FASCISMO AZIENDALE A PRATO

Due giorni fa, lunedì 11 ottobre, a Prato lavoratori della Dreamland in sciopero contro le condizioni di lavoro disumane imposte dall’azienda sono stati pestati da un manipolo di figuri armati di mazze da baseball e bastoni. Tra i lavoratori feriti uno versa in gravi condizioni e ci auguriamo possa riprendersi quanto prima.

Nella stessa azienda l’ispettorato del lavoro intervenuto dietro denuncia di uno dei lavoratori pestati aveva riscontrato gravissime irregolarità come lavoro nero, turni di 12/14 ore, mancanza di diritti e tutele.

È inconcepibile che nel 2021 un’azienda non solo possa continuare a produrre dopo sanzioni irrisorie, ma utilizzi squadracce di mazzieri contro i lavoratori che denunciano condizioni di sfruttamento che oltraggiano la dignità umana e sono frequentemente all’origine di incidenti e morti sul lavoro.

Fatto ancor più grave, ai limite dell’incredibile, è che la polizia presente abbia assistito all’arrivo del gruppo di picchiatori e al pestaggio senza nemmeno provare a intervenire per fermare l’aggressione.
A due giorni di distanza gli aggressori non sono stati ancora identificati e arrestati.

Il fatto allarmante è che non siamo di fronte a un caso isolato perché le dinamiche viste alla Dreamland sono le stesse di cui operai inermi sono stati recentemente vittime alla Fedex e alla Texprint.
Si ripetono episodi di aziende che fanno ricorso a mazzieri contro i lavoratori in lotta. Questo ritorno del fascismo aziendale va fermato.

Non è tollerabile quanto accaduto. A Prato c’è il far west e le istituzioni si girano dall’altra parte per non disturbare una filiera produttiva che si fonda sull’ipersfruttamento.Dove sono il Prefetto e il Questore? Perchè i responsabili dell’aggressione non sono stati ancora arrestati?

Sembra di riprecipitare indietro a un secolo fa quando i manipoli fascisti al servizio di agrari e industriali imperversavano impunemente incendiando camere del lavoro e aggredendo lavoratori e lavoratrici in sciopero mentre le forze dell’ordine stavano a guardare.

Il governo è doppiamente colpevole. Per un verso lascia in vita leggi che producono precarietà e sfruttamento e mettono lavoratrici e lavoratori in condizioni tali di ricattabilità da indurli ad accettare condizioni di illegalità che confinano nel caso dei migranti nel lavoro schiavistico. Per l’altro non solo garantisce l’impunibilità sostanziale delle imprese mantenendo insufficienti le strutture e il personale addetto ai controlli e sanzioni inadeguate, ma interviene con la repressione, spesso brutale, delle lotte mentre tollera le squadre punitive dei padroni.

Questo governo come quelli che l’hanno preceduto considera bassi salari, precarietà, assenza di diritti, insicurezza nei luoghi di lavoro, repressione delle lotte condizioni indispensabili per la competitività delle imprese e intende continuare a farsi garante del primato dei profitti.

Poi quando ci scappa il morto come è accaduto al compagno del SiCobas Adil Belakhdim durante la vertenza FedEx, o le morti sul lavoro fanno notizia, tocca assistere alle farisaiche promesse dei rappresentanti del governo.

Cosa aspetta il governo a intervenire a Prato?

Maurizio Acerbo

Segretario nazionale Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea

Antonello Patta

Responsabile nazionale lavoro PRC

13/10/2021 http://www.rifondazione.it

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