uno studio della Banca Mondiale del 1993 di cui è coautore sul carico globale delle malattie. Gates, nel 2014 a Scientific American, disse che rimase stupito per come 12 milioni di bambini morivano per malattie prevenibili come polmonite, diarrea, malaria e alcune altre infezioni contratte dai bambini. Fu così che sulla base delle stime di Murray, Gates ha visto un’opportunità per la sua Fondazione donando quasi 40 miliardi di dollari alla salute e allo sviluppo globali, diventando uno dei più potenti attori politici nel campo. Sebbene l’OMS avesse già in atto un solido programma di metriche sanitarie, Gates ha deciso di creare un gruppo concorrente nel 2007, attirando Murray da Harvard all’Università di Washington a Seattle, dove ha sede la sua Fondazione. Gates ha affermato che il suo sostegno all’IHME ha la funzione di assicurare che l’istituto divenga una fonte principale di informazioni definitiva. Questo nonostante la Fondazione Gates e l’IHME abbiano rifiutato più richieste di interviste e non abbiano risposto alla maggior parte delle domande inviate via e-mail.
Murray inoltre è una persona che ama le polemiche, come ha constatato Gates nel 2014, ed ha avuto scontri e ingrandimenti con molti studiosi a causa della sua poca trasparenza. Colin Mathers ha lavorato come consulente scientifico per l’IHME ma se n’è andato perché Murray non avrebbe condiviso le informazioni di base su come ha formulato le stime, non potendo firmare i risultati senza accesso ai dati. Un altro ricercatore accademico ha chiesto di parlare in modo anonimo, dicendo che voleva evitare di provocare Murray, che trasforma “i disaccordi professionali in accuse personali”. Persino l’agiografica Epic Measures descrive Murray come convinto che “il progresso scientifico si basi sulla raccolta di battaglie”. Il libro racconta un incidente in cui ha accusato un ricercatore accademico di gonfiare la mortalità infantile stimata del 10% in più rispetto alla sua. “Sa che i decessi si traducono in denaro per programmi di salute infantile. Le morti sono denaro “, ha detto Murray.
Tuttavia, durante la pandemia, le prime proiezioni dell’IHME si sono rivelate drammaticamente sbagliate e dannose per la salute pubblica. Ma questa resa dei conti è arrivata solo perché l’alta posta in gioco di Covid ha portato un nuovo livello di controllo e concorrenza da parte di altri ricercatori e perché l’istituto ha dovuto fare i conti con l’emergere di dati reali su infezioni e decessi.
In gran parte degli altri lavori dell’IHME sulle metriche sanitarie, questi meccanismi di feedback non hanno lo stesso effetto, anche se le sue stime possono essere altrettanto influenti e, in alcuni casi, altrettanto sbagliate. Ciò include i suoi sforzi per monitorare centinaia di malattie negli angoli più remoti del pianeta.
L’IHME ribatte che ha difeso le sue stime come trasparenti e pubblicate con intervalli di confidenza statistici che informano gli utenti sui limiti del suo lavoro.
Eppure l’IHME ha commesso un grave errore nelle sue prime proiezioni Covid, utilizzando un modello scadente senza mai ammetterlo. Invece di dire al pubblico che avevano un nuovo modello, Chris Murray ha dichiarato che i numeri erano aumentati perché si stava riaprendo e mancava il distanziamento sociale. Quello che è successo all’inizio dell’estate è stato a dir poco un debacle.
In un anno normale sul pianeta muoiono circa 60 milioni di persone. Meno della metà di queste morti, comprese molte nel mondo in via di sviluppo, avrà cartelle cliniche che citano una causa. Sapere perché e dove le persone muoiono è fondamentale per migliorare la salute globale, che è ciò che rende le stime dell’IHME così importanti e influenti. Gates esalta il modo in cui l’IHME “democratizza le informazioni” sulla salute globale, riunendo 281.586 fonti di dati globali provenienti da Ministeri sanitari nazionali, assicuratori privati e la letteratura scientifica di un istituto accademico rivolto al pubblico.
Il problema, secondo gli studiosi di salute globale, è che anche se tutti i dati dell’IHME fossero disponibili al pubblico (non lo sono), non avrebbero la capacità – o l’infinito patrocinio filantropico – di tracciare i passi dell’istituto mentre trasforma questo pasticcio di numeri nel significato. Alcuni critici vanno oltre, descrivendo l’IHME come “l’imperialismo dei dati”: un’organizzazione con sede a Seattle, finanziata da un multimiliardario, che ha troppo controllo sui numeri che guidano la pianificazione sanitaria per i Paesi del Sud del mondo.
