Un’altro politico per caso in TV
Di Battista e le privatizzazioni:
Ascoltavo per caso su YouTube l’intervista della Gruber a Di Battista.
Oltre alla solita, e un po’ stantia, Lilli Gruber c’erano Giannini, con i capelli dipinti a evidenziare una corposa crisi di mezza, età, e Michela Murgia che in quell’ accozzaglia pareva essere l’unica vera giornalista presente.
Di Battista era Ospite su la7 per presentare il suo libro ben sapendo che sarebbe stato assediato.
Mentre ascoltavo e devo dire che per lo più concordavo con le affermazioni dell’intervistato, sicuramente più rispettabile del suo amico ministro degli esteri e della squallidissima Gruber che non lascia mai, dico mai, terminare un ragionamento, tra i tanti temi, prevalentemente incentrati su Draghi, il m5s e le solite domande banali mi è saltato all’orecchio una cosa abbastanza secondaria dell’intervista.
L’unica cosa su cui tutti e tre concordavano, senza battere ciglio, erano le ormai sorpassate privatizzazioni. Tutti d’accordo. All’unisono.
Sembrerà un tema vecchio ma poiché l’ho indirettamente vissuto da ragazzo quando mio padre lottava dall’interno dell’Enel, allora “ente nazionale energia elettrica” che oggi potrebbe avere almeno la decenza di cambiare nome, e poiché lo vivo ancora oggi che, proprio grazie alle lotte di mio padre, rimango sotto il piccolo pezzetto di mercato di tutela dal quale l’intera enel si staccò poi con un escamotage, mi è venuto in mente di fare due conti.
Se sommo il fatturato annuo dell’Enel, dell’Eni e della Telecom, visto che la telefonia negli ultimi vent’anni grazie al web ha fatto un balzo di fatturato enorme, ottengo tra i 100 e i 150 miliardi annui, che moltiplicati per i vent’anni post privatizzazioni diventano 2000 miliardi di Euro.
Credo di non aver bisogno di andare oltre ma per i più miopi ricordo che l’intero debito pubblico è 3000 miliardi, che il prestito dell’Europa, il recovery plan tanto sbandierato come “enorme”, è di appena 300 miliardi, e che con quei soldi avremmo potuto avere molti posti di lavoro in più o quantomeno una sanità zeppa di personale, strutture e respiratori che avrebbero evitato molti morti.
Adesso aspetto il prossimo giro di cantilena tipo “non ci sono i soldi”. “il comunismo è superato” e bla bla bla…
Delfo Burroni
Collaboratore redazionale del mensile Lavoro e Salute
15/5/2021
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