Rispunta il Ddl per l’Autonomia differenziata
Ieri, leggendo la NADEF 2021 (Nota di Aggiornamento Documento di Economia e Finanza) apprendevamo con soddisfazione che il ddl sull’Autonomia Differenziata, la cui presenza era stata in precedenza annunciata, non compariva nell’elenco dei 20 ddl allegati (il che, ricordiamolo, avrebbe “blindato” senza discussione la sua approvazione e avrebbe sottratto la materia alla possibilità di una consultazione referendaria).
Ci era sembrata una decisione saggia ed opportuna, dopo che, negli ultimi due anni, il Covid ha reso palese i danni delle attuali autonomie regionali su sanità, scuola, trasporti e ambiente, tanto per citare solo le quattro materie più eclatanti.
Ci ERA sembrata una decisione saggia e stavamo per emettere un nostro comunicato stampa al riguardo. INVECE…
INVECE nella notte è successo qualcosa di strano e grave: nella NADEF di ieri, stamattina, compare una riga in più, quella che vi evidenziamo in rosso
Conseguentemente, nell’evidenziare tale scandaloso cambiamento, il nostro comunicato non può che avere altro tono.
Con quale coraggio?
Con quale coraggio, dopo ciò che abbiamo vissuto dallo scoppio della pandemia ad oggi, si decide ancora una volta di provare a far passare questa seconda regionalizzazione, che non solo si estenderebbe addirittura a 23 materie, ma specialmente attribuirebbe alle Regioni potere completo su di esse?
Con quale coraggio, a fronte delle diseguaglianze già esistenti nel Paese tra Nord e Sud, tra zone più ricche e zone più povere, tra cittadini più abbienti e meno, si procede ora con una legge che aprirebbe la porta all’allargamento di questo fossato, negando così, semplicemente e brutalmente, ciò che è sancito nell’art. 3 della Costituzione?
Con quale diritto si fa questo in tutta fretta, addirittura con una correzione notturna, senza un vero dibattito pubblico, senza che i cittadini ne sappiano nulla, all’interno di una Legge di Bilancio, per impedire dibattito pubblico, consapevolezza, partecipazione su una vicenda che investe drammaticamente la vita di tutte e tutti?
Forse perché, in realtà, questa regionalizzazione apre le porte alla totale privatizzazione della sanità, ai fondi assicurativi privati al posto del diritto alla salute per tutti e tutte, alla disarticolazione dei contratti nazionali, all’ingresso dei privati nella scuola pubblica, cioè alle “condizioni” di utilizzo dei fondi del PNRR approvate dal governo?
Quale che sia la risposta che ognuno può dare a questi ed altri interrogativi che sorgono di fronte a un fatto così grave, delle due l’una: o coloro che inseriscono l’AD nel collegato alla Legge di Bilancio vogliono davvero disarticolare la nostra Repubblica e i diritti sanciti nella Costituzione; oppure, semplicemente, non si rendono conto del rischio che un solo passo in più verso la regionalizzazione può aprire, e cioè la balcanizzazione del Paese, la divisione, la creazione di 20 piccole Italie in lotta tra loro, con prospettive inquietanti.
Per questo, più che maI, i Comitati per il ritiro di qualunque progetto di autonomia differenziata per l’unità della Repubblica e la rimozione delle diseguaglianze fanno appello a tutte le forze della società civile ed a tutti i cittadini e le cittadine per una mobilitazione unitaria, affinché tale collegato sia ritirato, come già ottenuto lo scorso anno.
Da parte nostra:
Rilanciamo l’appello alle/ai candidate/i alla carica di Presidente di Regione, Sindaco e Consigliere nelle Città Metropolitane e nei Comuni nelle amministrative del 3 e 4 ottobre a dichiararsi contrari alla autonomia regionale differenziata ed alla sua regolamentazione tramite DDL presentato dal governo;
invitiamo le elettrici e gli elettori a non votare candidate/i che non si siano dichiarati e non si dichiarino contrari alla Autonomia Differenziata ed alla sua regolamentazione tramite DDL presentato dal governo;
Diamo fin d’ora appuntamento a tutte e tutti alla assemblea nazionale convocata a Roma per il prossimo 31 ottobre, nella quale discuteremo le iniziative da intraprendere per fermare questo progetto “eversivo” dei principi costituzionali, dell’eguaglianza dei cittadini e delle cittadine – ovunque risiedano e quali che siano le loro condizioni sociali – e dell’unità della Repubblica.
30 settembre 2021
Esecutivo nazionale NO AD dei Comitati contro qualunque autonomia differenziata,
per l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti.
Web: perilritirodiqualunqueautonomiadifferenziata.home.blog
email: noadogniautonomiadifferenziata@gmail.com
Fb: ControOgniAutonomiaDifferenzia
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