Dove finisce l’Europa
Che senso ha celebrare la Giornata della memoria se non la teniamo viva combattendo il negazionismo e la falsificazione della storia? Questa è la domanda spiazzante e radicale che ci pone lo scrittore sopravvissuto alla Shoah Boris Pahor, dall’alto dei suoi 108 anni vissuti da partigiano della democrazia e della libertà. Basta andare in visita ad Auschwitz e studiare il nazifascismo denunciandone la logica disumana se poi non riconosciamo quella stessa agghiacciante matrice nei discorsi di alcuni politici di oggi? Come leggere altrimenti l’anaffettività di certi discorsi di esponenti di governo che, all’inizio della pandemia ci dicevano di rassegnarci a lasciar andare i nostri anziani e che ora dicono che i più ricchi devono avere un accesso prioritario al vaccino? Uno dei peggiori ministri della scuola che l’Italia abbia mai avuto, Letizia Moratti, in una settimana dalla sua nomina ad assessore regionale alla salute della Lombardia è riuscita perfino a fare peggio del suo predecessore Gallera chiedendo di distribuire i vaccini in base al Pil delle Regioni. Per chi non avesse ancora messo a fuoco quale sia l’ideologia sottesa all’autonomia differenziata ora può averne piena contezza: in quella prospettiva il diritto alla salute non è un diritto universale come scritto nella Carta ma un diritto legato al censo. Abbiamo visto l’ecatombe di morti che questo tipo di logica ultra liberista ha provocato negli Usa colpendo in primis le minoranze afroamericane e ispaniche?
L’impudenza delle affermazioni di Moratti colpisce ancor più essendo lei chiamata a gestire un bene pubblico come la salute in un Regione che proprio a causa di privatizzazioni, aziendalizzazione della sanità e dismissione della medicina territoriale ha registrato il numero più altro di morti per Covid in Italia. Con sfacciato classismo e cinismo quelli di “prima il nord”, “prima i ricchi” hanno anteposto gli interessi della produzione a tutto il resto, arrivando con una alleanza trasversale fra i due Matteo a causare una irresponsabile crisi di Governo mentre tutti gli sforzi dovevano essere concentrati sul piano vaccinale, sul Recovery fund, nel far ripartire la scuola, nel riformare gli ammortizzatori sociali in vista dello sblocco dei licenziamenti a marzo. Mentre il Paese versa in una crisi profondissima la politica delle destre (con molte maschere diverse ma unite da un’interesse corporativo) consiste nel pensare solo al proprio interesse “particulare”, perseguendolo con arroganza e disumanità. Non parliamo solo delle destre becere e ignoranti ma anche quelle in doppiopetto. Accade in Italia ma accade anche nell’Europa guidata dalla “coalizione Ursula” che chiude gli occhi di fronte ai diritti negati dei migranti, ai trattamenti disumani e degradanti che subiscono le persone che sono costrette ad avventurarsi lungo la rotta balcanica. Molti di loro vengono dall’Afghanistan, dal Pakistan, dalla Siria e da altre aree di conflitto.
Stralcio dall’editoriale di Simona Maggiorelli
21/1/2021 https://left.it/2021/01/21/dove-finisce-leuropa/
Sommario del libro di Left curato da Rita De Petra
Introduzione
Cent’anni dopo
di Fabio Vander
Capitolo 1
11
Livorno, cronaca di una scissione annunciata
di Rita De Petra
28
Un dopoguerra incendiario
di Leda Di Paolo
44
Marx e l’Internazionale dei lavoratori
di Anna Schettini
61
Il difficile, generoso, cammino
della sinistra
di Giampiero Minasi
78
La battaglia culturale di Gramsci dirigente del Pci
di Noemi Ghetti
95
Le scissioni della sinistra italiana dal 1989 ai nostri giorni
di Edoardo Raimondi
Capitolo 2 – Interviste
a cura di Rita De Petra
106
Giovanni Cerchia:
Il Pci e la via italiana al socialismo
114
Francesco Somaini:
Cosa ci insegna la storia del socialismo italiano
129
Giovanni Russo Spena:
La sinistra o è anticapitalista o non è
136
Andrea Ventura:
La razionalità disumana dell’uomo economico
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