Whirlpool, 1300 esuberi, e tutti della ex-Indesit. Già partiti i primi scioperi.
Apertura immediata dallo stato di agitazione, sciopero e assemblea con i lavoratori per una prima valutazione della situazione. Fabrizio Bassotti, della Fiom Cgil di Ancona, risponde così all’ufficializzazione del gruppo Whirpool ha del progetto di chiusura dello stabilimento ex Indesit di Albacina, vicino Fabriano, insieme a quelli di Caserta e None, in Piemonte, per un totale di 1350 licenziamenti. “Gli americani di Whirpool vogliono cannibalizzare Indesit – afferma Bassotti. Ora che dicono tutti quelli che avevano dato rassicurazioni sulla produzione e l’occupazione, in Regione Marche e al Governo centrale?”. Lunedi’ sul piano industriale appena annunciato si terra’ il primo Coordinamento nazionale dei sindacati.
L’annuncio è arrivato durante il tavolo al ministero dello Sviluppo economico – alla presenza del ministro Guidi e della sottosegretaria al Lavoro Bellanova per l’illustrazione del piano industriale dopo l’acquisizione di Indesit. Whirlpool ha presentato il piano relativo alle fabbriche del Gruppo, mentre per quanto riguarda i centri direzionali il confronto è rinviato a giugno prossimo.
“Quello presentato oggi è un piano che – scrive la Fiom nazionale – se da un lato contiene scelte industriali importanti per il nostro paese sia in termini di investimenti che di volumi produttivi, con il rientro di produzioni attualmente fatte in Cina, in Turchia e in Polonia, dall’altro contiene la decisione di chiudere lo stabilimento ex Indesit di Carinaro in Campania e, seppur in tempi più lunghi, il trasferimento della ricerca e sviluppo sulle lavastoviglie con la chiusura del centro di None in Piemonte. Decisioni di chiusure che non possiamo condividere”.
A Carinaro sono più di 800 i lavoratori e le lavoratrici oggi occupati che si aggiungono alle migliaia di posti di lavoro già spazzati via. “La Campania sta pagando un prezzo altissimo – dice la Fiom – in termini di occupazione, siamo ormai alla desertificazione industriale di una delle più importanti regioni del Mezzogiorno. Non siamo più in presenza di singole vertenze ma di fronte a una vera e propria “vertenza Campania” su cui il Governo e la Regione devono dire cosa intendono fare e su cui chiediamo loro di intervenire immediatamente”.
A Carinaro, dopo un primo momento di sbigottimento, i circa 800 dipendenti hanno bloccato la produzione dando vita ad uno sciopero immediato. Secondo i lavoratori è stato ribaltato il piano industriale e svuotato lo stabilimento dalle produzioni previste dagli accordi.”Il ritorno dei piani cottura a Fabriano – spiega Antonello Accurso, segretario provinciale della Uilm di Caserta – è un autentico uno scippo industriale.
Caserta non può pagare ancora. Questo è sciacallaggio commerciale”. Per il leader della Fiom-Cgil di Caserta Massimiliano Guglielmi “la scelta è inaccettabile perché‚ sancisce la morte dell’industria della provincia di Caserta. Vengono oggi al pettine i nodi dell’accordo del 2013 che mostra
tutta la sua debolezza”.
Per il segretario del Prc Paolo Ferrero, a Caserta “possiamo tragicamente assistere al pieno successo del Jobs act e della sua capacità attrattiva nei confronti degli investimenti esteri“. “A fronte della criminale decisione della Whirlpool di chiudere gli stabilimenti di Caserta – aggiunge il segretario del Prc – la piena solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici che in queste ore stanno giustamente protestando. In Campania siamo ormai di fronte ad un dramma occupazionale e al rischio di una vera e propria desertificazione industriale. E’ un quadro inaccettabile. Non possiamo continuare a perdere posti di lavoro e produzioni. Il Governo e la Regione non possono fare finta di niente e debbono intervenire immediatamente: o la Whirpool fa retromarcia o deve intervenire direttamente garantendo la prosecuzione dell’attività produttiva dello stabilimento e risposte precise alle lavoratrici e ai lavoratori“.
Fabrizio Salvatori
16/4/2015 www.controlacrisi.org
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