Bruciati vivi

Daniela Stallo – Arkadia 2021

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Nuova scommessa fatta da Arkadia, casa editrice dove sfilano autori di tutto rispetto come Paolo Ciampi, Alessandro Zannoni, Francesca Mazzucato, Luigi Romolo Carrino, Josè Luis Cancho e Laura Freixas. Ecco un’altra splendida sorpresa con questo libro di Daniela Stallo, un titolo che fa accapponare la pelle “Bruciati vivi”, libro a tinte forti che utilizza senza mezze misure gli ingredienti del noir, un romanzo di pura materia che ha un dono particolare perché si muove con la velocità della mente che conduce alla profondità delle cose.

Un io narrante dove Luisa, insegnante di scuola media superiore, insoddisfatta della sua vita lavorativa, si confronta con una realtà che vive a fatica. Un diario che si apre e si chiude nei dieci mesi dell’anno scolastico e della sua esistenza quotidiana.

Nell’ambito familiare la vita non è meno dura. Un marito americano che gestisce un negozio di ferramenta, un figlio lontano che vive all’estero, i genitori anziani e, nonostante tutto, il tempo scorre in balia della solitudine.
Questo malcontento genera in lei un sentimento di aggressività, lo stress la posta a reazioni inaspettate. Non ci si può aspettare nulla di diverso quando una vita privata non trova uno spazio per sé e si divide tra il contesto familiare e un lavoro che non appaga. A tutto ciò si aggiungono le frustrazioni create dal dirigente con le sue pagelline per conseguire un premio che mette in competizione tutto il corpo insegnante.
A prevalere è sempre la forza della quotidianità. In questo modo avrà sempre ripensamenti, amnesie, malessere che è difficile sconfiggere, domande che restano senza risposta.

Il nascosto prende forma e all’esterno è un’oscurità primordiale, è presenza, avvertimento, diffidenza, conflitto, ma esistono territori dove si possono tenere a bada le bestie che ci accompagnano.
Quando la realtà supera la fiction. Il lettore avrà l’impressione di ritrovarsi dentro un mondo vero perché il mondo della scuola è anche questo sacrosanto presente raccontato con così tanta schiettezza da Daniela Stallo.
Emerge in queste pagine quel male invisibile che la società trascura e tende a non riconoscere.
Tanto che nella nota finale scrive tutto quello che uno aspetta di sentirsi dire.
E, in fondo, amore per lo stato e per il servizio che si può prestare dalle aule, pur con uno stipendio patetico.
Ho speranza che quello stato abbia occhi per il bisogno e per il disagio.
Nella scuola i lavoratori non sempre sono felici, e spesso neppure gli alunni. Gli uni forse a causa del malessere di quegli altri.

L’insieme di questo libro può all’apparenza presentarsi complesso e articolato, perché dentro si fondono dolore, ironia, aspirazioni e delusioni.
Una narrazione che attinge agli ingredienti del noir e per questo si fa più avvincente. Luisa, nella speranza di un futuro migliore, massima aspirazione della sua vita, ritiene che l’unica cosa da fare sia quella di eliminare tutte quelle persone che le rendono la vita difficile.
E in questa rincorsa alla felicità che, in ogni azione mirata a questo fine da raggiungere, si comporterà di conseguenza e il suo percorso sarà accompagnato da molte considerazioni sulla vita e sulla morte.

Il libro di Daniela Stallo riflette una condizione di questi anni attraverso un soggetto narrativo che lo mette pienamente in luce. Con un linguaggio veloce ed essenziale ci consegna un diario quanto mai intimo e che offre una riflessione e una speranza in questo mondo del lavoro contraddittorio e dolente come quello della scuola e ci offre la possibilità di capire e di seguire la vita alla ricerca di una propria collocazione facendoci rendere conto di quanto sia grande la distanza tra gli esseri umani.

Bruciati vivi è un romanzo con la mente dentro il reale, originale, scritto con eleganza, che riesce ad andare in profondità, con una particolare cura del linguaggio, peculiarità di un pensiero e modernità nella scrittura.
Anche se è difficile intrappolare questo libro dentro la gabbia del genere perché non è un noir a tutti gli effetti, manca l’indagine poliziesca in primis, riconosciamo all’autrice l’abilità di utilizzarne alcuni ingredienti soltanto sfiorandoli.

Ci sarebbe da parlare a lungo dei personaggi, così ben delineati da vivere realmente dentro le pagine, rendendo la letteratura di grande qualità, ma lasciamo ai lettori il piacere della scoperta.

Il libro ha una trama impegnata e nello stesso tempo godibile con tutti e cinque i sensi. Infatti uno degli aspetti più rilevanti del libro sta nell’introspezione profonda che l’autrice dà alla sua condizione di insegnante facendo emergere il lato più in ombra del personaggio, evidenziandone debolezze, frustrazioni, emozioni, utilizzando una variegata tavola di colori narrativi.

Giorgio Bona

Scrittore. Collaboratore redazionale di Lavoro e Salute

Pubblicato sul numero di marzo del mensile

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