Secondo degli studiosi, la mappatura granulare della salute globale dell’IHME sta progressivamente privando i paesi dal miglioramento della propria infrastruttura di raccolta dati e dalla costruzione di un panorama sanitario globale guidato da dati effettivi invece che da stime.
L’IHME respinge le accuse di avere troppo potere, insistendo sul fatto che “per quasi tutti i risultati che pubblichiamo, ci sono fonti alternative di stima”. Mentre ci sono altri gruppi che lavorano nelle metriche sanitarie, la reputazione dell’IHME come monopolio deriva dalla sua capacità e volontà di dare un numero a qualsiasi cosa, il che lo ha reso una fonte di riferimento per ricercatori, giornalisti e governi. Stéphane Helleringer, un demografo alla New York University, afferma che l’eccessivo affidamento sui numeri dell’IHME potrebbe distorcere inavvertitamente la salute globale attraverso quella che chiama “circular research”.
Poiché l’IHME spesso non dispone di dati chiari, ad esempio registrazioni complete sui decessi per malaria in una data regione, effettua stime da altri punti di dati. Helleringer fa riferimento a uno studio del 2015 sulle stime di mortalità per malaria dell’IHME, basate in parte sulla distribuzione delle zanzariere, per dimostrare che le vite vengono salvate attraverso un programma di aiuti che le distribuisce. La distribuzione di zanzariere, secondo IHME, può proteggere le persone dalle zanzare portatrici di malaria, facendo passare il messaggio che più zanzariere in una data regione, meno malaria dovrebbe esserci.
Eppure, come afferma Eran Bendavid della School of Medicine della Stanford University (tra gli autori dello studio) poiché i dati sono spesso scarsi e IHME ne produce moltissimi per le parti del mondo in cui sono più scarsi, c’è la forte tentazione di utilizzare le loro stime come gold standard. Questo è sempre più vero in quanto hanno acquisito importanza e visibilità, con più pubblicazioni settimanali su The Lancet e sotto-riviste. IHME ha molte persone di talento e il supporto di Bill Gates ha permesso loro di attirare ancora più talenti di alto livello, ma gli utenti di quei dati dovrebbero essere molto cauti nel decidere cosa possono e non possono essere usati per dedurre. Tutti potrebbero fare di meglio, inclusi IHME e Lancet, riconoscendo che evidenziare i limiti dei propri dati ha un costo per loro, quindi potrebbero essere riluttanti ad accettarlo. Da parte sua, l’IHME non commenterà lo studio, dicendo che non controlla come vengono utilizzate le sue stime.
Lo studio di Bendavid potrebbe anche essere visto come circolare nella sua stretta orbita attorno alla Fondazione Gates, che finanzia le stime dell’IHME, che ha utilizzato, e gli sforzi di aiuto che ha valutato, come il Fondo Globale per la lotta contro l’AIDS, la tubercolosi e la malaria, a cui Gates ha dato più di $ 2 miliardi.
In qualità di importante rivista medica, The Lancet è uno dei luoghi più importanti per i ricercatori per discutere, discutere e sfatare gli sviluppi nel campo della salute e della medicina. E nel suo tempo come redattore, Horton si è posizionato come un intellettuale pubblico che non ha paura di dire la verità al potere o di seguire il denaro quando rivela conflitti di interesse.
In un editoriale del 2003, The Lancet ha messo in dubbio se Gates fosse un “filantropo o opportunista commerciale”, osservando che la sua fondazione aveva annunciato una donazione di beneficenza di $ 100 milioni per combattere l’HIV in India il giorno prima che Microsoft svelasse un investimento di $ 400 milioni per espandere la sua presenza sul mercato in quella nazione.
Sei anni dopo, Horton ammonì la Fondazione Gates per il suo crescente potere nella salute globale, scrivendo: “A volte non apprezza ogni voce che vuole contribuire al dibattito sulla salute pubblica”.
Negli ultimi 10 anni, tuttavia, le menzioni critiche sulla Fondazione Gates sono apparse sempre meno frequentemente su The Lancet da quando, nel 2010, la fondazione ha donato più di $ 700.000 all’Università della Carolina del Nord e al Mater Medical Research Institute per creare contenuti per The Lancet. Ciò diede inizio a una tendenza di finanziamenti, con $ 13,5 milioni a Harvard, Johns Hopkins, l’OMS e altri, che ha raggiunto decine di pubblicazioni.
The Lancet ha un rapporto molto stretto con l’IHME, il progetto scientifico più importante di Gates, e alcuni vedono incentivi perversi che guidano questa relazione. La pubblicazione delle influenti stime dell’istituto ha portato attenzione e stima a The Lancet, il cui fattore di impatto, è raddoppiato negli ultimi dieci anni. L’IHME si vanta che più di 16.000 studi scientifici hanno citato il suo lavoro. Le stesse citazioni che probabilmente aumentano il crescente fattore di impatto di The Lancet e probabilmente hanno anche aumentato gli abbonamenti e le entrate pubblicitarie per il suo editore a scopo di lucro, Elsevier.
Horton, oggi, riconosce il “rapporto tra The Lancet e l’IHME come una pratica di “buona scienza” e lo ritiene auto-correttivo, in grado di creare dibattito. The Lancet pubblica anche stime di altri istituti di ricerca, osserva Horton, creando un solido dibattito che storicamente è mancato nella salute globale, anche quando l’OMS era la principale fornitore di stime. Ora infatti l’OMS e l’IHME lavorano insieme, dopo aver passato anni a produrre stime concorrenti. Forse lo fanno perché oggi hanno lo stesso finanziatore?
Molti studiosi hanno citato una serie di irregolarità nella supervisione dell’IHME da parte di The Lancet, compreso il suo processo di peer review, in cui gli scienziati esaminano a vicenda il lavoro prima della pubblicazione. Secondo Peter Byass è impossibile analizzare i documenti molto lunghi e complessi dell’IHME, eppure The Lancet pubblica appendici di 5000 pagine etichettate come sottoposte a peer review. Patrick Gerland, un demografo nella divisione della popolazione delle Nazioni Unite, afferma che The Lancet aggrava il problema a volte pubblicando studi IHME in modo accelerato, portando il processo di peer review ad essere una convalida di qualcosa che non lo è.
Horton, una volta molto critico, oggi afferma di credere che i revisori abbiano “molto tempo” e osserva che gli studi dell’IHME subiscono ampie revisioni. “Questa non è una piccola cabala di accademici americani in un’università finanziata dalla Fondazione Gates”, ha detto Horton, lo stesso che criticava Bill Gates, ma che ora, grazie ai suoi miliardi, ha visto la sua rivista scientifica innalzarsi di livello. Horton inoltre ha affermato che The Lancet conta su una vasta rete di collaboratori scientifici che controllano il lavoro dell’IHME, lo stesso che si è vantato di avere più di 4.300 collaboratori da 147 paesi e territori, rifiutandosi però di rivelare i loro nomi.
Colin Mathers, facendo eco a molti altri studiosi, chiama la rete “allestimento delle vetrine”, dicendo che molti scienziati si uniscono semplicemente perché così facendo consentono loro di diventare coautori degli studi di Lancet dell’IHME, acquistando prestigio. Infatti, secondo lo studioso, ci si può iscrivere come collaboratore di IHME e loro ti invieranno le bozze. Non importa se tu le legga o no, ma il tuo nome verrà comunque incluso alla fine tra gli autori. Solo così IHME può quindi affermare che ci sono 1.200 persone provenienti da paesi che hanno ha esaminato tutti i risultati. Non si capisce quindi come The Lancet possa eguagliare questo con i requisiti standard di paternità scientifica. Infatti, The Lancet, quando gli è stata posta questa domanda sulla paternità, non ha risposto.
Le linee guida etiche standard nella scienza limitano la paternità a quei ricercatori che danno contributi specifici e significativi. Elencare centinaia di autori, come fa l’IHME su The Lancet e talvolta in altre riviste, dovrebbe invece succedere raramente. Secondo David Resnik, bioeticista presso il National Institutes of Health, quando ci sono così tante persone e i loro ruoli sono mal definiti si perde credibilità, perché non si danno informazioni reali su chi ha contribuito di più allo studio.
L’IHME, nonostante ciò, insiste sul fatto di essere conforme alle linee guida sulla paternità appropriate, ma poco dopo che The Nation ha sollevato delle domande, ha emesso una nota interna che annunciava nuove linee guida e un nuovo rigoroso processo di auditing.
Forse l’irregolarità più eclatante nel rapporto di The Lancet con l’IHME riguarda il $ 100.000 Roux Prize, che Horton ha accettato nel 2019, suscitando scalpore. Il premio è venuto dal consiglio di amministrazione dell’IHME, di cui un membro, Dave Roux, cofondatore della società di private equity SilverLake, finanzia il premio. Ma si sa “IHME non assegna il Roux Prize; è il custode del premio”.
Ritornando a Chris Murray, prima di diventare direttore dell’IHME nel 2007, lui ha lavorato dal 1998 al 2003 presso l’OMS. Successivamente è diventato uno dei suoi critici più accaniti, sostenendo che il suo lavoro è compromesso dall’influenza politica degli Stati membri, che a volte hanno interesse a presentare la salute dei paesi migliore più di quanto non lo sia in realtà. L’IHME, sul suo sito web, cita l’imparzialità come uno dei suoi cinque principi guida. Una proclamazione audace, visti gli interessi politici e finanziari che circondano il lavoro dell’IHME: dalla Fondazione Gates, uno degli attori più potenti della salute globale, a Big Pharma e Big Oil, che hanno silenziosamente versato milioni di dollari nell’istituto per anni.
Murray a inizio 2018 ha annunciato la creazione della “unità di servizi al cliente” dell’IHME e ha aggiunto: “Questo sviluppo ha il forte sostegno del Consiglio di IHME, della Bill and Melinda Gates Foundation e dell’Università, che credono tutti che l’impegno con il settore privato aumenterà l’impatto globale e la portata del nostro lavoro, poiché questo settore ha una grande influenza sulla salute “.
Murray ha continuato a firmare un accordo triennale da 1,5 milioni di dollari tra l’IHME e la Chevron, una delle più grandi aziende mondiali di combustibili fossili, “per stabilire la strategia di misurazione della salute per il programma delle imprese globali”. Lo stesso mese, ha pubblicato un documento su The Lancet Planetary Health annunciando una nuova iniziativa che esamina gli effetti dell’inquinamento e del cambiamento climatico, due aree in cui la Chevron ha avuto effetti enormi e negativi sulla salute umana. Murray non ha rivelato i suoi legami con la Chevron in questo o nei successivi articoli, sebbene la maggior parte delle riviste accademiche abbia requisiti di trasparenza riguardo ai conflitti di interessi finanziari.
Dal 2014, l’IHME ha stretto contratti con aziende farmaceutiche – Merck, Pfizer, Novo Nordisk, Gilead, GlaxoSmithKline, Novartis e altri – che ricercano e sviluppano trattamenti per le malattie che l’IHME rileva in tutto il mondo, incluso Covid-19. Non sembra aver mai rivelato questi legami nel lavoro accademico o nelle molte apparizioni sui media che Murray ha fatto durante la pandemia.
Tuttavia, l’influenza di gran lunga maggiore sul lavoro dell’IHME proviene dalla Fondazione Gates. Un portavoce ha detto a The Nation che la Fondazione ha donato 613 milioni di dollari per sostenere l’IHME fino alla fine del 2019 e altri 210 milioni di dollari per costruire un edificio per ospitare l’istituto e altri ricercatori sanitari globali. Queste donazioni rappresentano la grande maggioranza dei finanziamenti dell’IHME, anche se sottolinea il suo diversificato elenco di sponsor, tra cui il National Institutes of Health, che secondo i registri pubblici gli ha dato circa $ 10 milioni in sovvenzioni.
Una richiesta di registri pubblici ha rivelato un accordo di finanziamento in cui alla Fondazione Gates è stata data l’approvazione per le nuove assunzioni per il team dirigenziale esecutivo dell’IHME, nonché la supervisione dei comunicati stampa relativi al lavoro che finanzia, ovvero: la maggior parte della ricerca dell’istituto. L’influenza di Gates sull’IHME può essere vista anche in una mappa di Seattle. Sebbene l’istituto faccia parte dell’Università di Washington, fino a poco tempo fa era lontano dal campus, a pochi isolati dalla sede della Gates Foundation. Secondo Epic Measures, i primi uffici temporanei dell’IHME erano nell’ex sede della Fondazione. Un ex dipendente IHME ha affermarto che la Fondazione richiede regolarmente tabelle e grafici personalizzati per le presentazioni e le conferenze di Gates, spingendo interi team di ricercatori IHME a rinunciare a tutto il resto.
“Ci siamo sentiti davvero come consulenti della Gates Foundation, e i metodi scientifici che abbiamo usato erano spesso al servizio di ottenere i risultati che”, continua la fonte. “Ci sono migliaia di ore cumulativamente trascorse ogni anno solo su richieste di Bill Gates che provengono dalla Fondazione Gates”. L’IHME pubblica anche una ricerca favorevole sul suo sponsor, stimando che la Fondazione Gates ha salvato 1,5 milioni di bambini attraverso i suoi sforzi di vaccinazione e ha contribuito a prevenire più di 100.178 infezioni da HIV in India attraverso un altro programma di beneficenza.
La fondazione, a sua volta, usa il suo prepotente pulpito per elevare il lavoro dell’IHME. Lo straordinario evento annuale dei portieri di Gates, ad esempio, presenta oratori principali come Barack Obama e si appoggia alle stime IHME per tracciare i progressi nella salute globale e per fare pressioni per i prossimi luoghi in cui i gruppi umanitari e governi dovranno spendere i loro soldi.
Marlee Tichenor dell’Università di Edimburgo vede un conflitto di interessi fondamentale nel ruolo della Fondazione Gates come principale “finanziatore di iniziative sanitarie globali” mentre controlla i “mezzi con cui giudichiamo se hanno successo o meno”. È una critica che si applica più ampiamente a tutto il lavoro della Fondazione nella salute globale, dato che finanzia molti dei ricercatori, delle riviste accademiche e dei gruppi di riflessione nella posizione migliore per valutare il suo lavoro o per criticare la sua influenza.
“Non esiste una singola organizzazione che lavora nel campo della salute globale che non sia in qualche modo collegata, molto probabilmente finanziariamente, alla Fondazione Gates”, afferma Adam Moe Fejerskov del Danish Institute for International Studies. “E, naturalmente, questo è un problema enorme, perché ci fa chiedere chi sta stabilendo l’agenda in termini di ciò che viene ricercato e ciò che non viene ricercato”.
Quest’estate, The Lancet ha pubblicato uno studio IHME che prevede che la popolazione umana raggiungerà il picco nel 2064 con 9,73 miliardi di persone, un livello inferiore rispetto a quanto indicato dalle stime delle Nazioni Unite. Rilasciato con un elaborato pacchetto stampa, compreso un video di sostegno da Horton, lo studio ha goduto di un’ampia copertura giornalistica che evidenziava alcune delle sue scoperte più sensazionali, come l’osservazione di Horton secondo cui la Nigeria diventerà un rivale geopolitico degli Stati Uniti nel prossimo secolo.
Più di 170 studiosi e sostenitori hanno firmato una lettera di reclamo a The Lancet, finora inedita, citando contraddizioni e ipotesi discutibili nel documento, che secondo i firmatari ha ridotto complesse questioni demografiche a termini semplicistici. Stuart Gietel-Basten, un demografo presso l’Università di Scienza e Tecnologia di Hong Kong, osserva che anche se la lettera alla fine apparirà in stampa, mesi dopo la pubblicazione iniziale di Lancet, è improbabile che abbia un grande impatto.
Jeremy Shiffman, uno scienziato politico presso la Johns Hopkins University, questa primavera è coautore di un commento su The Lancet che ha esaminato il “campo di gioco irregolare” che circonda l’IHME e ha scoperto che “molte valide preoccupazioni dei critici vengono trascurate perché i sostenitori delle metriche, tra cui Bill & Melinda Gates Foundation, IHME e The Lancet esercitano molto più potere dei critici”.
Anche così, le critiche all’istituto sono di vecchia data e ben comprese dai suoi sostenitori, tra cui l’Università di Washington e la Fondazione Gates. Nel 2012 i due hanno commissionato una valutazione esterna IHME, che ha rilevato che l’istituto “non è coerente nel quando e con chi condivide metodi, fonti di dati, paternità e questo è percepito come non trasparente” e che “le ampie risorse di IHME relative ad altre istituzioni hanno creato un malsano squilibrio nel campo”. I valutatori hanno invitato la Fondazione Gates, in qualità di principale finanziatore dell’IHME, a migliorare la sua responsabilità e trasparenza. La fondazione non ha voluto commentare se o come lo avesse fatto.
Peter Byass dell’Università di Umea ha dichiarato a The Nation che se l’IHME fosse finanziato pubblicamente, dovrebbe operare in modo molto più aperto e responsabile. “Se hai abbastanza miliardi, puoi creare una fondazione e puoi fare le regole interamente come desideri”, ha detto. La Fondazione Gates “è sia il legislatore che il custode delle regole, in termini di come scelgono di esaminare i titolari di borse di studio. Questo è il loro privilegio, perché è lì che si trovano sul mercato”.
Traduzione libera con commenti di Lorenzo Poli
Collaboratore redazionale di Lavoro e Salute
31 dicembre 2020
Fonte: https://www.thenation.com/article/society/gates-covid-data-ihme/
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